Home TRE-TuttoRomagnaEconomia Bimbe e bimbi senza nido: in provincia mancano almeno 500 posti

Bimbe e bimbi senza nido: in provincia mancano almeno 500 posti

Nell’anno educativo e scolastico 2022/2023 i bimbi e le bimbe, in provincia di Rimini, di età compresa tra 0 e 2 anni compiuti, erano 6.284. Di questi, a frequentare un nido d’infanzia, comunale o privato, sono stati 2.019, che equivale al 32,1 per cento. Dopo Piacenza il secondo indice di presa in carico, questo l’indicatore dei bimbi che hanno trovato posto sul totale, più basso dell’Emilia Romagna (RER, Rapporto informativo sull’offerta educativa 0-6 anni in Emilia Romagna. Anno educativo e scolastico 2022/2023). Se applicassimo alla provincia di Rimini l’indice di presa in carico di Bologna (45,2 per cento), la prima provincia regionale per questo genere di servizi, i bimbi accolti in un nido dovrebbero essere 2.840, cioè 821 in più di quelli che hanno trovato posto. Prendendo, invece, come misura di riferimento la media regionale (39,3 per cento), più bassa, i posti disponibili in provincia di Rimini dovrebbero risultare 2.470: in questo caso ne mancano solo 451. Rispetto al 2013/2014 quando, sempre in provincia di Rimini, l’indice di presa in carico dei nidi era al 20,2 per cento, all’epoca nove punti percentuali in meno della media regionale, c’è stato un miglioramento. Ma non si può negare che aver accorciato la distanza dalla stessa media regionale, in un decennio, solo di due punti non è un recupero di cui vantarsi. A questo ritmo le famiglie con piccoli di Rimini, che ricordiamo è anche la provincia con la natalità regionale più bassa, potranno godere della stessa offerta di servizi nido del resto dell’Emilia-Romagna non prima, se va bene, del 2050. Tempi decisamente lunghi. La situazione, per lo stesso anno educativo 2022/2023, è leggermente migliore nel Comune capoluogo di Rimini, ma non troppo: su 2.932 bambini della classe d’età di riferimento, quelli accolti in un nido sono 992, cioè 33,8 per cento, quando la media di tutti i capoluoghi regionali è del 46,4 per cento. Qui la distanza si allarga e siamo a meno 12,6 per cento, che arriva a 16 per cento se il riferimento diventano Modena e Bologna, dove l’indice di presa in carico supera il 50 per cento. I posti mancanti, nel comune di Rimini, sono quindi 368 se si guarda alla media regionale, ma diventano 475 se il confronto si fa con i capoluoghi dove l’offerta per lo stesso servizio è maggiore. Nei nuovi asili nido in costruzione (Marebello, via Codazzi in zona Ina Casa e Viserba), la cui fine lavori è prevista allo scadere dell’anno, dovrebbero trovare posto un paio di centinaia di bimbi circa. Un balzo in avanti importante ma ancora insufficiente rispetto tanto alla media regionale, quanto alla domanda del territorio. La conferma della distanza da recuperare sta tutta nelle liste d’attesa, per l’anno educativo 2025/2026, nel comune di Rimini, pubblicate a metà marzo: 118 nella fascia d’età dei piccolissimi (< di un anno), a fronte di 71 domande accettate; 113 tra i piccoli (> di un anno), quando quelle accolte sono 109; 80 tra i medi (> di un anno e mezzo) con 86 domande accolte; 25 tra i grandi (> di due anni) con 85 accolte. Riassumendo: per il prossimo anno educativo sono state accolte, nei servizi nido del Comune di Rimini, a gestione pubblica diretta, privata e privata in convenzione, 351 domande e sono finite in lista d’attesa 336. Il deficit di posti è evidente. Nella stessa pagina della graduatoria (www.comune.rimini.it/documenti/documenti-tecnici-di-supporto/graduatoria-nido-dinfanzia-comunale-2025-2026) il Comune rende noto un residuo di posti disponibili, nessuno per i piccolissimi e 24 per le altre fasce d’età, ma probabilmente sono tutti fuori mano rispetto alla residenza dei genitori e agli impegni di lavoro. Chi è stato escluso dovrà rivolgersi necessariamente al privato, con costi che possono valere mezzo stipendio, ma c’è un piccolo problema: anche il privato è pieno. Insomma, pur potendo pagare, non c’è posto. Come sostegno alla maternità e al lavoro delle donne non è decisamente il massimo. Dove farne dei nuovi, di nidi, è un buon argomento per il prossimo PUG (Piano Urbanistico Generale), in fase di elaborazione.