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Ma che bellissimo mondo che è il Natale!

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Il Natale è universale. Ci è stato mostrato, anno dopo anno dalla Caritas Migrantes che negli ultimi quattordici anni ha portato nel cuore di Rimini, nella sala dell’Arengo – piazza Cavour, tanti presepi dal mondo, tante quante sono le nazionalità delle persone che vivono tra Rimini e circondario.
Questa bella esperienza adesso è diventata anche un libro Natale, tradizioni dai paesi degli immigrati che raccoglie il Natale di 27 Paesi e le tradizioni mariane di altri 22.
“Questo libro è un nuovo strumento per conoscere come è vissuto il Natale nel mondo. Nella prima parte sono raccolte una trentina di tradizioni natalizie – scrive don Renzo Gradara, direttore Caritas e Migrantes Rimini – raccontate dagli stessi immigrati, così come vissute nei loro paesi, sotto l’aspetto religioso e sociale e anche con alcune ricette culinarie tipiche del periodo”.
Abbiamo ripreso dal volume Natale, tradizioni dai paesi degli immigrati le storie delle festività di Etiopia e Ucraina

Il Natale in Etiopia –  L’Etiopia è una delle più antiche nazioni africane, segue ancora il calendario giuliano e per questo motivo il Natale (chiamato Ganna in lingua originale) viene celebrato il 7 gennaio. All’alba di questo giorno la maggior parte degli etiopi indossa lo shamma tradizionale, uno scialle di cotone bianco con strisce colorate e dorate sul bordo.
La prima Messa di Natale, particolarmente animata e cantata, viene celebrata alle quattro del mattino. I coristi sono chiamati debtera ed eseguono difficili canti accompagnati dai sistri (strumenti a percussione con dischi di metallo tintinnanti). Il makamiya si batte con i piedi e serve anche come aiuto per il sacerdote durante le lunghe funzioni religiose. Ogni partecipante alla Messa riceve una candela accesa con la quale viene effettuata una processione. Le chiese in Etiopia sono a forma di casa (rettangolari) mentre le più antiche sono scavate nella solida roccia vulcanica. Le chiese ortodosse sono costituite da tre cerchi concentrici. Il centrale è lo spazio più sacro della chiesa ed è la zona all’interno della quale può entrare solo il sacerdote. Durante il periodo natalizio uomini e ragazzi eseguono un gioco simile all’hockey con un bastone ricurvo e una palla di legno; oppure un altro a cavallo durante il quale si tirano lance.
Il cibo principale è il wot, una specie di pollo o altra carne piccante, cotta in umido con uova sode e verdure. Viene servito con pane nazionale a lievitazione naturale chiamato injera dentro dei bellissimi cesti che vengono utilizzati come tavoli. Il 19 gennaio gli etiopi iniziano i festeggiamenti del battesimo di Gesù chiamato Timkat, durate il quale vengono indossate corone e vesti che distinguono i gruppi delle diverse chiese. I sacerdoti usano turbanti, preziosi paramenti biancorossi con frange e ricami, ombrelli da cerimonia. Essi trasportano i vari tabot (copie dell’Arca dell’alleanza) e si riuniscono in una vasta pianura. A Natale non è tradizione fare regali: il dono è un gesto tipico della festa di Timkat, che cade 15 giorni dopo il Natale ed è considerata la più importante dell’anno. In questa occasione è consuetudine il dono del costume nazionale, indossato da tutti i partecipanti al rito.

Il Natale in Ucraina – Per il popolo ucraino il Natale è la più importante festa della famiglia. I riti del Natale ucraino si basano sulle tradizioni cristiane e su quelle precristiane (pagane). La religione cristiana in Ucraina, paese originariamente dedito soprattutto all’agricoltura, è stata introdotta nel 988 d.C. La Chiesa, rispettando le usanze e le antiche tradizioni, ha accettato molte feste già presenti, trasformandole in cristiane. Secondo il calendario giuliano il Natale si celebra il 7 gennaio. Nei preparativi, i protagonisti sono bambini e ragazzi che organizzano un vero e proprio spettacolo teatrale, composto da poesie, monologhi e canti. Dopo averlo provato e riprovato, dal giorno della Vigilia, vanno di casa in casa a presentarlo, vestiti con costumi tradizionali da loro stessi disegnati e cuciti. Durante lo spettacolo, i ragazzi lanciano semi di grano per augurare prosperità e felicità; in cambio ricevono dolci e piccoli doni. Il giro si conclude l’ultimo giorno prima della Quaresima.
Altra usanza è quella di mettere alla finestra un piatto con un po’ di Kutia (il cibo di Dio) a base di grano, miele, uva, mandorle e semi di papavero; e un bicchiere di acquavite per le anime dei defunti. Con la comparsa delle prime stelle, che il 24 dicembre rappresentano la stella di Betlemme, la famiglia si riunisce per iniziare la cena (Sviata Vecheria= Santa Cena). Oltre al tavolo degli invitati ce n’è un altro per gli antenati: le loro anime, in base alle convinzioni personali, sono presenti nella notte di Natale e partecipano all’unico cibo. Sotto le tovaglie e il tavolo viene posto del fieno per ricordare che Gesù è nato in una mangiatoia…
Molti altri sono i riti e le curiosità legate al festeggiamento più “atteso” dalle comunità cristiane di tutto il mondo.