Re Giorgio VI, il sergente e Coriano

    Cosa hanno in comune il re d’Inghilterra Giorgio VI e le colline di Gemmano e Coriano? Oppure un apprezzato chef londinese e un giornalista californiano? Cosa unisce due nazionali di calcio e una televisione tedesca? Come sempre, Rimini e i paesi della sua provincia.

    Il re Giorgio
    e Coriano

    A volte sembra impossibile, specie durante la bella stagione, visitare le colline della Valconca e immaginare che esse siano state teatro, durante la II Guerra Mondiale, di alcune delle più cruente battaglie combattute sul fronte italiano. Eppure, nonostante tutti i decenni passati, continuano a mantenere ben vivo il ricordo di questi sanguinosi avvenimenti i numerosi articoli che, con cadenza pressoché costante, appaiono sui periodici di tutto il mondo. Articoli che danno spesso un nome, un volto e uno spessore tutto diverso alle numerose croci che ancora oggi possiamo scorgere quando incrociamo un cimitero del Commonwealth. Una di queste croci appartiene, ad esempio, al maggiore Eric Brotherton che, dopo aver servito con valore il proprio paese nelle campagne di Francia e Belgio, prima, ed in Libia, poi, trovò la morte, purtroppo, a Gemmano. Ce ne dà notizia il quotidiano britannico Daily Echo di Bournemouth, ricordando che il maggiore venne per questo insignito della medaglia al Valore. La stessa medaglia la ricevette anche un altro reduce, questa volta canadese, cui si rifà invece un’altra storia, che lega Coriano nientepopodimeno che a sua Maestà Giorgio VI d’Inghilterra, il sovrano britannico recentemente riscoperto dal film Il discorso del Re. Film che il reduce in questione, Walter Perrin, di 89 anni, e di cui ci dà notizia il Truro Daily News, confessa candidamente di non aver visto, dal momento che lui, Giorgio VI, lo ha incontrato di persona. A permettere tale incontro non certo consueto, la medaglia al valore ottenuta da Perrin sulle colline di Coriano, dove l’allora sergente canadese era rimasto ferito ad una gamba sotto il fuoco tedesco.

    Le due nazionali
    di Montecolombo

    Restiamo sempre in Valconca, a Montecolombo per la precisione, comune che non appare di frequente sulle pagine della stampa estera, ma che ha avuto tale onore nel mese appena trascorso, per avere ospitato le nazionali di calcio di due importanti paesi, l’Ungheria e la Finlandia. Ne danno notizia, rispettivamente, il sito internet magiaro FN.hu e il quotidiano finnico Helsingin Sanomat, che mostra anche il numero uno della nazionale di Helsinki mentre si gode un caffè proprio di fronte al lago del paese.

    Il reporter
    californiano

    Ma torniamo a Rimini, dove ha trascorso due anni Matthew Veseskis, un reporter del periodico californiano San Diego Reader quando, poco più che 20enne, attratto da un annuncio di lavoro, arrivò in Riviera per lavorare come “addetto alle pubbliche relazioni per un locale da ballo del posto”, in sostanza per lavorare come PR in discoteca. Il giovane racconta in un divertito e divertente articolo la sua esperienza nella cittadina romagnola, dove ha imparato l’italiano a furia di proporre biglietti e ingressi omaggio, ha fatto numerose amicizie, ha vinto la propria timidezza e si è meravigliato più di una volta di quanto i riminesi, e gli italiani più in generale, utilizzino la mimica facciale e gestuale quando parlano.

    Nella City
    spopola Stecca

    E chissà se Matthew a Rimini ha avuto anche modo di apprezzare la cucina locale. Probabilmente sì. Ad ogni modo questa fortuna l’avranno sicuramente gli ospiti del Novikov Restaurant & Bar, un nuovo ristorante che aprirà a Londra quest’estate e che avrà come chef della propria sezione italiana un riminese, Stefano Stecca, già conosciuto nella capitale britannica per aver lavorato, in precedenza, all’Osteria Stecca, un locale alla moda dove i suoi piatti hanno ottenuto recensioni e commenti entusiastici da parte della stampa specializzata britannica. La piadina batte il porridge?

    Quei tedeschi
    alla riminese

    Sicuramente apprezzerà la cucina romagnola il gruppo di cittadini teutonici che ha deciso di vivere a Rimini permanentemente. Parla di alcuni di loro SWR, un canale pubblico televisivo tedesco che ha dedicato un documentario davvero ben realizzato, intitolato Rimini, unser Traum (lett. Rimini, il nostro sogno). È così che in esso facciamo la conoscenza di persone come Claudia, che si è trasferita da Monaco con sua figlia Bianca, per amore, come già aveva fatto, una generazione prima, anche sua madre Frauke; o come Maria e Lucia, per cui la costa adriatica è un vero e proprio luogo dei desideri, in cui volevano assolutamente vivere. Tutto è iniziato, chiosa il documentario, “negli anni ’50, quando i Tedeschi attraversavano le Alpi con i propri Maggiolino Volkswagen per viaggiare sino alle località adriatiche e trovare, una volta giunti, il riposo e le vacanze. Alcuni hanno scelto di restare, realizzando un sogno permanente – lontani dalla fredda Germania”.

    Fabio Parri