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Turismo in stallo

I primi dati 2025 del movimento turistico della Riviera di Rimini, per il periodo gennaio- agosto, danno conto di un magro aumento degli arrivi (+0,9 %) e di un calo dei pernottamenti (-1,3 %). Segnale che la vacanza è sempre più breve. Danni limitati grazie al buon andamento delle presenze straniere che hanno compensato il calo degli italiani, a corto di denaro.

Lo stallo, però, non è solo locale se è vero, come ha mostrato l’Osservatorio Travel Innovation del Politecnico di Milano, presentato in anteprima all’ultimo Ttg del turismo, il mercato del ricettivo, alberghiero ed extra, domestico e straniero, in Italia, aumenterà, nel 2025, solo dell’uno per cento sull’anno precedente. La situazione locale si ribalta se restringiamo il campo al solo periodo estivo giugno-agosto, dove si concentra il grosso del flusso turistico. Perché rispetto allo stesso periodo della precedente annata, la Riviera registra, per l’anno in corso, un calo minimo degli arrivi e un leggero aumento (25.000) dei pernottamenti. A mancare, quindi, sono più i mesi pre estivi che la stagione balneare stessa. Sempre ricordando che Rimini è ancora sotto di un milione di presenze rispetto a quelle registrate nel 2019, l’ultimo anno normale prima del Covid. Ritardo che distingue questa Riviera da quella veneta (Bibione, Caorle, Cavallino Treporti e Jesolo), che già nel 2024 aveva recuperato e abbondantemente superato i numeri dei pernottamenti pre Covid. Ma quest’anno la stagione turistica anche per la Riviera veneta non sta andando molto meglio, almeno stando al periodo gennaio-luglio 2025, ultimo dato disponibile. Sono, infatti, in zona negativa, relativamente al numero dei pernottamenti: Cavallino Treporti, Bibione, Caorle e Jesolo, mentre l’unica che si salva è Chioggia. Ma per un confronto alla pari dobbiamo attendere gli esiti di agosto. Inutile negare che bassi salari e aumento dei prezzi (+18,5% tra 2019 e 2024), che già nel 2024 aveva portato 2 famiglie italiane su 5 a ridurre la spesa per viaggi e vacanze rispetto ad un anno prima, hanno avuto il loro peso. Anche se, bisogna aggiungere, che nel complesso, la spesa per servizi di ristorazione e alloggio 2024, ovviamente di quella parte degli italiani che non ha sofferto problemi economici, è aumentata di quattro punti percentuali (Istat). È sempre più evidente come il nostro turismo balneare, costruito su un modello di servizi essenziali e prezzi popolari per un pubblico con capacità di spesa medio-bassa, stia soffrendo la perdita del suo potere d’acquisto, che si somma alla crescente divaricazione dei redditi. La soluzione sta in segmentare sempre di più l’offerta turistica per tipologia di cliente che si intende ospitare. Senza rinunciare a nessuno, ma lasciando spazio ad una clientela plurale, per interessi e capacità di spesa. Per esempio il viaggiatore straniero si trova sempre più a suo agio potendo pagare tutto in forma digitale, dal trasporto, all’hotel, dal ristorante al negozio. Tutti i servizi devono adeguarsi.