Quella abitativa è una vera emergenza.
Non solo economica ma anche sociale.
Alle 12.600 case sfitte della provincia di Rimini si sommano affitti molto alti (i prezzi del capoluogo lo pongono al quarto posto in tutta Italia per valore delle locazioni ), ritrosia dei proprietari nel concedere abitazioni in locazione e una sfiducia generalizzata nei rapporti personali.
L’emergenza abitativa è stata al centro dell’incontro tra il Vescovo di Rimini e i politici e gli amministratori della provincia. L’appuntamento è tradizionale, “ un’occasione – sottolinea il vescovo – che permette a tutti di scambiarci opinioni, pareri e di aiutarci a vicenda, ognuno nel rispettivo ambito di servizio”.
L’emergenza casa è tra le più complesse del territorio riminese, tant’è che la Diocesi l’ha scelta come uno degli impegni prioritari nell’ambito dell’Anno Giubilare. Una situazione a cui la Chiesa riminese si è più volte interessata, trovandosi di fronte a drammi familiari a cui è difficile dare risposta.
Molte amministrazioni locali sono da tempo impegnate su questo fronte ma i risultati oggettivi sono più che modesti. Mai come oggi occorre fare rete. A questo proposito la Diocesi di Rimini ha già messo a disposizione alcune canoniche e un’altra quindicina (dove il parroco non è più presente) sono pronte all’uso. Ma il Vescovo Nicolò rilancia. “ La Diocesi è disponibile ad accogliere beni confiscati alla mafia nei vari comuni della provincia, a ristrutturarli e a metterli a disposizione di chi è in difficoltà. Per questo abbiamo sollecitato tutti i sindaci”.
Ma l’impegno della Chiesa riminese nei confronti della casa ha una sfumatura particolare. C’è il desiderio di offrire non solo una casa di mattoni ma persone, comunità, cioè rapporti, relazioni. Una accoglienza vera a persone uscite da una esperienza carceraria, liberate dalle dipendenze ma anche stranieri, e giovani coppie. Alla (naturale) necessità di un tetto si deve accompagnare sempre una proposta fatta di relazioni e di fiducia.
“ Per noi cristiani l’Anno Santo ci sollecita particolarmente: esso infatti porta con sé un’istanza di giustizia e di fraternità sociale che non possiamo disattendere. Mi auguro – continua il Vescovo Nicolò – che il dialogo possa aiutare tutti noi a fare passi concreti ulteriori e più efficaci, per il bene comune”.
Tradotto, la Chiesa riminese solleciterà le comunità a impegnarsi: chi ha due case a metterne a disposizione una, lo stesso per gli appartamenti.
Lo propone il Vangelo: chi ha due tuniche ne dia una a chi non me ha, chi ha due case ne dia una, almeno in affitto, a chi la sta cercando. Chi risponderà a questo disegno avrà una ricompensa quaggiù e una in cielo.