Home Cultura SanGau, il festival è alla riminese

SanGau, il festival è alla riminese

San-Gau-presentatoriSanGau – Suona, canta e balla in maniera intonata e divertente. E lo fa da sedici anni. Anche Rimini (fatte le debite proporzioni) ha il suo Festival. Nato in maniera spontanea (una festa tra amici e karaoke), un po’ per gioco e per fare goliardicamente il verso a Sanremo, il Festival della Canzone di San Gaudenzo è diventato nel tempo un appuntamento atteso da moltissimi giovani (e famiglie) del territorio. Punto di forza la tradizionale gara canora accompagnata da sketch, parodie, imitazioni musicali. Con il trascorrere degli anni il “SanGau Festival” – come è stato simpaticamente sintetizzato e ribattezzato – si è continuamente trasformato, fino ad evolversi in uno spettacolo non solo musicale, un gran varietà la cui colonna portante è la gara musicale in stile SanRemo con una cornice di sketch dal vivo, imitazioni, parodie, balletti, filmati, curato come un figlio dal direttore artistico (e ideatore della manifestazione insieme ad Emiliano Procucci), il 31enne Alessandro Ceccarini. L’edizione 2016 salirà il palcoscenico del Cinema Teatro Tiberio sabato 12 marzo, alle ore 20.45 (ingresso libero).
Il teatro parrocchiale non è più sufficiente a contenere il pubblico, il teatro del Seminario (che ha ospitato due edizioni) non era più disponibile: da qui la scelta – azzeccata – del Tiberio, nel Borgo San Giuliano, “dove già dal 2015 ci sentiamo assolutamente a casa” assicura Ceccarini. Lo spettacolo è un piacevole incrocio tra Sanremo e Paperissima, tra i grandi one man show di RaiUno e i programmi comici per i più giovani, condito da balletti, imitazioni, mini-commedie musicali e corti cinematografici. “Nato come parodia ed emulazione della tv – spiega ancora «Cecca» – oggi SanGau si è evoluto in un format originale. Naturalmente, senza l’ambizione di raggiungere vette di professionalità artistica, ma con la volontà di valorizzare i talenti di giovanissimi, giovani e adulti, e soprattutto di creare un clima di amicizia e non di competizione”. Diretta scaturigine di questa impostazione, è la prima regola del Festival, ovvero il coinvolgimento di tutti coloro che lo desiderano, e la scelta di regelare a turno la prima fila a tutti i ballerini impegnati, perché tutti possano vivere il loro momento di gloria. A dirigere quest’orchestra (una quarantina i partecipanti), l’inossidabile Alessandro Ceccarini, spalleggiato da Paolo Morganti e Michela Mulazzani (il trio è nella foto, “Cecca” è il primo a dx): il frizzante trio presenterà, canterà, ballerà e reciterà accompagnato dai giovani adulti, giovanissimi, educatori e coristi di San Gaudenzo e dai loro amici. Le sceneggiature dei film sono affidate ai giovanissimi Simone Bruge’ e Federico Casadei. In cabina di regia si muovono Carlo Farneti, maestro del SanGauChorus, e il tecnico-fonico Maurizio Morganti. “Altra caratteristica importante dello spettacolo è la gratuità. Nessuno percepisce compenso alcuno, ma si realizza tutto gratuitamente, con la partecipazione amichevole del parroco don Aldo Amati e grazie all’Anspi”.
Tra un corto comico e un’imitazione, al centro della serata c’è sempre la gara musicale: microfono in mano, i cantanti si esibiscono, e cercano di strappare con le loro interpretazioni il consenso al pubblico in sala, il cui giudizio decreterà così il vincitore del XVI Festival. La premiazione, com’è tradizione, sarà affidata al parroco di San Gaudenzo don Aldo Amati: sarà lui a consegnare ai primi tre classificati altrettante coppe. Ma questo Festival vuol portare in scena la vittoria dell’allegria e della musica.

Tommaso Cevoli