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La zona rossa non siede a tavola. Ma c’è chi apparecchia lo stesso

Più vaccini per Rimini, una ripresa in cento giorni e le attività che – per ora – rinunciano all’asporto e al delivery. La nuova ondata pandemica, a un anno dall’irruzione del Covid-19 e la virulenza dei contagi, oltre alla zona fanno ipotizzare a nuove, più stringenti chiusure. Il Governo sta pensando a lockdown nel fine settimana oppure anche per una intera settimana. Oggi, forse, sono attese notizie più precise dall’esecutivo di Draghi.
Nel frattempo, Rimini si interroga, a 360 gradi. Il vicesindaco di Rimini Gloria Lisi, ad esempio, invoca più vaccini e chiede un cambio di passo nella campagna, per esempio attraverso la destinazione di maggiori dosi di siero anti-Covid alle aree più colpite dalla pandemia.
Il collega Jamil Sadegholvaad ipotizza: “Nei prossimi cento giorni ci giochiamo la possibilità di una ripresa”. L’assessore per il commercio del comune di Rimini propone per questo di “studiare e realizzare moduli sanitari che siano rapidamente disponibili a ospitare reparti intensivi e hub vaccinatori”.

In attesa di conoscere le prossime mosse del Governo e il piano vaccinale, il commercio in provincia fa i conti. E non sono tutti, per nulla positivi. Diversi, ad esempio, i ristoratori e i baristi che hanno rinunciato all’asporto e al delivery. “Troppo dispendioso tenere pronta la linea e attendere le telefonate dei clienti che spesso non arrivano”, spiegano. Silvia Ruffilli di “Profumi e sapori di una volta”, nota gastronomia di Villa Verucchio, ha preferito prendersi qualche giorno di ferie. Gabriele Ferrini, titolare del Bar Gabrè, un’istituzione in Valmarecchia, con le zone a colori non va d’accordo. E una volta scattato l’arancione, ha deciso di fermare temporaneamente l’attività, in attesa di tempi migliori e schiarite. A Riccione sarebbe in atto un boom di bar in vendita. “L’ennesimo sintomo di una situazione tragica”, spiega al ‘Corriere Romagna’ Gaetano Callà della Fipe.
Non tutto è perduto, però. E c’è chi reagisce alla crisi e alle zone colorate non solo con ottimismo ma anche con creatività. Lo Zodiaco, dal 1991 punto di riferimento per i riminesi per la buona cucina di pesce, a Rivazzurra, affrontano di petto la situazione. “Siamo di nuovo in una giostra di colori: zona rossa (come in questi giorni) e, speriamo presto, arancione e poi gialla. Vogliamo subito rassicurarti: Lo Zodiaco c’è anche in zona rossa, – assicurano Maurizio e i fratelli De Luca – tutti i giorni dal lunedì alla domenica, a pranzo e a cena, con i servizi di asporto (ordini e passi a ritirare) e delivery (ordini e consegniamo a domicilio, entro un raggio di 5 km, per informazioni 0541.37.03.44)”.
Ma ordinare e cenare senza andare al ristorante che esperienza è? “Per colpa della pandemia stiamo passando tutti un periodo di rinunce, di abitudini cambiate, ma almeno per quanto riguarda un bel pasto fuori dall’ordinario, io e mio marito abbiamo la grande fortuna di abitare non lontano dallo Zodiaco. – raccontano Anne e Marco – L’altra sera abbiamo fatto un altro ordine che ci ha permesso di trascorrere una ‘serata al ristorante’ in casa! L’unico impegno nostro era apparecchiare una bella tavola e al resto ci hanno pensato quelli dello Zodiaco”.
“Non vogliamo lasciare nessuno in alto mare. – rilancia Maurizio De Luca – Siamo qui e ce la mettiamo tutta per far gustare a casa o dove vuole il cliente l’esperienza Zodiaco come al ristorante (nella foto a sinistra)”.
Anche gli chef Giuseppe Gasperoni e Silver Succi mettono le mani in pasta: “Il lockdown limita la socialità, combattiamolo coi sapori e il buon cibo!”. L’idea di Quartopiano Suite Restaurant e il Povero Diavolo si chiama ‘A casa tua’, per un weekend all’insegna di un menu stellato di grande qualità, per la cena di sabato 13, pranzo e cena di domenica 14 marzo. “Fra noi c’è una storica sintonia che si concretizza nella condivisione di conoscenze e sperimentazioni. Abbiamo passato tanto tempo insieme nei nostri percorsi professionali – dicono i due chef – e in questo periodo di lockdown sociale abbiamo pensato che fosse necessario far memoria del gusto per piatti di qualità. Ci stiamo perdendo mesi di gioie, soddisfazioni, affetti, ma a qualcosa possiamo porre rimedio, ad esempio la memoria del gusto per i piatti della nostra cucina. Da qui l’idea di un
menu a quattro mani, rispettoso della qualità sulla quale abbiamo voluto azzerare i rischi, perché volevamo che la qualità del ristorante arrivasse anche a casa”. Due generazioni a confronto: da una parte, l’esperienza dell’esteta e amante del “chilometro buono” di chef Silver Succi; dall’altra, l’innovativa e colorata reinterpretazione della tradizione del giovane chef stellato Giuseppe Gasperoni (foto a lato).
L’effetto zona rossa si avverte anche nei supermercati. Bar e ristoranti chiusi? Aumentano le vendite ai supermercati e nei negozi di vicinato sotto casa. Si apparecchia e si cucina, in attesa di poter tornare alla normalità, fatta anche di pasta e cappuccino, e di una serata al ristorante.
Tommaso Cevoli