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L’attore tra monade e coro

L’attore “ora scheletro e misura della scena, ora stonatura e margine dell’esistenza”. Con questa definizione programmatica, Ermanna Montanari si prepara ad aprire la quarantunesima edizione del Festival Internazionale del Teatro in Piazza, incentrata sul mestiere di chi va in scena, declinato in ogni suo possibile divenire. L’attrice delle Albe, dopo la Socíetas Raffaello Sanzio e i Motus, guiderà la kermesse santarcangiolese, in programma da venerdì 8 a domenica 17 luglio.
Ma Santarcangelo 41, oltre a queste monadi che sono appunto gli attori, avrà anche una natura corale. Concretamente agiranno infatti due grandi cori: Eresia della Felicità e Chiamata Pubblica. Il primo è formato da duecento adolescenti provenienti da diverse città italiane e di altre nazioni – dal Belgio al Senegal, dal Brasile agli Stati Uniti – che si riuniranno allo Sferisterio in una non-scuola con il coordinamento del regista Marco Martinelli del Teatro delle Albe per una festa che avrà come soggetto le parole di Vladimir Majakovskij, il poeta russo che, soprattutto quando era giovane e ribelle, si serviva d’immagini surreali e potenti. Del resto le Albe, che esistono dal 1983, non sono nuove a esperienze di questo genere e i loro insegnamenti antiaccademici sono approdati nel tempo in luoghi difficili come Scampia-Napoli, Mazara del Vallo e Lamezia Terme, oltre che in altre parti del mondo. Il secondo, Chiamata Pubblica, ha un forte valore simbolico: si tratta di una popolazione di sedie donate al festival dai teatri italiani – finora hanno aderito più di un centinaio – che, collocate nella piazza centrale di Santarcangelo, forniranno una testimonianza della difficile situazione teatrale italiana e della grave crisi economica che attraversa. E ancora un lavoro a carattere corale sarà quello dei tre gruppi, cui è stata affidata la direzione artistica in questi tre anni, che presenteranno i loro nuovi percorsi di ricerca, offrendo così un generoso dono al festival. Chiara Guidi della Socíetas Raffaello Sanzio proseguirà nella lettura musicale della fiaba russa L’uccello di fuoco; i Motus rilanciano le provocazioni del Living Theatre lavorando con la sua fondatrice Judith Malina; le Albe invece compongono il monumentale coro majakovskijano. Né poteva mancare un altro storico gruppo romagnolo, il Teatro della Valdoca che affida a Mariangela Gualtieri il ruolo di muezzin della poesia: versi declamati al crepuscolo dall’alto della torre civica.
Questa edizione del festival ribadisce il proprio spirito internazionale attraverso numerosi ospiti stranieri. La compagnia giapponese Seinendan, diretta da Oriza Hirata, presenta (8-10) due lavori molto diversi: Tokyo Notes, un affresco corale, e il crudele The Yalta Conference. Da segnalare (15 e 16) Frankenstein Project, il lavoro della compagnia ungherese diretta dal regista Kornél Mudruczó, che lo ha reso celebre in tutta Europa. Viene dalla Germania Antonia Baehr (16 e 17) con la sua performance sull’atto del ridere, dalla Gran Bretagna arriva invece Rotozaza (8-17) con Etiquette, mentre il bulgaro Ivo Dimchev propone (8 e 10) in prima italiana Som Faves, spettacolo dove tenta di annientare ogni possibile finzione. In campo musicale figure molto significative sono quella della violinista di origine ceca Iva Bittová (il 14) che proviene dagli Stati Uniti, e dei canadesi Austra con il loro mix di elettronica e sperimentazione vocale, il 10, unica data italiana. A questi nomi si aggiunge il progetto Intersection della Quadriennale di Praga.
La folta rappresentativa nazionale è invece data dall’Accademia degli Artefatti che si cimenta (15-17) con gli Orazi e i Curiazi di Brecht; mentre Fanny & Alexander propongono, contemporaneamente al Ravenna Festival – collegati con ponte radio – Tempo reale (8 e 9), un ibrido fra teatro e radiofonia. Lucia Clamaro con Daria Deflorian e Federica Santoro conclude (16-17) il ciclo L’origine del mondo: ritratto di un interno dedicato alla psiche di una madre. Masque Teatro presenta (8-10) in prima nazionale Just Intonation e Special Coils, mentre Fiorenza Menni di Teatrino Clandestino propone (8-10) Hello Austria, un lavoro tra voce e musica, in prima assoluta. Black Fanfare e Dewey Dell hanno appositamente concepito per Santarcangelo un singolare innesto fra danza e musica, ospitato il 9 all’Odeon Club. Il gruppo più giovane del festival, Fuochi, si presenta con Amabo te (8-10 e 14-17). Sono invece ben noti sia la cantante attrice Sonia Bergamasco, che il 10 intona il suo Discorso, e Claudio Morganti, una delle storiche presenze del festival, protagonista (10) di una lettura del Woyzeck di Büchner. Ai Fratelli Mancuso invece il compito di rappresentare la vocalità mediterranea.
Le variazioni corali non si esauriscono, perché Dario Giovannini/Aidoru ha rivolto la sua chiamata ai cittadini per un Coro doppio, mentre la musicista Elena Sartori terrà un laboratorio di canto gregoriano.
Tante altre iniziative ancora, dagli incontri ai laboratori, all’opera video. C’è compreso anche uno spazio ricreativo per ballare: la vecchia balera Odeon Club che sarà aperta da mezzanotte fino al mattino.

Giulia Vannoni