Nel cuore del Centro storico di Rimini, c’è una scuola elementare che più di altre racconta i cambiamenti della società e le sfide – ma anche le opportunità – dell’integrazione. È la scuola primaria “Ferrari”, in via Gambalunga, un istituto che ogni giorno accoglie bambini provenienti da ogni parte del mondo, riflettendo la ricchezza e la complessità del quartiere in cui si trova.
I numeri parlano chiaro: in una città dove la media degli alunni con cittadinanza non italiana nelle scuole statali si attesta al 12,8% (dato 2020-2021), alle Ferrari questa percentuale supera ampiamente il 30%. Una realtà che, se da un lato ha spinto alcune famiglie italiane a iscrivere i propri figli in altre scuole, dall’altro rappresenta, per la dirigente scolastica Chiara Giovannini, una straordinaria occasione educativa.
“Quando parliamo di scuole con un’alta presenza di alunni stranieri, non dobbiamo dimenticare che questo è il riflesso di una comunità che cambia e si evolve. Alle Ferrari è assolutamente naturale avere classi eterogenee: non è un problema, è la nostra realtà quotidiana, che affrontiamo con consapevolezza e passione”.
Proprio per questo, la dirigente ha comunicato i dati alla Pubblica Amministrazione, ricevendo un avallo da parte del Comune. La scuola è molto più di un luogo di istruzione: è un laboratorio di cittadinanza.
“Non possiamo accettare le leggende metropolitane che vogliono far credere che una scuola con molti alunni stranieri sia meno valida o meno capace. Dalle Ferrari i bambini escono preparati, alfabetizzati, con competenze solide. Questo non accade per caso: è il frutto di un lavoro quotidiano, di insegnanti formate e appassionate, che hanno fatto dell’inclusione la loro forza”.
Non esistono ‘bambini di seria A’ o ‘bambini di serie B’. Esistono alunni, con storie diverse, con lingue e tradizioni differenti, che trovano nella scuola un luogo dove sentirsi accolti e valorizzati.
“Qui non ci sono colori, non ci sono frontiere. La scuola è un diritto universale, un diritto che non fa distinzioni. Ogni bambino è un’opportunità per costruire un mondo migliore”.
L’obiettivo non è dunque solo quello di trasmettere nozioni, ma di formare cittadini consapevoli, capaci di convivere, rispettarsi e contribuire al bene comune. Un messaggio potente in un’epoca in cui, troppo spesso, si tende a guardare alle diversità come a un ostacolo invece che a una risorsa.
“Se vogliamo una società più coesa e solidale, dobbiamo partire dalla scuola. La scuola è un punto di riferimento, non solo per i bambini, ma anche per le famiglie e per l’intero quartiere. Insieme possiamo costruire una società più giusta e più accogliente, e questo è possibile solo se ognuno di noi, educatori e cittadini, è disposto a mettersi in gioco per il bene di tutti”.
Alle Ferrari di Rimini, l’inclusione non è una parola da brochure, ma una pratica quotidiana. Una scuola che, con le sue classi variegate, dimostra che la diversità è già il presente. E soprattutto, è il futuro.