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Rimini frena sull’azzardo

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Con 427 esercizi sul territorio dedicati alle macchinette, 1.900 slot-machine, 1.769 euro spesi pro capite e 25 milioni giocati nel 2015, Rimini ha il primato per nulla invidiabile di prima provincia in Regione nel gioco d’azzardo, e addirittura quarta in Italia. Una cifra alla quale certamente contribuiscono i turisti che d’estate affollano spiagge ed entroterra della Riviera riminese, ma in ogni caso si parla di numeri talmente alti da essere “di fronte ad una vera pandemia”.
In questo contesto, reso ancora più problematico da un’altra “vittoria di Pirro” (il 39% degli studenti riminesi ha giocato almeno una volta, il numero più alto registrato in Regione), qualcosa si muove.
L’ordine del giorno sul gioco d’azzardo è stato approvato a larga maggioranza dal Consiglio comunale di Rimini. Lo aveva presentato il consigliere di Rimini Attiva, Kristian Gianfreda,
“spalleggiando” la campagna di sensibilizzazione “A che gioco giochiamo” lanciata da una rete di associazioni, movimenti, aziende e singoli cittadini. L’odg impegna l’amministrazione ad adottare misure per contrastare la piaga del gioco d’azzardo.
Tra le richieste avanzate da Slotmob all’Amministrazione (e riprese da Gianfreda), figurano i limiti più stringenti per gli orari e per la collocazione degli esercizi con videoslot che non vanno autorizzate vicino a aree sensibili. E limiti alla pubblicità sul territorio riminese di attività che praticano il gioco a San Marino. Slotmob continua a raccoglie firme in piazza Cavour sabato dalle ore 10 alle 17.
“Apprezziamo l’impegno del Comune di Rimini – commenta Daniele Serafini, responsabile della Papa Giovanni XXIII per la zona di Rimini – Siamo soddisfatti, ma è solo un primo passo e ci rendiamo conto che è un cammino lungo e difficile. Gli interessi economici che stanno dietro al gioco d’azzardo sono davvero tanti. Ma è fondamentale portare aventi questa battaglia, lo dobbiamo alle tante famiglie rovinate. Le conseguenze, anche economiche, ricadono su tutta la collettività”.
Un’altro piccolo tassello del mosaico lo mette la regione Emilia Romagna. Ha stabilito criteri di priorità e premialità nell’attribuzione di fondi a vantaggio di locali con il marchio Slot freER, voluto dalla Regione stessa per quei titolari che rinunciano a installare apparecchiature da gioco a premi. Gli esercizi liberi da macchinette avranno il 5% in più.
Di gioco d’azzardo si parla – anzi, si recita – in Slot Machine, della compagnia ravennate Teatro delle Albe, in scena domenica 19 febbraio (ore 17) al Teatro Sociale di Novafeltria. Racconta della caduta vertiginosa di Doriano, figlio di contadini che si sono spaccati la schiena per fare fortuna, che letteralmente annega nel gioco senza riuscire a riemergere. “In fondo in fondo / I giochi sono tasse!”. Il giorno seguente (20 febbraio) incontro/conversazione con studenti e insegnanti dell’Istituto superiore “T. Guerra” di Novafeltria, a cura di Alessandro Argnani: “Per non morire di gioco d’azzardo”.

Tommaso Cevoli