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Nella rete dei pirati

Sapevate che rubare DVD non è poi così diverso da guardare film in streaming su siti web pirata? Eppure quella di visualizzare serie tv, partite sportive e in generale tutti quei contenuti che sarebbero protetti da diritto d’autore su piattaforme online illegali è una pratica ormai molto diffusa, che rischia di far presa in particolare sui giovani, nati nell’era dell’internet e del digitale. Una ricerca realizzata da Skuola.net in collaborazione con l’Ufficio UE per la Proprietà Intellettuale (EUIPO) si propone di far luce su quanto questa abitudine sia radicata nelle nuove generazioni, interpellando 2.500 persone di età compresa tra gli 11 e i 25 anni. E i risultati rivelano che il ricorso alla pirateria online è effettivamente una consuetudine diffusa. A due giovani su tre è capitato di guardare film, serie tv o eventi sportivi usando siti illegali, e non è l’unica abitudine riscontrata che contravviene alle norme: tra le altre trasgressioni più gettonate spiccano la condivisione delle proprie credenziali d’accesso a servizi a pagamento con amici e persone al di fuori del nucleo familiare ( un giovane su due, spesso anche con veri e propri sconosciuti), a cui ricorrono il 50% degli intervistati, e l’utilizzo di app ‘craccate’, ovvero versioni contraffatte di un’applicazione, tramite le quali è ad esempio possibile accedere a contenuti riservati ai possessori di abbonamento senza però pagare alcuna somma di denaro, di cui fa uso il 30% dei giovani campione.

Le cause di un fenomeno e le conseguenze sottovalutate

Qual è il fattore che più motiva a intraprendere questi metodi illegali? La ragione principale è il risparmio economico, la cui tentazione prevarica il timore di eventuali possibili conseguenz

per il 31% degli intervistati. Ma il dato più preoccupante è la percentuale di coloro che ricorrono a queste vie senza l’effettiva consapevolezza di ciò che la loro azione comporta: il 20% non si è minimamente reso conto non solo di alimentare l’illegalità e di violare delle leggi, che oltretutto comportano multe e sanzioni, ma al contempo di danneggiare anche gli stessi autori dei contenuti che si suppone gli utenti supportino, ai quali viene a mancare una parte di ricavo economico. Senza oltretutto contare il fatto che queste strade illegali nascondano quasi sempre truffe, frodi e virus in grado di infettare il proprio smartphone o computer.

Una tendenza positiva pone tuttavia le basi per un’inversione di rotta in quest’ultima statistica: quasi 1 intervistato 2 (il 46%) dichiara di essere interessato ad approfondire questi temi per poter essere più consapevole delle proprie azioni, argomenti dei quali solitamente non si discute molto nei contesti educativi formali, come attesta il fatto che solo il 21% abbia discusso di queste tematiche in contesto scolastico.

L’esperienza di un giovane riminese

Abbiamo chiesto a Tommaso, 19enne riminese, la sua opinione ed esperienza riguardo alla pirateria informatica. “ Diciamocelo: tutti abbiamo fatto ricorso almeno una volta a metodi poco limpidi per evitare di pagare un abbonamento o per sottrarsi alle continue ed incessanti pubblicità che interrompono di continuo la nostra attività online. Tuttavia, rivolgersi a questi espedienti è un po’ come salire sull’autobus senza biglietto. – le sue parole – Evitiamo una spesa, ma al contempo danneggiamo il servizio di trasporto pubblico, compromettendo il servizio stesso, che peggiorerà sempre di più. Ipotizzando che tutti cessino di pagare il biglietto, non ci sarebbero più i fondi per permettere agli autobus di circolare, e inevitabilmente rimarremmo tutti a piedi”.

C’è, però, un evidente problema legato alla percezione. “Ciononostante, – prosegue Tommaso – non è così scontato che una persona che mai si sognerebbe di non pagare il biglietto condanni in ugual modo la pirateria online: credo che, purtroppo, appena si sfocia nella navigazione sul web sia evidente come riguardo a internet ci sia una diffusa mancanza di consapevolezza, dovuta in parte anche alla scarsa conoscenza di un mondo di cui nel nostro quotidiano vediamo solo una parte, una facciata semplificata. Davanti allo schermo capita spesso di agire pensando, in un certo senso, di essere nascosti, irrintracciabili, il che ci fa dare un peso e una misura diversi alle nostre azioni online: si tratta, tuttavia, di un presupposto del tutto illusorio e infondato, anche se messo in pratica dai più nel mondo online. Senza contare l’estrema semplicità e immediatezza di quei pochi clic che di fatto ci permettono di arrivare ovunque con un’accessibilità disarmante, un altro fattore che alimenta a mio avviso la pirateria online, favorita da un’ampia e facile reperibilità. In più, quasi nessuno dei comuni utilizzatori delle tecnologie informatiche di oggi si rende conto di cosa significhi effettivamente e quali rischi comporti installare applicazioni da origini non sicure o fornire ad esse consensi ad accedere indiscriminatamente al proprio dispositivo. Ma finché conoscenza e consapevolezza non aumenteranno, sarà difficile aspettarsi un vero cambio di rotta”.

ANDREA PASINI