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La crisi arriva sul Titano

Il 2.7 per cento delle famiglie sammarinesi non riesce a coprire le spese con il proprio reddito mensile. Colpa della crisi economica i cui venti sono arrivati a soffiare fin sul Titano. A dirlo l’indagine sui consumi e gli stili di vita delle famiglie condotta dall’Ufficio programmazione economica della Repubblica e relativa al 2008. Un’indagine dalla quale risulta che il 52 per cento dei nuclei familiari è dedito al risparmio, soprattutto a quello che dà più garanzie come i depositi bancari saliti al 50.3 per cento con un aumento del 2.5 rispetto al 2007 e i titoli di Stato che hanno avuto un’impennata del 3.2 per cento. Calano, invece, le preferenze dei sammarinesi verso le assicurazioni previdenziali (22 per cento con un -6.6 per cento rispetto a due anni fa), le assunzioni (-2.4 per cento) e i fondi comuni d’investimento (-5.4 per cento). Ma dall’indagine dell’Ufficio programmazione risultano anche altri dati che meritano una riflessione. A partire dai numeri sull’indebitamento. Il 24.4 per cento (-7.8 per cento) delle famiglie ha dichiarato di aver contratto debiti nel 2008 per l’acquisto o la ristrutturazione di immobili (48.3 per cento), per l’acquisto di auto o moto (33.9 per cento). Altri dati rilevanti sono il calo, rispetto al 2007, delle famiglie che si indebitano per l’acquisto di un terreno (0-5 per cento) e l’aumento di casi d’indebitamento per spese dedite alla salute (+1.6 per cento) e per l’auto sostentamento (+6.3 per cento). C’è poi una curiosità che riguarda soprattutto lo stile di vita della popolazione sammarinese, ovverosia l’utilizzo di internet. Il 30.7 per cento delle famiglie, infatti, ha effettuato almeno un acquisto on line nell’anno trascorso. Gli oggetti più gettonati sono le vacanze (40.2 per cento), libri (32.4 per cento), biglietti per eventi (29.7 per cento), abbigliamento (25.4 per cento), apparecchi elettronici (28 per cento) e, infine, musica e film (17.5 per cento). A proposito di vacanze, contrariamente a quanto si può immaginare, i sammarinesi preferiscono mete estere e non la vicina Italia. Si sfruttano soprattutto le proposte dell’ultimo secondo e si fanno meno giorni, infatti si è passati da una vacanza media di 11.6 del 2003 ai 10.9 dello scorso anno.

Lucia Genestreti