Lenire le ferite e gettare ponti

    L’operazione Colomba nasce nel 1992 durante la guerra nell’ex Yugoslavia (Croazia, Serbia e Bosnia). Da allora oltre mille volontari sono partiti con l’Operazione Colomba per condividere la propria vita con le vittime dei conflitti e sperimentare concretamente la nonviolenza in zone di guerra, andando sui diversi fronti, rimanendo neutrali rispetto alle parti, ma non rispetto alle ingiustizie. Questa modalità sperimentata ormai tante volte, offre concretamente protezione alle minoranze, abbassa il livello della violenza, favorisce l’incontro ed il dialogo tra le parti e aiuta a creare percorsi di riconciliazione.

    I luoghi dell’impegno
    Dal 1992 questa esperienza è stata “esportata” in altri conflitti: in Sierra Leone (1997), Kossovo (1998-2009), Albania (1999), Timor Est (1999), Chiapas – Messico (1998-2002), Cecenia – Russia (2000-2001), Repubblica Democratica del Congo (2001), Striscia di Gaza e Cisgiordania (Palestina), Israele (2002 – 2009), Nord Uganda (2004-2008), Colombia (2008-2009), Darfur – Sudan (2008), Georgia (2008). Attualmente siamo in Kossovo, Israele e Palestina ed in Colombia.
    A queste azioni hanno preso parte anche i “Caschi bianchi”, giovani in servizio civile all’estero (legge 64/2001). L’Operazione Colomba è aperta a tutte quelle persone, credenti e non credenti, che vogliono sperimentare con la loro vita che la forza della nonviolenza è l’unica strada per ottenere una pace fondata sulla verità e la giustizia.

    L’invito del Magistero
    Il cammino dell’Operazione Colomba è figlio della Chiesa che legge i segni dei tempi, e dello spirito che suscita nuove sensibilità e chiamate: “Tra i segni di speranza va annoverata la crescita, in molti strati dell’opinione pubblica, di una nuova sensibilità sempre più contraria alla guerra come strumento di soluzione dei conflitti tra i popoli e sempre più orientata alla ricerca di strumenti efficaci ma “non violenti” per bloccare l’aggressore armato” (Enciclica “Evangelium Vitae”, N. 27, 1995).

    Il progetto
    Con la consapevolezza del dono ricevuto stiamo mettendo la nostra esperienza a servizio della Chiesa in vista del sinodo speciale per l’Africa dal titolo: ”La Chiesa in Africa a servizio della Giustizia, la Pace e la Riconciliazione” che si terrà a Roma il prossimo ottobre.
    Così in questo tempo siamo pellegrini in terra d’Africa, chiedendo a questa Chiesa, che è ricca di esperienze concrete di costruzione della pace, di fare un pronunciamento forte in favore della nonviolenza cristiana come via preferenziale per prevenire, gestire e risolvere i conflitti tra i popoli.
    L’aiuto che chiediamo alle comunità della nostra Diocesi è di sostenere economicamente i nostri progetti in atto ed in particolare questo di sensibilizzazione delle chiese locali africane su iniziative di pace e di favorire incontri di formazione e proposta in particolare fra i giovani.

    Antonio De Filippis