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Super nonne alla riscossa

Sempre giovani. 92, 93, 97 e 89. Sono gli anni di quattro signore. Da sempre, settimanalmente, si incontrano per chiacchierare e giocare insieme

“Lo sai che i papaveri sono alti, alti alti e tu sei piccolina, e tu sei piccolina”, le note intramontabili di una melodia datata 1952 riecheggia ancora come se fosse nuova, appena uscita in radio. A cantare, in un piccolo coro improvvisato, sono Fernanda, Maria, un’altra Fernanda e un’altra Maria.

Quasi quattro secoli in quattro, sono amiche per la pelle da tutta la loro vita. Legate anche da vari tipi di parentela (tra di loro sono cognate, due sono sorelle, due anche zia e nipote), hanno attraversato gli anni tenendosi per mano nei momenti di sconforto e riservato degli abbracci e sorrisi per i momenti di festa. “ La cantava Rita Pavone?” azzarda la più giovane di loro, con le sopracciglia leggermente aggrottate. “ Ma no! Era Mina!” risponde sicura la Fernanda più anziana. Qualche secondo di indecisione, insicurezza, poi l’‘altra’ Maria conclude perentoria: “ No, era Nilla Pizzi!”.

Tre di loro abitano in un’unica palazzina nella zona “Ponte rotto”,

una sopra all’altra. Al centro abita Maria, quasi 93 anni, è nonna bis di tanti nipoti e pronipoti, contraddistinta da una contagiosa parlantina simpatica, arguta ed ironica.

La ‘Fernanda di sopra’ ha 92 anni, uno sguardo ancora vispo e un mezzo sorriso fine e gracile ad incorniciarle il viso sottile.

La ‘Fernanda di sotto’, invece, di anni ne ha ben quasi 97, ma la sua voglia di ridere e chiacchierare non tarda a mostrarsi.

La più ‘piccolina’ è la seconda Maria, sorella della ‘Fernanda di sopra’, che di anni ne ha 89, e per raggiungere le sue amiche per anni ha preso l’autobus (“ Fino a quando, – racconta – le gambe non hanno iniziato a farmi troppo male! Ora mi faccio accompagnare e mi faccio venire a prendere”), non salta un appuntamento. Sì, perché questo simpatico quartetto si organizza settimanalmente (il giovedì e la domenica) per riunirsi a giocare a carte e si intrattiene fino all’orario del Rosario.

Le abbiamo incontrate per una chiacchierata, a casa loro, ‘imbucandoci’ ad un loro tipico giovedì pomeriggio.

Briscola, Bestia, Petrangola, ci divertiamo!”, raccontano. A turno, una delle tre ospita la ‘giocata’ e prepara il caffè rigorosamente alle 14, la merenda con un dolce e un succo di frutta oppure il tè con i biscotti verso le 16. Sono sveglie, allegre e vivaci. Totalmente autosufficienti e tengono le loro case impeccabilmente pulite, fanno la spesa, cucinano, tutte da sole.

Ogni tanto ci vengono a dare una mano per lavare le tende e pulire le serrande – puntualizza una Fernanda in una risatina rassegnata – solo perché non siamo più così agili come una volta!”.

La loro è una storia lunga, lastricata sia di successi e vittorie quanto di sconfitte, rinunce e tanti sacrifici. “Siamo cresciute insieme. – comincia a raccontare in un sorriso la Maria più longeva, i suoi occhi brillano, mentre pare che stia tornando con la memoria a quei tempi lontani – Siamo nate in un paesino in campagna, in provincia di Pesaro. Abbiamo vissuto l’orrore della guerra e siamo rimaste in una grotta per 15 giorni durante i ronzii delle bombe e gli attacchi aerei”.

A quel tempo si rideva, noi ragazzini. – aggiunge la ‘Fernanda di sotto’ – Ancora non si capiva tutto del mondo, per noi era quasi un gioco. Poi… una volta usciti abbiamo visto le macerie di ciò che non c’era più. Ma non ci siamo persi d’animo”.

Oltre ai ricordi più dolorosi, però, ci sono anche quelli divertenti! – chiarisce la più piccola Maria – Ci incontravamo in parrocchia, per cantare, passare i pomeriggi al sole… andavamo persino a ballare! Certo, accompagnate da un fratello o la mamma… Non era mica come adesso, che le ragazzine girano da sole fin dalla tenera età.

Mi ricordo che dovevamo portarci le scarpette di ricambio: per arrivare alla sala da ballo, usavamo quelle più ‘vecchie’, sporche magari di terra, di fango; una volta arrivate, però indossavamo quelle più belle”.

La ‘Fernanda di sopra’ si limita inizialmente ad annuire in silenzio, a volte chiudendo gli occhi, come se fosse concentrata ad ammirare quelle immagini scorrerle in mente come una vecchia pellicola in bianco e nero al cinema. “ La nostra è una bella amicizia, lunga tutta la vita”.

Alla fine degli anni 50, dopo che si sono sposate, si trasferiscono tutte a Rimini e continuano a non separarsi. “ Abbiamo comprato un lotto di terreno e i nostri mariti, tutti insieme, hanno costruito una casa dove abitare. Lo facevano il sabato e la domenica, – riferisce Maria – perché durante la settimana lavoravano instancabilmente. E così, con i bambini, i figli di tutti noi, abitavamo vicini, non c’era mai la chiave inserita nella porta. Ognuno poteva entrare e venire quando più gli piaceva”.

Nonostante i decenni passati, i lutti, i momenti difficili, imperterrite portano avanti questa ‘tradizione’ anche oggi. La ‘Fernanda di sopra’, Maria al centro e la ‘Fernanda di sotto’, si incontrano inoltre per cucinare insieme, preparare i cappelletti per Natale, le piadine e i cassoni, pranzetti speciali per l’1 maggio, Ferragosto, Capodanno.

In soffitta hanno un grande congelatore dove conservano tutto, principalmente la carne. “ Una volta è saltata la corrente, – ridacchia Maria al centro – sono andata di sopra, con una torcia per cercare di salvare il salvabile. Portare giù quanto più cibo possibile, per evitare che si rovinasse”. E poi ti sei accorta che la corrente era saltata in tutto il nostro palazzo! -la prende in giro la ‘Fernanda di sopra’ – Abbiamo poi aspettato che un nostro nipote venisse ad aiutarci”.

Dopo la pausa tè con biscotti, servito rigorosamente in quelle tazze splendide di ceramica con i ricami di fiori, arriva il momento delle riflessioni sull’oggi, sul presente. “ Abbiamo visto il bello e il brutto della vita. Abbiamo sperimentato ogni emozione e stato d’animo possibile – confessa la Maria più giovane, con un velo di lacrime ad offuscarle lo sguardo perso al fondo della sua tazzina, mentre giochicchia con il cucchiaino – Abbiamo visto il mondo intorno a noi cambiare, mutare irrimediabilmente.

A volte migliorare, ma talvolta persino peggiorare”.

Perché? Le chiedo. “ Sicuramente lo stile di vita delle persone è nettamente migliorato, ora ci sono tutti i confort! Noi da piccole non avevamo nemmeno il bagno in casa! Per non parlare delle nuove tecnologie, di internet. Però una cosa voglio dirla. – solleva gli occhi e prende a scorrerli sulle sue tre migliori amiche, una per volta – Noi eravamo bambine, ragazzine che non avevano niente o poco più. Però sapevamo essere felici, per davvero”.

La ‘Fernanda di sopra’ concorda: “ È vero. Un paio di calzini nuovi, un nastro per i capelli colorato e toccavamo il cielo con un dito. Ora i giovani non si accontentano mai.

Sono abituati ad avere tutto e subito”.

Cosa vorreste suggerire alle nuove generazioni? A coloro che si stanno affacciando alla vita proprio adesso, mentre voi di strada ne avete percorsa eccome? “ Non spaventatevi dei sacrifici, – comincia sicura la Maria più longeva – perché la fatica, l’impegno e la dedizione vi faranno assaporare i momenti più lieti con un sorriso ancora più grande”.

Per essere felici – consiglia la ‘Fernanda di sotto’ – basta davvero poco. Cercate di accorgervi delle piccole cose, sono quelle a fare la differenza”.