Home Cultura Una casa per Galli. Ma non è il teatro

Una casa per Galli. Ma non è il teatro

La memoria di Amintore Galli torna a risplendere grazie al restauro del monumento a lui dedicato nel cimitero cittadino. Il 27 giugno, infatti, la necropoli riminese ha ufficialmente presentato il restauro fatto alla tomba del celebre compositore riminese, realizzato grazie ai finanziamenti del Rotary Club Rimini Riviera. Il monumento funebre della famiglia Galli, infatti, che oltre il famoso Amintore ospita anche la sorella e la moglie di lui, versava in condizioni pessime, e urgeva un intervento di sistemazione. È quindi partito l’iter burocratico necessario affinché la ristrutturazione potesse avvenire, e dopo aver assodato l’inesistenza di eredi ai quali far presente le condizioni del sepolcro, il comune di Rimini ha autorizzato l’intervento del Rotary Club. Pietro Mutolo, presidente del Rotary, al momento della presentazione si è detto pienamente soddisfatto del lavoro, realizzato in modo rigorosamente conservativo sotto la direzione dell’architetto Massimo Mori: “Il Rotary ha deciso di finanziare il lavoro perché è importante valorizzare e conservare la memoria di personaggi d’eccellenza. È necessario far riscoprire alla nostra città questa figura così di spicco”. E, infatti, il restauro del sepolcro non è stato il solo atto del Rotary finalizzato alla valorizzazione della figura di Amintore Galli. Prima dell’odierno restauro, nel 2002, il Club promosse la pubblicazione di un libro intitolato “Amintore Galli”, scritto da Gianandrea Polazzi, Andrea Parisini e Maria Chiara Mazzi. Gianandrea Polazzi, socio del Club, ha anche recuperato e presentato il manoscritto autografo della Missa Pacis, l’opera di Galli che il 14 settembre 1919 fu eseguita nel corso di una solenne cerimonia nella Chiesa di San Giovanni Battista. Recentemente, l’edizione per orchestra della Missa Pacis è stata consegnata a Papa Benedetto XVI e il Santo Padre ha dimostrato grande interesse e curiosità per l’opera, anche perché grande appassionato di musica. Il segretario privato del Pontefice, Padre Georg Ganswein ha successivamente ribadito l’importanza della scoperta.
Alla cerimonia di presentazione del sepolcro è intervenuta anche Donatella Turci, assessore ai servizi cimiteriali del Comune di Rimini: “Invito i cittadini a visitare questo bellissimo monumento, per scoprire gli antenati e gli uomini che hanno fatto grande questa città”. Parole che cercano di coinvolgere gli abitanti a conoscere i personaggi che hanno contribuito alla storia di Rimini. Amintore Galli nacque a Talamello (o forse a Perticara) nel 1845. Lo zio, direttore di banda, lo avviò allo studio della musica. Frequentò il Ginnasio a Rimini, e poi proseguì gli studi a Milano. Indossò la camicia rossa e combatté come garibaldino per l’unità d’Italia. Divenne critico, insegnante e organizzatore musicale, fu apprezzato compositore di opere liriche (la più conosciuta è David, rappresentata a Rimini nel 1909) e di musiche vocali e strumentali, ma è soprattutto noto per aver musicato, nel 1886, l’Inno dei lavoratori, su parole di Filippo Turati. Morì a Rimini nel 1919, e a ventotto anni dalla sua morte gli fu intitolato quel che resta del Teatro “Vittorio Emanuele II”, che da allora è diventato teatro Amintore Galli.

Genny Bronzetti