Il Comune capoluogo dà il via all’iter per la realizzazione del Piano Urbanistico Generale. E nel frattempo…
Se l’obiettivo da raggiungere è una Rimini sostenibile e solidale, il primo passo verso il Pug deve essere bloccare, subito, ogni espansione e ogni nuovo insediamento
Il 19 marzo scorso il Comune di Rimini ha ufficialmente avviato il complesso e articolato iter che porterà all’approvazione del Piano Urbanistico Generale, il cosiddetto Pug, ovvero il nuovo strumento urbanistico previsto dalla Legge 24 del 2017. Risulta, subito, evidente che dopo 8 anni dall’approvazione della legge, Rimini non ha ancora approvato, ma neppure avviato, con atti formali, il lavoro di predisposizione del Piano. Tuttavia, va notato che Rimini non è sola, in questo poco virtuoso cammino. In provincia di Rimini, per ora, solo il Comune di Misano Adriatico ha approvato il Pug. Alcuni comuni sono al lavoro, ad esempio, Riccione, Coriano, Santarcangelo, Cattolica, San Clemente e Morciano, ma nessuno è ancora arrivato all’assunzione o all’adozione del Piano, ovvero dei primi due atti necessari per approvare il Pug. La situazione non migliora se andiamo a vedere qual è lo stato di fatto in Emilia-Romagna. Su 330 comuni, a settembre 2024, sono 29 quelli che hanno approvato il Pug, 32 quelli che l’hanno assunto e 22 quelli che l’hanno adottato. Infine, 94 comuni hanno procedure in corso. Appare chiaro che la Legge 24 del 2017 non ha raggiunto lo scopo di avviare una fase nuova della pianificazione territoriale, L’obiettivo principale della Legge era quello di limitare il consumo di suolo, portandolo, come prevede la normativa dell’Unione Europea, al “consumo zero” entro il 2050 e al massimo al 3%, con il Pug pienamente in atto. In realtà, il consumo di suolo in Emilia-Romagna ha continuato a viaggiare a ritmi molto alti. Nel 2023, i maggiori aumenti nel consumo di suolo sono stati registrati in Lombardia, Veneto, Puglia, Emilia-Romagna e Piemonte.
Nel 2023, la superficie di suolo consumato in regione è pari all’8,91% della superficie totale, ed è maggiore della media nazionale, pari al 7,16%. L’incremento del consumo di suolo, rispetto all’anno precedente è dello 0,41%, superiore allo 0,34% della media nazionale. A livello provinciale, Rimini risulta la provincia con la percentuale più alta di suolo consumato (12,55%). A seguire troviamo, Reggio Emilia (11%) e Modena (10,97%), mentre Ferrara presenta il valore più basso (7,08%).
Qualcosa evidentemente nell’applicazione della legge regionale sull’urbanistica non ha funzionato. La legge si prefiggeva di contenere nuova impermeabilizzazione di suolo, soprattutto per evitare di compromettere l’equilibrio eco sistemico che va ancora di più protetto alla luce dei cambiamenti climatici e quindi per evitare esondazioni, allagamenti, siccità e aumento della temperatura. Non aver previsto il totale blocco delle nuove autorizzazioni a costruire, in assenza del nuovo piano, ha consentito di approvare ulteriori permessi a costruire al di fuori del principio di pianificazione territoriale.
Infatti, la Legge 24 del 2017 permette una serie di accordi tra pubblico e privato, che consentono, per esigenze produttive o per il principio della “pubblica utilità” di approvare nuove costruzioni, che ovviamente aumentano il consumo di suolo. Questo purtroppo è quanto sta avvenendo anche a Rimini. Per cui ancora oggi si approvano ampliamenti di tipo produttivo o residenziale prima che sia stato definito un disegno d’insieme dell’assetto urbanistico della città. Insomma, per dirlo ancora più chiaramente, prima che si definiscano i fabbisogni delle dotazioni territoriali di servizi che la città deve avere, sia per quanto riguarda l’equilibrio territoriale, legato alla qualità dell’aria, dell’acqua, al microclima e alla vegetazione, ma anche per quanto concerne i servizi alle persone, quali scuole, asili, servizi sanitari e reti materiali e immateriali, dalle strade, ai parcheggi o alle reti digitali.
Il sindaco di Rimini, nel suo intervento introduttivo di presentazione del viaggio verso il Pug ha voluto ricordare alcuni dei temi fondamentali che il Piano dovrà affrontare: “La questione casa, la questione ambientale, la mobilità, i servizi pubblici e la necessità di garantire il futuro (e dunque occupazione e benessere) stimolando la modernizzazione e la competitività internazionale dell’infrastruttura turistica pubblica e privata”.
La città, tuttavia, è un tutto armonico, non un insieme di parti, per questo se l’obiettivo da raggiungere è davvero una Rimini sostenibile e solidale, il primo passo verso il Pug deve essere bloccare, subito, ogni espansione e ogni nuovo insediamento e questo prima che il Pug sia definitivamente approvato. Diversamente si corre il rischio di approvare un Piano svuotato dei contenuti strategici fondamentali che lo debbono caratterizzare.
Alberto Rossini