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Zero virgola zero

Due vittorie, zero pareggi, zero sconfitte. È solo l’inizio del campionato inglese, ma il marchio di fabbrica di José Mourinho, tecnico del Chelsea, c’è tutto. Fu lui infatti, ai tempi del suo incarico all’Inter, a consolidare il ruolo nel linguaggio corrente dello “zero” abusandone nella seconda più famosa esternazione a briglie sciolte di allenatori legati al calcio italiano (dietro a quella leggendaria di Trapattoni su Strunz al Bayern). “Zero tituli”, ripeté Mourinho in riferimento alle avversarie rimarcando con forza il significato del numero nullo. Già qualche anno fa a sfruttarne l’immagine ci aveva pensato un duo di cantanti romani dalla discreta fama, gli Zero Assoluto. Oggi chi vuole sottolineare la validità del proprio operato chiude l’esposizione dei fatti con la brusca espressione “e le chiacchiere stanno a zero”. Sulle strade di Rimini, a fianco dello slogan “tira dritto” nella cartellonistica sulle rotonde presenti e future c’è, appunto, la dicitura “zero semafori dalla Fiera a Miramare” invece del più classico “nessun semaforo”. Coincidenze oppure finalmente quel figlio di nessuno, rinnegato sia dai numeri positivi che da quelli negativi, ha visto finalmente riconosciuta la sua forza evocativa? A chi se lo è sentito pronunciare dal proprio direttore di banca, pare sia infatti risultato terribilmente evocativo.