Riposo in Casa, ecco come cambia

    La folla dei cittadini over 75 continua ad aumentare così come la domanda di servizi socio-assistenziali. Che fare? Urgente si rivela, nel Riminese, la creazione di nuovi posti letto in Case Protette, Rsa, ma anche in centri diurni, da qui ai prossimi due anni. Non solo: le direttive imposte dalla Regione Emilia Romagna impongono una forte riorganizzazione dell’offerta socio-assistenziale che si tradurrà in un aumento delle rette a carico degli utenti.
    Sul futuro delle case di riposo riminesi il Ponte aveva già dato qualche anticipazione (n. 10/2011) approfondendo la situazione del Distretto Rimini Nord (capoluogo più Bellaria e alta e bassa Valmarecchia).
    A distanza di qualche settimana anche il quadro del Distretto Sud appare più chiaro, ferme restando le problematiche lanciate dai sindacati dei pensionati per tutti e due i distretti: un anziano, per pagarsi la permanenza in una casa di riposo del territorio, deve sborsare in media 1.440 euro il mese, “somma non indifferente – fa notare Gianna Bisagni di Spi Cgil – se confrontata con le pensioni Inps che nel Riminese ammontano mediamente a 642 euro mensili, le più basse in Emilia Romagna”. A dire il vero, fino ad oggi anche le rette pagate dagli utenti riminesi (circa il 60% del costo complessivo) erano le più basse in regione. Ma le cose cambieranno. Lo dicono i sindacati e lo confermano i responsabili degli Uffici di Piano dei due Distretti.
    Altro problema, la capacità delle strutture residenziali per anziani di rispondere ad una domanda che si fa sempre più numerosa. La Regione Emilia Romagna impone un indice di copertura minimo del 3%. Il Distretto Nord attualmente è sul 2,57% ma con l’aggiunta di un centinaio di posti, già nel 2011/2012 è in grado di raggiungere il fatidico 3%. E il Distretto Sud?

    I posti letto
    Partiamo dalla popolazione over 75 del Distretto Sud che dai 10.942 cittadini del 2010 è salita a quota 11.230 al 1 gennaio 2011. Le case residenza dislocate sui comuni di Riccione, San Giovanni in Marignano, Misano, Cattolica, Morciano e Montescudo, offrono, tra strutture pubbliche e private convenzionate con il pubblico, un totale di 329 posti letto. Numero che se confrontato con l’aumento dell’utenza fa scendere l’indice di copertura dal 3% del 2010 al 2,93 del 2011. Che fare?
    “Nel Piano del Comitato distrettuale – chiarisce il responsabile Valter Chiani – sono previsti, oltre a quelli già esistenti, ulteriori 18 posti letto. L’aggiunta verrà ottenuta non con la creazione di una nuova struttura, ma potenziando quelle già esistenti”. Ancora non sono state individuate le case residenza che ospiteranno i nuovi posti letto, “per qualcuna – anticipa Chiani – sarà necessario qualche intervento strutturale più consistente, per altre basterà qualche piccolo adeguamento. Stiamo ragionando con i Comuni per vedere insieme dove gli interventi saranno più fattibili e con minori costi”.

    Le rette
    Altra questione, quella relativa alle rette che gli utenti andranno a pagare da qui ai prossimi due anni in un regime di prezzi amministrati come vuole la normativa regionale sull’accreditamento dei servizi. La Regione prevede un tetto massimo (certo, non obbligatorio) di 49,50 euro al giorno. Come sottolinea Chiani, dati alla mano, a parte le Rsa di Misano, Morciano e Cattolica dove già attualmente si pagano 49,54 euro, ed il nucleo demenze che fa sempre capo alla casa residenza Sole di Misano la cui retta è di 53,50 euro (“si tratta di una struttura alquanto specializzata con parametri di qualità molto alti e di servizio all’intera utenza provinciale” spiega Chiani), nelle altre strutture le rette sono oggi al di sotto del tetto regionale, “in alcuni casi anche abbondantemente sotto, come nelle case protette riccionesi Nuova Primavera (43,70 euro) e Felice Pullè (44,60 euro) e alla Residenza Fantini di Montescudo”.
    Cosa succederà? “Non si esclude che laddove ci siano standard assistenziali elevati – prosegue Chiani – questo possa tradursi in una retta maggiore. In ogni caso gli aumenti non saranno superiori ai due euro giornalieri, verranno calmierati sui prossimi tre anni e laddove è maggiore la distanza tra gli standard attuali e quelli previsti dalla Regione, una parte di questo costo sarà coperto con fondi regionali e comunali così da non gravare troppo sugli utenti”.
    A proposito di standard qualitativi e assistenziali. Anche nelle case di riposo del Distretto Sud come in quello Nord, da qui al 2012 ci si dovrà adeguare alle nuove norme sulla gestione del personale socio-sanitario. Stop anche qui alle gestioni miste che vedono impiegati insieme dipendenti pubblici e lavoratori di cooperative. “L’unica struttura che resterà completamente pubblica è la Fantini – conclude Chiani – delle altre, la Nuova Primavera e la Sole sono e resteranno private mentre le restanti, oggi a gestione mista, passeranno al 100% alle cooperative che già vi impiegano la maggior parte del personale”.
    Le case di riposo guardano quindi al futuro. In attesa di riuscire a soddisfare al 100% le richieste dei “capelli grigi”.

    Alessandra Leardini