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Col desiderio di una Chiesa viva

Le comunità di Poggio Berni e Camerano hanno colto il periodo della Quaresima come momento di riflessione e preparazione della Visita Pastorale.
Parliamo di due comunità, ma in realtà già da molti anni sono riunite sotto la stessa guida ministeriale di don Pier Alberto Sancisi.
Del resto, nel cammino a ritroso nella storia, la chiesa di Camerano era sorta per facilitare la partecipazione dei fedeli alle funzioni religiose, ma la parrocchia, come ente giuridico, era sempre stata quella di Sant’Andrea in Poggio Berni.
“Nel raccontare la nostra vita parrocchiale ci siamo accorti purtroppo che c’è qualche ammanco in qualche aspetto specifico della vita pastorale, ma ci auguriamo che il Vescovo sappia aiutarci a porvi rimedio, dandoci energie per partire anche negli ambiti in cui non siamo ancora operativi”.

La storia dice che fra Poggio Berni e Camerano c’è sempre stato un intreccio di vicende: prima erano una sola parrocchia, poi due e adesso di nuovo una. Quali sono i momenti che vi uniscono e quali quelli che vi distinguono?
“Le parrocchie di Sant’Andrea Apostolo (a Poggio Berni) e Santa Maria Annunciata (a Camerano), seguite dal medesimo parroco, sono unite soprattutto in quanto il catechismo viene svolto in comune, cioè i ragazzi provengono da entrambe le parrocchie, così come i catechisti.
Naturalmente ci sono anche momenti specifici per le due comunità, come la celebrazione della messa prefestiva e domenicale (soprattutto per facilitare la partecipazione degli anziani) e le feste patronali. Un’altra unione presente tuttora tra le parrocchie della zona è quella tra i cori di Sant’Andrea Apostolo e quello della parrocchia di Santo Marino, che si supportano a vicenda in caso di celebrazioni importanti, quali Prime Comunioni, Cresime e, a volte, anche matrimoni.”

Una parrocchia è “comunità” nella misura in cui sa creare e vivere relazioni fra le persone, a partire dalla relazione fondamentale con Dio. Come cercate di realizzare questa primaria dimensione religiosa?
“Da diversi anni nella nostra parrocchia ogni lunedì sera viene proposta, da un gruppo di fedeli, l’Adorazione Eucaristica, che ha un’ampia partecipazione di persone; riconosciamo l’importanza della preghiera e sappiamo che la nostra forza va trovata nel Gesù eucarestia, nel saperci fermare con Lui per vegliare e chiedere a Lui di accompagnarci nel nostro cammino di ogni giorno.
Due anni fa, poi, si è formato, anche a seguito della missione dei Padri Passionisti presso la nostra parrocchia, un gruppo di giovani/adulti che si ritrovano settimanalmente per crescere nella conoscenza del Vangelo e della vita di Gesù.
Riguardo poi alle relazioni fraterne tra i fedeli, queste avvengono spontaneamente nella vita quotidiana e sopratutto nel riunirci nell’Eucaristia domenicale, nella visita alle famiglie e ai malati, nel sostenerci nelle situazioni difficili e di dolore…”.

La messa domenicale è la sintesi e la verifica di tutte le relazioni. Come la preparate e come la vivete?
“Prima dell’inizio della celebrazione eucaristica alcuni laici si preoccupano che tutto sia pronto e ordinato per la liturgia: che ci siano i lettori per la proclamazione della Parola, i fedeli per la processione offertoriale, i ministranti per tutti gli altri piccoli servizi.
Poi ci sono i canti: sempre molto curati, con la presenza del coro che settimanalmente prepara i canti adatti per quella liturgia della domenica e per i momenti significativi dell’anno liturgico.
Il coro poi cerca di coinvolgere sempre di più l’assemblea nel canto.
Per noi partecipare all’Assemblea Diocesana nel 2008 è stata un’esperienza molto utile, sia per l’arricchimento dal punto di vista del canto, sia per il confronto che è scaturito dall’incontro con i componenti degli altri cori, confronto che ci ha stimolati a migliorare, comprendendo l’importanza del servizio che il coro offre durante la Liturgia”.

Come nella vita di una famiglia, così nella vita di una parrocchia i bambini e i giovani hanno un posto privilegiato: molte energie pastorali sono assorbite dall’impegno educativo nei loro confronti. È così anche a Poggio Berni?
“Sicuramente l’impegno che la comunità parrocchiale mette nel formare i ragazzi all’iniziazione cristiana è la realtà più bella e proficua; non manca la presenza da parte delle famiglie dei ragazzi che molte volte vogliono essere partecipi alle attività e alla crescita dei loro figli.
Il gruppo educatori si presta in maniera generosa per accompagnare i bambini ad una maturazione spirituale che li porti ad essere cristiani degni di tale nome. Gli incontri, suddivisi per età, si svolgono tutti i sabati, e con varie attività si cerca di portare i ragazzi ad avvicinarsi nel miglior modo e con la maggior consapevolezza all’incontro con Gesù. Ed in tutto questo si cerca sempre di trasmettere la gioia di questo incontro.
I genitori più disponibili si offrono per dare una mano nelle attività extra catechistiche che si fanno con i ragazzi (recital, campi estivi, presepe, laboratori, etc… )”.

E dopo i sacramenti?
“In questo Poggio Berni non è un’isola felice; seguiamo a ruota l’esperienza negativa di tante altre parrocchie. I cresimati, per la maggior parte, considerano esaurito il loro impegno per la Chiesa, salvo alcune eccezioni. Ordinariamente la Cresima, anziché essere l’inizio dell’impegno ecclesiale, è vista come la conclusione di qualsiasi percorso religioso. Ma in parte crediamo di aver superato questo “scoglio”. Da un paio d’anni, infatti, un gruppo di ragazzi dai 13 ai 15 anni ha manifestato la voglia di coltivare il loro desiderio di incontro e confronto e il loro impegno nella parrocchia. Il gruppo ha preso il nome di “<+cors>Effata<+testo_band>” e si riunisce settimanalmente guidato da alcuni animatori, che accompagnano le riflessioni dei ragazzi con il sostegno della Parola di Dio.”.

E a Poggio Berni – Camerano i giovani si sposano ancora?
“Più o meno, anche se con formalità diverse. Da noi la preparazione al matrimonio è frequentata da giovani coppie già fidanzate e, spesso, già da tempo conviventi, magari con anche un figlio già nato e per il quale si chiede il battesimo. Spesso il battesimo è richiesto per tradizione e perché i genitori lo hanno ricevuto, ma a volte non sanno dire che opportunità sia il battesimo per sé stessi e per i figli. Tutti chiedono il battesimo, ma le giovani coppie non sono quasi mai praticanti. In seguito, soprattutto le madri, durante la preparazione ai sacramenti della Prima Comunione e della Confermazione dei propri figli, si riavvicinano alla parrocchia per accompagnarli alla messa domenicale.
Poi ci sono le famiglie in crisi. È difficile che queste famiglie vengano a chiedere aiuto in parrocchia perché pensano di non poterlo trovare o, in prevalenza, non ne hanno la forza. Le persone divorziate e risposate sostengono di sentirsi scomunicate e non intendono mantenere un contatto diretto con la Chiesa”.

Ci si trova così di fronte ai problemi pastorali di una vita che, per essere religiosa, richiede una profonda e personale convinzione. Sembra che non basti più il tradizionale sentimento religioso. Cosa chiederete al Vescovo nella Visita Pastorale, per far fronte alle nuove sfide?
“Sappiamo che il lavoro da fare per crescere nell’amore, nella carità, nel rispetto reciproco e nella conoscenza di Cristo è tantissimo; chiederemo al Vescovo uno stimolo per poter trovare nuove forze ed energie per rinnovare ogni giorno la nostra adesione al progetto che Cristo ha per ognuno di noi; gli chiederemo di darci indicazioni da cui partire per far crescere sempre più la nostra presenza all’interno della parrocchia, per rinnovare il nostro impegno quotidiano e per creare insieme al nostro Pastore una comunità viva che cammina sulle orme di Cristo”.

Egidio Brigliadori

Nella foto la chiesa di Sant Andrea Apostolo di PoggioBerni