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Campione delle occasioni mancate

Se ci fosse un campionato del mondo per il rallista più sfortunato, lui lo avrebbe già vinto a mani basse. Perché a Mario Ricci, pilota riminese e portacolori della Rubicone Corse, in questi anni ne sono accadute di tutti i colori.

È così?
“Purtroppo…”

Ce ne racconta qualcuna?
“La più clamorosa credo sia quella che mi è capitata a fine giugno. Il rally è quello di San Crispino, prova valida per il campionato Tout Terrain. Io e Silvano (Fattori, il suo navigatore) partiamo a razzo. Vinciamo le prime sei prove lasciando solo la polvere ai nostri avversari. La domenica risaliamo in auto per il settimo e ultimo step: fila via tutto liscio, superiamo anche il cartellone dei 600 chilometri e vediamo il traguardo. C’è, però, l’ultimo tornate: metto la prima, poi la seconda, la terza e…”.

E…
“E mentre infilo la quarta la leva del cambio mi rimane in mano. La macchina resta in folle con il traguardo a neppure cento metri. Scendiamo dall’auto, proviamo a spingerla ma la strada è in salita”.
Non si sarà mica fatto scappare il primo posto?
“Purtroppo sì, perché mentre spingevamo gli altri hanno recuperato. Morale della favola, siamo arrivati terzi dopo aver stradominato”.

Bella iella.
“Fosse finita lì”.

Come, scusi?
“No, dico, fosse finita lì. Nel senso che lo scorso 7 ottobre, nella settima prova del Trial 4×4 a Sarzana, in provincia di La Spezia, ci sono ricascato”.

Non è vero.
“Anche qui eravamo nettamente in testa: salti, traversi, filavamo come un missile, tanto che avevamo vinto tutte le prove. Poi, quando il titolo italiano era praticamente in mano, ci si è rotto il giunto anteriore del Vitara e con lui se ne sono andati anche i sogni Tricolore.

Scusi, ma non c’è la gara di Senigallia dell’11 novembre?
“Per esserci, c’è, ma le mie possibilità di vincere il titolo sono uguali a quelle di non vedere nevicare sul Monte Rosa fino alla prossima estate”.

Facendo tutte le corna del caso, speriamo che il detto non c’è due senza tre non si verifichi.
“No, no per quello sono tranquillo. Ho già dato. Visto che un paio di anni fa, per colpa di un fusibile da 50 centesimi ho perso il titolo italiano Tout Terrain. Diciamo che, sportivamente parlando, non sono fortunato. Ma ringraziando il buon Dio ho una famiglia meravigliosa e questa è la cosa che conta di più”.

Francesco Barone