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Quelle “B”rave ragazze del Viserba

Come un’araba fenice. Morta e risorta dalle sue stesse ceneri. Uccisa dodici anni fa da una città menefreghista come Rimini, ma capace di rialzarsi e di tornare a sognare in grande. Con la speranza che questa volta non ci sia di nuovo un “assassinio”. Dopo due lustri e poco più, la Greenline Smartflex Pretelli Viserba Volley torna in serie B1. Lo fa al termine di un campionato cambattutissimo, vinto con un solo punto di vantaggio dopo trenta gare tiratissime. Merito di un gruppo eccezionale guidato in panchina da Luigi Morolli e in campo da Doria Carnesecchi, merito di Darina Mifkova, una stella mondiale di prima grandezza che ha scelto la maglia del Viserba per chiudere una carriera alla quale non è mancato nulla. Merito, soprattutto, di Paolo Stefanini, il presidentissimo. Uno che da 37 anni vive di pane e pallavolo.
Presidente, conoscendola crediamo di non sbagliarci di molto dicendo che non chiude occhio da sabato sera.
“Esattamente. Ho ancora l’adrenalina che corre lungo le vene. È da dodici anni che aspettavo questo momento”.
Al tempo, al tempo, presidente, parleremo anche di questo. Ci racconti questo campionato.
“Che dire, è stato combattutissimo, del resto vincere con un solo punto di vantaggio dopo trenta giornate la dice lunga. Quest’estate siamo partiti con l’obiettivo di fare un torneo di vertice, sapevamo di poter contare su un’arma illegale come Darina Mifkova ma anche su un gruppo di splendide ragazze capitanate da una donna per la quale non ho più aggettivi, Doria Carnesecchi. Grosso merito va anche a Naci (Luigi Morolli, il coach, ndr) che è voluto tornare in panchina proprio per riprendersi quello che gli era stato strappato dodici anni fa”.
Ancora 12 anni fa? Togliamocelo allora questo dente.
“Avvelenato, perché dodici anni fa eravamo riusciti a compiere un’impresa storica, salendo dalla C alla B1, un triplice salto eccezionale. Eppure la città ci voltò le spalle, facemmo appelli su appelli ma nessuno ci diede ascolto e così fummo costretti a cedere i diritti a quel Pesaro che poi ha vinto anche lo scudetto. Mi auguro che questa volta le cose vadano diversamente, che qualcuno si faccia avanti per darci una mano perché sostenere un campionato come quello di B1, dal punto di vista economico, non è facile”.
Senza parlare dei problemi logistici, nel senso che la Federazione non vi darà l’agibilità per giocare alla Flavia Casadei.
“Purtroppo è così. Nei prossimi giorni mi incontrerò con l’assessore Turci per vedere cosa si possa fare. Speriamo di trovare una soluzione (il Palazzetto dello Sport?) altrimenti potremmo spostarci a Bellaria”.
Ci dica la verità quando si è reso conto che l’impresa si poteva fare?
“Sabato sera quando abbiamo vinto l’ultima partita. Però posso dirle qual è stato il momento decisivo: la sconfitta al tie break con il Voghiera. Ricordo che quella sera dissi a Naci «vedrai che questo punto conquistato con i denti sarà fondamentale». I fatti mi hanno dato ragione”.
Ultima domanda: c’è una dedica per questa vittoria?
“Al grande Valter Rinaldi. Lui 12 anni fa c’era e sono sicuro che sabato sera da lassù in alto ha festeggiato insieme a tutti noi”.

Francesco Barone