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Testimoni di fraternità universale

Oggi è il carisma francescano ad unire le suore del monastero “Immacolata” di Santarcangelo di Romagna. Una comunità che si è rinnovata nell’aprile 2007.
“È del 1 marzo 2007 la richiesta di fusione tra le Figlie dell’Immacolata Concezione di Santarcangelo di Romagna, Istituto di diritto diocesano, con la Congregazione delle Suore Francescane dei Sacri Cuori, Istituto di diritto pontificio – precisa suor Amabile Galatà, Superiora del monastero –. Il motivo di tale richiesta era “l’impossibilità di dare seguito con le sole nostre forze al carisma del nostro Istituto” e l’auspicio che “il Signore benedica e faccia fruttificare il tanto bene che in questi 150 anni di vita le Figlie dell’Immacolata Concezione hanno seminato nei solchi della storia civile ed ecclesiale della Romagna”. Il 3 maggio dello stesso anno, infatti, ricorreva il 150° anniversario della fondazione ad opera della Serva di Dio Madre Maria Maddalena della SS.ma Trinità, al secolo Angela Molari, conosciuta come “la santa di Rimini”.
La Congregazione delle Suore Francescane dei Sacri Cuori ha accolto la richiesta il 3 marzo del 2007 e la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica ha emanato il Decreto di Fusione l’11 aprile 2007 a firma del Cardinale Franc Rodè, C. M., Prefetto. Tutto questo ha determinato l’arrivo al Monastero, che ha mantenuto la sua denominazione “Immacolata”, di tre giovani suore della Congregazione delle Suore Francescane dei Sacri Cuori. Ha avuto così inizio la reciproca conoscenza ed accoglienza.
Le Suore Bianche, così sono conosciute in città le Figlie dell’Immacolata Concezione, erano rimaste solo in cinque, ma nell’anno 2009 tre di loro, Suor Maria Luisa, Suor Maria Paola, che per lunghi anni ha guidato con saggezza l’Istituto, e Suor Maria Candida, hanno raggiunto la patria celeste. Oggi la comunità è costituita da sei religiose, di cui sono la superiora dopo aver ricevuto il mandato dalla Superiora Generale, suor Maria Teresa De Giglio, il 20 luglio 2009”.

Attualmente come svolgete il vostro servizio?
“Al Monastero di Santarcangelo, continuiamo a vivere in un clima di preghiera e di riservatezza, ma sempre disponibili all’aiuto fraterno e ben inserite nel tessuto ecclesiale. Suor Antonietta, in particolare, si prende cura del decoro della chiesa dove viene celebrata quotidianamente la Messa preceduta dalla preghiera dei Vespri e del Rosario; accogliamo le richieste di preghiera che arrivano da ogni parte, perché le persone credono ancora nel valore della preghiera d’intercessione. Dallo scorso anno due suore collaborano come catechiste nella parrocchia della Collegiata. Per la solennità dell’Immacolata si fa un incontro di preghiera ed agape fraterna con le ex allieve che partecipano numerose ed entusiaste. Nella casa per vacanze estive a San Leo (strada per Pugliano), sorta negli anni ’50 come colonia estiva, sono accolti gruppi ecclesiali e parrocchiali che autogestiscono il loro soggiorno. I ricordi si perdono nel tempo e le suore raccontano delle centinaia di bambini accuditi con amore. Suor Giovanna, che da molti anni è responsabile di questo servizio, continua a farlo con entusiasmo e dedizione”.

Quali prospettive per il futuro?
“Siamo ancora in fase progettuale, ma è nostro vivo desiderio, ritornare alla Casa della Colonnella con la formazione di un’altra comunità religiosa, inserirci nella pastorale parrocchiale, riprendere la conduzione della Scuola dell’Infanzia che attualmente è ben gestita dalla parrocchia. È il segno della nostra stima e del nostro rispetto per le sorelle più anziane che giustamente ritengono questa Casa la culla delle loro origini, perché lì la Venerata Fondatrice ha iniziato il suo percorso spirituale e lì ha chiuso la sua esperienza terrena. È un luogo molto caro alla storia delle Suore Bianche e noi, con la grazia di Dio, speriamo di ridargli la funzione di luogo di accoglienza e di formazione sia per i bambini che per le loro famiglie.
Anche al Monastero ci sono progetti in cantiere nati dal dialogo con le Autorità Civili della città e tesi ad utilizzare gli spazi da noi inutilizzati per l’accoglienza di persone che vivono momenti di sofferenza e per la formazione di artisti che pongono al centro della loro arte la spiritualità.
Siamo una comunità interculturale, composta da italiane, filippine, indonesiane; una delle tante espressioni del carisma francescano e clariano, e ci proponiamo anzitutto di vivere con gioia la nostra scelta di vita religiosa e di essere testimoni di fraternità e di accoglienza per il fratello, senza distinzioni di razza, cultura e religione. Siamo interpellati dalla multiculturalità e vogliamo offrire il nostro piccolo contributo per dire al mondo che nel nome di Cristo Signore e della Vergine SS.ma Immacolata, non solo è possibile, ma è bello vivere insieme, nonostante le inevitabili difficoltà che la vita ci presenta”.

Avete incontri con i giovani? Perché, secondo voi, è sempre più difficile per le ragazze intraprendere una vocazione religiosa?
“Qui non abbiamo luoghi specifici dove incontrare i giovani, ma lo facciamo in altri luoghi dove siamo presenti sul territorio italiano e, quindi conosciamo le qualità dei giovani e le difficoltà che incontrano davanti ad una scelta di vita. Sì, perché la loro difficoltà, secondo la mia esperienza, non è solo nello scegliere di dedicarsi totalmente a Dio nella vita religiosa, ma proprio nella scelta da fare per la vita. Sono infatti proprie dei giovani la generosità, la capacità di rischio, l’apertura agli altri, ma anche l’insicurezza, la poca stabilità nel mantenere gli impegni assunti, il rinviare ad oltranza il tempo per decidere e soprattutto la paura di fare scelte “per sempre”. Sono queste “fragilità” che rendono sempre più difficile intraprendere la vocazione religiosa che richiede proprio la capacità di praticare una “Regola”, stabilità negli impegni a partire dal rispetto degli orari di preghiera e di fraternità, scegliere di donarsi a Dio nei fratelli non per un giorno o un mese, ma per sempre! Constatiamo il “deserto” che si allarga sempre più e svuota i luoghi che per secoli sono stati vissuti e resi fecondi dal dono di tanti fratelli e sorelle che si sono dedicati totalmente a Dio nella preghiera e nel servizio ai fratelli, ma abbiamo fiducia in Dio perché a Lui niente è impossibile ed un giorno il deserto tornerà a fiorire”.

a cura di Francesco Perez