Quando parliamo di colonie, ce ne sono tante nella nostra costa, il pensiero corre a due considerazioni: sono lì abbandonate da oltre mezzo secolo senza essere riusciti a trovarne un riuso ragionevole; il loro ri-utilizzo, data la posizione, non può che essere in ambito turistico. Il posizionamento certamente spinge in quella direzione e al punto di degrado in cui sono cadute verrebbe da dire che qualsiasi intervento è benvenuto purché si rimedi ad uno scempio poco invidiabile. Ma siccome le colonie in ballo sono tante potrebbe risultare utile, considerando alcune serie criticità che affliggono questo territorio come i bassi salari, la poca domanda di personale qualificato e l’emigrazione all’estero di tanti giovani, allargare gli orizzonti e considerare ipotesi diverse, come l’utilizzo di alcune di loro per l’insediamento di imprese di alta tecnologia, capaci di richiamare professionalità di eccellenza, nazionali ed estere.
“A San Francisco il turismo è l’industria principale” – scrive Enrico Moretti, italiano e docente in università Usa, nel volume ‘La geografia del lavoro’ – assieme all’high tech”.
Rimini, come ciascuno potrà notare, assolve alla prima condizione, ma è molto lontana dalla seconda. Attività di alta tecnologia che per l’elevato profilo del personale richiesto e gli ottimi salari pagati potrebbero contribuire a risollevare la media dei salari e ridurre il gap retributivo e di opportunità col resto della regione. Maurizio Focchi, titolare della ditta omonima e già presidente di Confindustria Rimini, da noi intervistato qualche tempo fa aveva sottolineato che “Dal punto di vista della qualità della vita Rimini è senz’altro migliore di tante città dell’Emilia-Romagna, quindi pensare ad un hub (nodo di una rete) innovativo, collegato ai giovani, alle start up, al digitale e alla economia verde, con la fiera di Ecomondo che simbolicamente fa da traino, potrebbe essere una buona idea. Riuscire a fare un Centro dedicato a queste innovazioni, fare formazione, far crescere le start up…. costituirebbe una vera novità”.
A Bologna esiste Cineca, un Centro di eccellenza italiano ed europeo per tecnologie del supercalcolo, supporto e sviluppo per applicazioni di frontiera, che ospita uno dei supercalcolatori, Leonardo, più potenti d’Europa. Si potrebbe aprire un dialogo e verificare alcune possibilità. Anche in ambito intelligenza artificiale, come già diverse aziende italiane hanno iniziato a fare. Una impresa di alta tecnologia in riva al mare sarebbe una opportunità per Rimini e per l’azienda non comune. Per chi ci lavorerà, in genere persone tecnologiche ma anche creative, una posizione invidiabile.