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Admo: “Giovani, donate!”

Due associazioni, una mission in comune: la sensibilizzazione della popolazione alla cultura del dono di sangue, midollo osseo e cellule staminali. In Emilia-Romagna, dal 12 marzo 2013, Avis e Admo hanno stretto un patto di collaborazione firmando un protocollo d’intesa. Patto che è stato rafforzato proprio in queste ultime settimane.

Del resto, da sempre, l’Associazione Volontari Italiana Sangue e l’Associazione Donatori di Midollo Osseo condividono, non solo la grande attenzione verso uno stile di vita sano ed equilibrato, ma anche i criteri di selezione. Il donatore, infatti, deve pesare almeno 50 chilogrammi, essere maggiorenne ed essere in buono stato di salute.

Il patto

“Sempre molto sensibile alle tematiche sociali e della solidarietà, Avis ha scelto di accogliere e appoggiare i progetti e le iniziative di Admo sul territorio riminese, condividendone la mission, che è quella di informare e sensibilizzare tutti i ragazzi fra i 18 e 35 anni, con un peso di almeno 50 kg e un buono stato di salute, sull’importanza e il valore della donazione del midollo osseo, affinché una volta ritenuti idonei possano diventare delle nuove speranze di vita per tutte quelle persone, oltre 2.000 all’anno, che si ammalano di una malattia oncoematologica e sono in attesa di un trapianto di midollo osseo. – sottolinea Rita Malavolta, presidente regionale dell’Associazione Donatori Midollo Osseo – In questa situazione, il donatore diventa per il malato l’unica possibilità di vita, diventa quell’1 su 100.000 compatibile che può cambiare il destino al paziente e a tutta la sua famiglia”.

Consapevoli di ciò, Avis, all’interno dell’Unità di Raccolta presso l’ospedale ‘Infermi’ di Rimini, ha scelto di ospitare un infopoint permanente riguardante la donazione del midollo osseo e l’iter necessario per iniziare il percorso di iscrizione nel Registro Donatori Midollo Osseo (IBMDR). Attraverso la calendarizzazione di diversi open-day aperti alla cittadinanza, sarà inoltre possibile incontrare volontari e donatori effettivi di entrambe le Associazioni, per potersi così confrontare sulle varie tematiche proposte e avere risposte chiare ed esaustive alle tante domande che ancora esistono sulla donazione.

Come avviene la donazione

“La donazione può avvenire tramite prelievo da sangue periferico (8 donazioni su 10 avvengono utilizzando questo metodo) o attraverso un prelievo dal midollo osseo. Nel primo caso, la donazione, prevede, nei cinque giorni precedenti, la somministrazione di un farmaco che promuove la crescita delle cellule staminali nel midollo osseo e il loro passaggio al sangue periferico.

Questa tipologia di prelievo, indicata come aferesi, si avvale dell’utilizzo di separatori cellulari: il sangue prelevato da un braccio attraverso un circuito sterile entra in una centrifuga dove la componente cellulare utile al trapianto viene isolata e raccolta in una sacca, mentre il resto viene reinfuso nel braccio opposto. Il prelievo dal midollo osseo è la modalità di donazione più antica e consiste nel prelievo del midollo osseo dalle ossa del bacino.

Il donatore viene sottoposto a un’anestesia generale o epidurale, così che non senta alcun dolore durante l’intervento. Questa modalità di donazione ha una durata media di circa 45 minuti. Dopo il prelievo, il donatore è tenuto normalmente sotto controllo per 24-48 ore prima di essere dimesso e si consiglia comunque un periodo di riposo precauzionale di 4-5 giorni. Il midollo osseo prelevato si ricostituisce spontaneamente in poco
più di una settimana.

Il donatore, generalmente, avverte solo un lievissimo dolore nella zona del prelievo destinato, però, a sparire nel giro di pochissimi giorni”.

Come sottolineato, non tutti possono diventare donatori.

“Il donatore deve avere un’età compresa tra i 18 e i 35 anni, avere un peso corporeo superiore ai cinquanta chilogrammi e deve godere di buona salute.

La disponibilità del donatore resta valida fino ai 55 anni, come da legge dello Stato italiano a tutela del donatore stesso e del paziente. Il motivo è che dopo i 55 anni è possibile che un donatore abbia patologie (cardiologiche, per esempio) per le quali non è opportuno che si sottoponga alle procedure di donazione. Inoltre andare a ritrovare un donatore iscritto magari 20-30 anni prima, informarlo nuovamente e studiare la sua situazione clinica nel dettaglio può richiedere diversi giorni.

Se poi egli non risulta idoneo, il risultato finale è una perdita di tempo prezioso. Per un paziente bisognoso, infatti, anche una sola settimana di ritardo può in alcuni casi influenzare la prognosi finale. La regola dei 55 anni ovviamente non vale per i donatori familiari (fratelli HLA-identici), che vengono studiati per la loro idoneità indipendentemente dall’età anagrafica”.

Ma è vero che non si può conoscere il nome del ricevente?

“La legge italiana prevede la tutela della privacy del donatore e del ricevente. Il Centro Donatori, però, può fornire alcune indicazioni di base sul paziente, affinché il donatore possa figurarselo (fascia di età, sesso, tipo di patologia di cui soffre, se italiano o straniero). Inoltre è possibile, sempre tramite il Centro Donatori, scrivere/ ricevere lettere e messaggi di augurio e/o di ringraziamento, pur senza essere identificabili reciprocamente”.

I numeri

In provincia di Rimini sono oltre 2.700 gli iscritti all’Admo.

Francesco Mulazzani

Elisa Mina