Il Ponte va in pensione. A piedi

    Dopo duemila anni di onorata carriera, è destinato alla pensione. I contributi maturati sono più che sufficienti per godersi il meritato riposo, tartassato com’è da 715 auto, 32 veicoli commerciali, 360 fra bici e moto che lo solcano ogni giorno, dalle 18 alle 19. Figuriamo cosa sopporta in un’intera giornata e nelle occasioni speciali, per non parlare dei mesi estivi. Basta auto e veicoli a motore, il Ponte di Tiberio sarà pedonalizzato! È l’idea riproposta solo pochi giorni fa. In realtà, il Ponte chiuso alle auto è un vecchio cavallo di battaglia. Il Consiglio comunale lo aveva votato (dopo discussioni e polemiche) già nel 2008. L’opposizione lo bollava come “un libro dei sogni”, l’allora assessore ai Lavori pubblici, Paola Taddei lo inseriva nella mappa delle nuove strade da realizzare nei prossimi 15 anni. Risale addirittura al 2007 (settembre) l’annuncio del nuovo collegamento tra le vie Marecchiese, Tonale ed Emilia Vecchia, quello cioè in grado di pedonalizzare il simbolo di Rimini. Un’ipotesi che si sosteneva con la realizzazione di un nuovo ponte, un viadotto da non meno di 10 milioni di euro in grado di unire via Tonale con la zona dell’Ina casa. Referendum nel 2009, strada nuova nel 2010 e nuovo ponte, il calendario di un progetto finito nel cassetto, surclassato da quello attuale, con il sottopasso sugli scudi. “Non sono favorevole alle grandi pedonalizzazioni” spiega Massimo Panozzo, l’editore riminese la cui finestra di casa si affaccia sull’antico viadotto romano. “Preferirei si intervenisse con limitazioni del traffico.”
    Chi applaude alla pedonalizzazione, invece, sono gli ordini delle professioni tecniche, a patto che sia anche l’occasione buona per creare un rapporto diverso tra Amministrazione e città. Ferrara insegni: i professionisti non solo sono ascoltati, ma partecipano attivamente. Architetti e Ingegneri si erano già mossi, patrocinando un concorso di idee dedicato a giovani professionisti. “Qualsiasi intervento che voglia tutelare un monumento ma vada a forzare un contesto, mi lascia perplesso”. È esplicito Piero Meldini, ex direttore della Biblioteca Gambalunga e scrittore, riminese doc. Non contesta a priori il tunnel, ma si chiede: “dove sarà fatto, come e in cambio di che cosa? Qualora favorisse l’ennesimo motore immobiliare, voterei contro.” Teatro Galli, fossato del Castello, adesso Ponte di Tiberio: Rimini produce tante suggestioni ma – è opinione di Meldini – “non partorisce un’idea complessiva di città.”

    Paolo Guiducci