Home Ponte Giovani IL FENOMENO ‘GLOW UP’ E IL RISCHIO OSSESSIONE

IL FENOMENO ‘GLOW UP’ E IL RISCHIO OSSESSIONE

L’estate è alle porte, e con lei anche la tanto temuta prova costume, che da anni fa leva sulle insicurezze causate da ideali di bellezza irraggiungibili per vendere diete drastiche o allenamenti di dubbia utilità, promossi come una “formula magica” che di magico ha ben poco. Fortunatamente, questa subdola strategia di marketing è ormai ben nota a tutti: questo spinge senza dubbio meno persone a cadere in trappola, ma non le mette al riparo dal confronto con il proprio corpo, tanto più nell’era social, dove la prova costume non si esaurisce ai giorni che precedono la bella stagione ma dura tutto l’anno.

Oltre all’assurda quantità di contenuti che vengono proposti quotidianamente, che rendono quasi impossibile non compararsi agli altri, nel corso del tempo sono state create numerose tendenze basate su una trasformazione radicale del proprio aspetto fisico. Tra queste, la più popolare è sicuramente quella del glow up, gioco di parole che nasce dalla fusione dei termini inglesi “grow up”, crescere, e “glow”, brillare, con cui si indica un cambiamento positivo, soprattutto estetico, di una persona, che “risplende” in una nuova versione di sé. Questo termine, usato spesso nel mondo della moda per descrivere il prima e dopo di una celebrità, è diventato un’istituzione su tutte le piattaforme più famose. Su TikTok, ad esempio, l’hashtag #glowup conta oltre 18 milioni di post, in cui molti utenti, dagli influencer alle persone comuni, mostrano fieramente il proprio cambiamento. Non mancano pagine interamente dedicate a guide per fare un glow up, o video di giovani ragazze che si riprendono senza filtri per chiedere consigli sui propri tratti estetici da migliorare. Un fenomeno del genere, se accompagnato da pratiche di miglioramento interiore, non può che essere positivo: il glow up di altre persone può essere d’ispirazione per sviluppare uno stile di vita più sano, delle buone abitudini o semplicemente per imparare a valorizzarsi, sviluppando più sicurezza in se stessi.

 

Il peso sui giovani

Il problema è che, ormai, ne siamo diventati ossessionati. Anche se il glow up dovrebbe riguardare sia l’aspetto fisico sia il carattere, sui social la bellezza esteriore la fa da padrone, esercitando una pressione sempre più insistente soprattutto sulle giovani donne, a cui viene richiesto in ogni momento di mostrarsi perfette, piacenti e splendenti. Il glow up rischia di non spingerci più a lavorare per raggiungere la versione migliore di noi stessi, ma di costringere a un disperato inseguimento di un ideale estetico irraggiungibile, che ci allontana inevitabilmente dalla nostra autenticità. Le più vulnerabili alla deriva del fenomeno sono le ragazze più giovani, che avvicinandosi al mondo dei social in maniera troppo prematura si ritrovano sommerse da paure e insicurezze prima del tutto sconosciute. Ne abbiamo parlato con Camilla, giovane insegnante del territorio riminese che lavora a stretto contatto con gli adolescenti.

Non conoscevo il trend “glow up” nello specifico, ma sui social mi imbatto spesso in contenuti che promuovono la cura della persona, dalle routine giornaliere a consigli più pratici per il miglioramento del proprio aspetto fisico. Personalmente, ho iniziato a prendere consapevolezza della mia femminilità e dei modi migliori per valorizzarmi solo in questi ultimi anni: al confronto, alcune allieve che seguo mi sembrano molto più preparate di me, conoscendo alla perfezione le migliori creme o cosmetici. Non c’è nulla di male nel mantenersi informati sul tema se l’obiettivo è quello di prendersi cura di sé, ma trovo che ci sia anche un’età giusta per farlo: questa smania di bruciare le tappe non si riflette solo da un punto di vista estetico, ma anche nello stile di vita, dove viene data sempre più importanza all’apparenza e alla popolarità e meno alla bellezza interiore. Se il ‘glow up’ promuovesse davvero un cambiamento a 360 gradi, che inizia con un lavoro di introspezione e consapevolezza di sé finalizzato a valorizzare i propri punti di forza, sarebbe un fenomeno senza dubbio più sano e condivisibile, ricco di spunti per la crescita personale: tuttavia, fermandosi alle apparenze si rischia di ricadere nell’ennesima strategia di marketing mascherata da stile di vita sano, che negli ambienti scolastici accentua ulteriormente le distanze tra chi può permettersi di seguire queste mode e chi no, creando contesti di forte disagio. Vedere ragazze sempre più giovani cadere in questo vortice, prese dal desiderio di diventare donne adulte, mi fa soprattutto tenerezza, ma questo fenomeno non va ignorato. In quanto a possibili conseguenze solo il futuro ci darà delle risposte: tuttavia, credo che le istituzioni, in primo luogo la scuola, debbano prendere consapevolezza di queste situazioni e guidare i ragazzi in un percorso di crescita a un giusto ritmo, perché una fiamma che brilla troppo e subito è inequivocabilmente destinata a spegnersi”.

Giulia Cucchetti