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Da Rimini a Milano, start-up a caccia di investitori

Piccole ma promettenti start-up partono a caccia di investitori. E quale migliore occasione di una location che per sei mesi diventerà l’ombelico del mondo? Manca un mese a Expo 2015, ma il treno per Milano sta già raccogliendo prenotazioni, anche dal territorio riminese. Tra le realtà locali che guardano con attenzione all’evento c’è Nuove Idee Nuove Imprese, la business plan competition che da 14 anni premia le migliori idee innovative di giovani aspiranti imprenditori, promossa dalla Fondazione Carim. L’edizione 2015 (bando sul sito www.nuoveideenuoveimprese.it, scadenza il 31 marzo) darà particolare attenzione, come spiega il presidente del Comitato organizzativo, Luigi Gambarini, ai progetti che si concentreranno, oltre che sull’ambiente (in virtù di una nuova collaborazione con la fiera riminese Ecomondo, dove il prossimo autunno si svolgerà la premiazione conclusiva dei progetti vincitori oltre alla mostra di tutti i progetti partecipanti) su nuovi prodotti, servizi e modelli organizzativi collegati ai temi di Expo 2015, dunque nutrizione, cibo, sicurezza alimentare e sostenibilità”. Ma, soprattutto, a settembre Nuove Idee Nuove Imprese porterà all’evento milanese, all’interno del Padiglione Italia, un gruppo di start-up della provincia di Rimini e di San Marino reduci dalle ultime edizioni: progetti ancora fermi all’idea, come quelli che parteciperanno all’edizione 2015, start-up appena nate e in cerca di finanziamenti e imprese già uscite dal periodo di incubazione, ma che necessitano di ulteriore sviluppo.

Taste & Travel Italy (primo classificato 2013) è una delle start-up in partenza. “Assaggia e viaggia” è la mission lanciata da tre amiche con in comune la passione per i viaggi, la buona cucina e la fotografia.
“La filosofia – spiega una delle responsabili, Claudia Galanti – è di riuscire a restituire da una vacanza nel territorio romagnolo un’immagine il più possibile completa, che comprenda non solo la cultura,la storia e l’arte, ma anche la gastronomia. Un’immagine che poi è quella per cui sono note già altre regioni come la Toscana”. Coinvolgendo gli chef e le strutture del territorio, si costruisce una vacanza su misura per un cliente “”molto curioso, che vuole conoscere il luogo che va a visitare in maniera attiva””. Ma quale cliente? “”Nel primo anno di attività abbiamo puntato sulla clientela russa. Attualmente, con la crisi del rublo, abbiamo dirottato verso nord Europa e Stati Uniti. Speriamo di poter avere da questa stagione un ritorno su questi mercati””.
Singolarmente una piccola start-up come questa, pur attinente ai temi di Expo 2015, non sarebbe riuscita a salire sul treno. “”Ci siamo interessate sulle modalità di partecipazione e sui bandi, ma ora come ora non possiamo ancora permetterci grandi investimenti. Per questo l’iniziativa di Nuove Idee Nuove imprese diventa una grande opportunità””.
E “”di potenziali investitori con la giusta attenzione a tutto quello che può fare successo domani, ce ne saranno moltissimi”” aggiunge Gambarini.

Guarda con fiducia all’evento anche Gabriele Palmieri, secondo classificato nel 2014 con il progetto Samis da cui è nata la start-up Heureka.
”Attualmente stiamo realizzando i primi prototipi di Samis, acronimo di sistema automatico di messa in sicurezza relativo a inquinamento da sostanze nocive o idrocarburi””. Di realtà nel settore ambientale ce ne sono diverse, ma come precisa Palmieri, ”Samis si colloca in un comparto completamente nuovo: il blocco ed il recupero immediato delle sostanze contaminate al fine di evitare grossi incidenti ambientali, come quelli petroliferi, che possono avere anche rilevanza internazionale. Per questo abbiamo presentato domanda di brevetto europeo oltre che nazionale”.
Samis può essere applicato al deposito petrolifero come alla raffineria, per arrivare a qualsiasi fabbrica che inquina. “A differenza dei sistemi già operativi, il nostro blocca immediatamente la dispersione delle sostanze che quindi non possono entrare nella matrice ambientale. Non interviene dopo lo sversamento, ma lo precede. Se in futuro per le aziende a rischio, dovesse diventare obbligatorio, per legge, il dotarsi di un sistema di prevenzione di danni ambientali, per noi potrebbero aprirsi nuove grandi opportunità”.

Alessandra Leardini