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Brevetti verdi, innovazione sostenibile

Negli ultimi anni la corsa verso un’economia più verde ha spinto anche l’innovazione: cresce infatti in modo significativo il numero degli eco-brevetti, ovvero le idee e le tecnologie pensate per un futuro sostenibile. Dai sistemi per l’efficienza energetica alle fonti rinnovabili, dalla mobilità alla gestione dei rifiuti, fino all’edilizia, all’agricoltura e all’allevamento, la creatività green si traduce sempre più spesso in progetti concreti.
Se Giappone, Stati Uniti, Germania e Cina restano i poli principali della ricerca e degli investimenti, anche in Italia aumenta il numero di imprese impegnate nello sviluppo di tecnologie pulite, prodotti ecocompatibili e modelli di business circolari, capaci di generare valore economico e ambientale.

Per la prima volta, a Ecomondo un seminario è dedicato al ruolo strategico della proprietà industriale nella green economy. Un appuntamento “made in Rimini”: a organizzarlo è infatti lo Studio Casanti e Migani, specializzato in tutela legale e requisiti dei marchi green. L’incontro, intitolato “Proprietà industriale e green economy” (venerdì 7 novembre), punta a mettere in luce come brevetti, marchi, disegni e modelli registrati rappresentino una leva strategica per valorizzare l’innovazione sostenibile.

«L’identificazione e la protezione delle invenzioni riguardanti tecnologie sostenibili è estremamente complessa ma fondamentale per la loro valorizzazione» spiegano Filippo Casanti e Paolo Migani. Al seminario interverranno alcuni protagonisti di rilievo internazionale, tra cui Yoshinari Oyama (WIPO – Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale), Sergio Rizzo (EUIPO) e Silvia Rossi, direttrice dell’Ufficio Brevetti e Marchi di San Marino.

«La lotta contro il cambiamento climatico e la promozione della sostenibilità ambientale – sottolinea l’avvocato Rossi – richiedono un impegno collettivo. In questo contesto, la Proprietà Industriale può giocare un ruolo chiave nel favorire l’innovazione ecosostenibile e la diffusione di tecnologie verdi».
Secondo la direttrice, «una protezione adeguata e aggiornata delle opere dell’ingegno funge da volano per l’innovazione e stimola investimenti virtuosi, migliorando la gestione delle risorse e l’impatto complessivo sull’ambiente».

Attraverso normative, casi di studio e buone pratiche, il seminario di Rimini intende mostrare come la proprietà industriale possa diventare un vero motore della transizione ecologica e dei modelli produttivi a basso impatto. Per imprese e start-up, la tutela delle proprie invenzioni è essenziale per mantenere un vantaggio competitivo, aprire nuovi mercati e attrarre investitori.

In un momento in cui il potenziale delle tecnologie energetiche pulite è in forte espansione, l’appello degli esperti è chiaro:
«Nella corsa verso la decarbonizzazione – concludono Casanti e Migani – la proprietà industriale è un fattore abilitante dell’innovazione sostenibile. Serve un quadro certo di opportunità giuridiche ed economiche che permetta alle buone idee di trasformarsi in soluzioni reali per il futuro del pianeta». (t.c.)