Laureati e imprese, incontro difficile

    Settemila e settecento. Tanti sono stati i giovani riminesi iscritti all’Università nel 2008. Ogni anno sono 1.400 invece i nuovi laureati di questa provincia, oltre la metà donne, alle prese con la ricerca di un lavoro in linea con l’indirizzo di studi scelto. Peccato che la domanda da parte delle imprese private del territorio provinciale superi raramente le 400 unità. Cifre che il mensile TRE (il nuovo numero in edicola con il Ponte il 6 novembre) non smette di ricordare così come la proposta pubblicata sul numero di ottobre per favorire il difficile incontro nel Riminese tra neolaureati e imprese. “Il lavoro deve essere al centro dell’attenzione dei poteri pubblici e privati – ha commentato anche nell’ultima puntata del talk show “Tutto Rimini Economia” (Icaro Tv – È Tv Romagna) il direttore di TRE Primo Silvestri nel motivare la sfida 2010: un lavoro per mille giovaniNei primi nove mesi del 2009 i disoccupati riminese, secondo fonti Cgil sono saliti dai 4.000 dell’anno precedente a 7.200 e le previsioni occupazionali di Unioncamere dicono che entro l’anno andranno persi in provincia 1.500 posti occupazionali”. Morale: se in un periodo ancora di forte crisi come quello attuale la parte pubblica e quella privata si “sforzassero” ad assumere per un anno almeno mille giovani a mille euro mensili netti con contributi e oneri sociali a carico di Provincia e Comuni che aderiranno, sarebbe già, se non la soluzione in toto del problema, un’evoluzione.
    La redazione di TRE continua a raccogliere le reazioni delle pubbliche amministrazioni, delle associazioni di categoria, delle parti sindacali e dei comuni cittadini (sul sito www.newsrimini.it alla voce “forum” e “sondaggi”). In questa pagina pubblichiamo i commenti del presidente di Confapi Rimini Bruno Bargellini e dell’assessore alle Politiche del Lavoro del Comune di Riccione Fabia Tordi, entrambi intervenuti all’ultima puntata del programma d’approfondimento di Icaro Rimini Tv.

    “Laureati tecnici a spasso? Non ce ne sono”
    “Reputo la proposta di TRE molto interessante e mi sembra giusto poterla spingere, ma – obietta Bargellini – in questo momento ci sono dei problemi non di poco conto che mi portano a dubitare sulla sua effettiva efficacia. Per prima cosa, sono convinto che in questo momento di laureati tecnici a spasso non ce ne siano. Tutte le aziende che hanno al loro interno ingegneri, periti e progettisti, nonostante il momento difficile stanno innovando, quindi dubito che queste figure siano addirittura in cassa integrazione. Ripeto, e lo abbiamo rilevato anche con una nostra ricerca di qualche tempo fa: il problema semmai è che i giovani laureati tecnici, quelli che più servono alle nostre imprese, si fanno fatica a trovare”.
    Pronta la replica, numeri alla mano, del direttore di TRE.
    “Dei laureati riminesi che escono dagli atenei italiani – sottolinea Silvestri – quelli con una formazione tecnico-scientifica sono tra chimici, ingegneri ed architetti il 42%. Non è vero dunque che i nostri laureati provengono per lo più da indirizzi umanistici. Semmai il problema è che riescono a trovare un impiego solo nelle aziende più innovative: ricerche recenti dimostrano che nel settore meccanico l’8-10% del personale è laureato mentre nelle aziende ad alta tecnologia la percentuale può raggiungere il 25-30%”.
    Bargellini approva ma ribadisce la difficoltà ad inserire figure utili alle aziende.
    “Portare certi laureati dentro le aziende non è facile. Forse oggi, in tempi di crisi, non è così ma prima, quando il lavoro tirava, erano pochi gli ingegneri o i periti disposti a partire da una posizione subalterna: in molti volevano subito un ruolo di responsabilità sebbene quando escono dalle università abbiano ancora molto da imparare. In più non è vero che le nostre imprese mancano di innovazione: è il mercato internazionale che ora come ora ci mette in grossa difficoltà.
    La proposta di TRE
    – conclude il presidente di Confapi Rimini – è certamente lodevole ma in questa fase ostica noi imprenditori abbiamo soprattutto una priorità: la salvaguardia dei posti di lavoro dei nostri dipendenti”.

    Alessandra Leardini