Una Valle al Verde…

    Oramai è certo: non sarà più possibile (e quindi bello) camminare in una… Valleverde! Il marchio corianese di scarpe, tanto famoso in un tempo neppure troppo lontano, rimarrà appunto solo come marchio visto che la produzione è stata in larga parte già spostata in Cina. E la “valle verde”, la vallatina del rio delle Fornaci percorsa dalla Via Piane, il luogo nel quale una quarantina d’anni fa era sorta la grande fabbrica di calzature, forse non vedrà arrivare più le quotidiane corriere di visitatori-clienti a passeggio per i vialetti contornati di prato all’inglese dell’outlet. Per la verità anche parecchi dipendenti dovranno dire addio al loro posto di lavoro lungo la valle perché lo stabilimento è stato affittato (per il momento, poi sarà ceduto) ad una nuova società che non garantirà i livelli occupazionali precedenti.

    Azienda a rotoli
    La società di Armando Arcangeli, dopo qualche tempo di sofferenza, era entrata in una spirale di difficoltà sempre più acuta: dallo scoppio della crisi economica mondiale nell’autunno 2008 per arrivare al punto di non ritorno a fine 2009. Da allora la produzione è molto rallentata nello stabilimento corianese per spostarsi progressivamente all’estero, in estremo Oriente, soprattutto da dove arrivano scarpe, valigie, pelletteria ed una vasta gamma di accessori che vengono venduti in Italia ed altri paesi con il solito marchio, pur non essendo più lavorati “come al solito”, cioè come succedeva quando a produrre erano le maestranze della nostra zona.

    E i lavoratori?
    Se il nome rimane, anche se è oramai sdoppiato tra una proprietà cinese per quel mercato ed una italiana per il resto del mondo, non rimane abbastanza lavoro per tutti i dipendenti. Infatti solo il 70% di loro dovrebbero essere riassorbiti dalla holding bresciana che ha preso in affitto per un paio di anni lo stabilimento e le attrezzature. Del gruppo fanno parte la Sanagens ed altri marchi, più o meno addentrati nel settore della moda, oltre alla stessa Valleverde che così prova l’estremo tentativo di far sopravvivere una realtà economica tanto importante per la provincia. La scommessa è sul superamento della crisi e quindi sulla possibilità del rilancio del settore; a scommettere non sarà più una società con cervello e cuore a Coriano (incarnati da Arcangeli) ma un gruppo, una holding, appunto, che camminerà anche in altre valli!

    Maurizio Casadei