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Una scuola dal nome Gianna

E POI c’è chi dice che Novafeltria non ha storia. Chi ha mai visitato Palazzo Carboni, a Secchiano? E chi conosce la vicenda che vede protagonista la farmacista Gianna, che ha “intitolato” il suo testamento a favore dell’istruzione dei bambini. Sulle ceneri di quella donazione è sorto, nel 1998, il plesso scolastico di Secchiano. Nessuno aveva però mai pensato di ringraziare la benefattrice. La lacuna sarà colmata sabato 19 febbraio, quando il plesso scolastico verrà intitolato a Gianna Vidoni Carboni.
Per arrivare sulle tracce di questa donna, farmacista dal cuore grande, è stato necessario rinvenire un testamento e incontrare il nipote, Enrico Verona. Grazie alle sue frequentazioni di Palazzo Carboni, il bel palazzo secchianese originario del 1600, la storia di Gianna è tornata a galla. Una targa che la ricorda sarà apposta alla facciata del plesso, mentre notizie biografiche saranno riprodotte all’interno, per non dimenticare.
Gianna è la più piccola di tre sorelle. La mamma Antonietta discende da una famiglia “bene” di San Leo, mentre la casata del babbo Giuseppe Carboni è stimata in tutto il Montefeltro. Un Carboni condottiero medievale è ricordato ad esempio a Pennabilli con la porta cittadina omonima. Gianna si laurea in Farmacia, conosce Egidio Vidoni, un umanista che scrive volumi filosofici e si trasferisce a Milano. Il legame con Secchiano e il palazzo resterà sempre vivo. la coppia vi tornerà ad abitare mentre infuria la II Guerra Mondiale. In questo periodo Gianna lavora presso la Farmacia Pianini di Novafeltria. Al termine del conflitto, però, i Vidoni Carboni tornano nel capoluogo lombardo. Un incidente (investita mentre scende da un autobus) fa precipitare le condizioni di salute di Gianna: due anni dopo morirà per un tumore alla testa. È il 26 febbraio 1973. Per sua volontà, viene sepolta a Secchiano, nella cappella Vidoni Carboni. Il marito Egidio riprende a frequentare sempre più convinto il paese e Palazzo Carboni, fino alla morte, il 20 giugno 1976, al ritorno da Milano dove si era recato per votare.
Solo dopo qualche anno, grazie al ritrovamento del testamento, si riesce a fare luce sulla coppia (non ebbero figli). Le ultime volontà sono esplicite: le proprietà vanno alla famiglia di Gianna, mentre la casa, i denari in banca e le azioni fermate a Milano debbono essere vendute e il ricavato dato in beneficenza al Comune di Novafeltria: con esso dovrà edificare una scuola. Detto fatto. L’Amministrazione lo utilizza per acquistare (in parte) il terreno sul quale nel 1998 sorgerà il plesso scolastico che accoglie scuola dell’infanzia e scuola primaria. Grazie al nipote Enrico Verona (lavora presso il Cern), una notizia dopo l’altra il puzzle riguardante la benefattrice Gianna si ricompone. E regala una storia di nobili sentimenti e di grande umanità, capace di fare scuola.

Paolo Guiducci