Dieci anni fa (era il 5 settembre 2004, per la precisione), nella spianata di Montorso, a Loreto, papa Giovanni Paolo II nella sua ultima uscita pubblica beatificava Alberto Marvelli, l’«ingegnere della carità», insegnante e assessore della Rimini uscita ferita dalla Seconda Guerra Mondiale.
La beatificazione di Marvelli è stato un evento coinvolgente per tutta la Chiesa riminese: i preparativi, il viaggio, le parole del Papa, la “regia” del vescovo Francesco Lambiasi (allora assistente nazionale dell’Azione Cattolica), gli occhi limpidi dei giovani, la gioia dei canti e dei colori.
“Commemorare, oggi, sarebbe troppo poco. – mette le cose in chiaro Elisabetta Casadei del Centro documentazione «A. Marvelli» – Alberto ha qualcosa da dire e da dare e già si è ben «sintonizzato» sulle alte frequenze di papa Francesco”.
Per questo, la Diocesi di Rimini propone di celebrare il decimo Anniversario della Beatificazione del giovane ingegnere.
Non una semplice “commemorazione”, ma una vera e propria occasione di evangelizzazione e di educazione umana e civile, rivolta anche alle giovani generazioni, che non hanno ancora conosciuto Alberto.
Annuncio e intitolazioni. L’annuncio di un anno dedicato ad Alberto Marvelli, nel decimo anniversario della sua beatificazione, è stato dato dal Vescovo di Rimini, mons. Francesco Lambiasi, al termine della Veglia di Pentecoste.
Lo stesso beato riminese sarà posto a protezione della prossima missione diocesana (del popolo al popolo) indetta per il prossimo biennio pastorale.
Alberto Marvelli, un “apostolo dall’animo in fiamme” come qualcuno l’ha definito, è infatti un testimone evangelico significativo per tutti i riminesi che si preparano ad essere missionari.
La città di Rimini lo ha già onorato con la dedicazione di una piazza (già P.zza Tripoli), una lapide in Municipio (P.zza Cavour) e una sala nella sede della Provincia; a lui è intitolato l’Istituto Comprensivo statale di Covignano (appena ristrutturato, un vero campus), l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Rimini e il Movimento per la Vita. E poi una scuola primaria a Montefiore e un complesso edilizio nel comune di Morciano.Non solo a Rimini, ma anche in Italia (una via dedicata a Ferrara – la sua città natale – e un centro sportivo a Rovigo, dove ha vissuto e lavorato alcuni anni) e all’estero, oratori, case, centri professionali, associazioni e gruppi giovanili portano oggi il suo nome.
L’opera di Alberto, oggi. Durante questo Anniversario lungo un anno, si intende “mostrare”, “far vedere” visibilmente, ciò che oggi Alberto sta operando invisibilmente: mostrarlo nei luoghi in cui è vissuto (la piazza, la spiaggia, la scuola, la parrocchia) e negli obiettivi per cui ha lottato (la fede, la dignità umana, la pace, l’amicizia, la cultura, il lavoro, il diritto).
Uomo di profonda interiorità e di instancabile vitalità, Marvelli insegna che è possibile vivere con la «passione delle altezze» anche nel buio della sofferenza e della crisi economica, etica e politica.
Il X anniversario è un evento, fatto di tanti eventi (culturali e civili, educativi e sociali, religiosi e di evangelizzazione), a cui partecipano anche l’Azione Cattolica Italiana e la Famiglia Salesiana Italiana. Il 5 ottobre, festa liturgica del beato, è la data ufficiale delle celebrazioni, che saranno aperte dall’anteprima del nuovo docu-film sulla vita e la spiritualità di Alberto, dal titolo Siamo fatti per il cielo e per il quale è in atto la campagna “Adotta un frame” con adesioni già diverse parti del mondo e d’Italia.
In precedenza, durante l’estate, saranno organizzati tornei sportivi in spiaggia (e una fiaccolata sul lungomare), una mostra di pittori a p.zza Marvelli e una mostra allestita in occasione del festival Francescano. Settembre è anche il mese in cui verrà presentato il volume Alberto Marvelli: Atleti con l’anima, con la prefazione del direttore dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport, don Mario Lusek. Il “decennale” si concluderà il 5 ottobre 2015 con la festa liturgica.
Fare memoria della Beatificazione durante un anno intero, significa far “riprendere possesso” ad Alberto della sua città e della sua Chiesa con la sua azione e intercessione e con la sua testimonianza di fede.
Una testimonianza di vita e di cittadinanza con cui i riminesi, oggi, non possono oggi non misurarsi.
Paolo Guiducci