“Non ho capito perché si sia voluto fare il Trc. Soldi buttati via. L’aeroporto? Rimini non ha un bacino capace di gestirlo. Il Palas? Male, malissimo, bisognava costruirlo vicino alla stazione”. Moretti, riminese doc, sì, proprio quello che aveva annunciato che con il taglio degli stipendi i manager sarebbero tutti andati all’estero (infatti lui è passato a Finmeccanica, quando tanti si auguravano fosse coerente con le sue dichiarazioni), è venuto a predicare il suo vangelo sulla mobilità. E questo con la faccia tosta di chi decideva del futuro delle ferrovie ignorando completamente la fascia adriatica, dunque Rimini e tutta la Costa, riducendo il numero dei convogli e destinando alla nostra stazione la Freccia Rossa solo dopo che Italo aveva già assicurato nuovi collegamenti. Senza aeroporto, senza treni, con una mobilità interna completamente bloccata e con l’autostrada che un giorno sì ed uno ancora sì, per lavori o incidenti, è rallentata alla velocità di lumaca, cosa accadrebbe alla nostra economia turistica e congressuale? Soltanto la infinita gratitudine che devo a Lucia, storica bidella del Liceo Classico e madre del Moretti, mi evita ulteriori commenti.
Ed è giusto, perché in fondo l’ex numero uno delle Ferrovie non esprime altro che lo spirito malato di noi riminesi, capaci solo, con pervicace masochismo, di distruggere quel che abbiamo appena costruito, anzi di farlo in maniera preventiva.
Si prenda ad esempio il Trc. Moretti ha toccato un tema bollente, soprattutto dopo l’elezione della Tosi a Riccione. Il nuovo Sindaco, com’era del resto nel suo programma, ha subito detto stop al Trc. Quasi tutti sappiamo che lo ha fatto sapendo in cuor suo di mentire, perché nessun amministratore si caricherebbe in bilancio le penali che oggi, con i lavori quasi a metà percorso, una simile scelta comporterebbe. Del resto che senso può avere per l’economia riccionese un Trc che si ferma a Miramare e che ignora la Perla quasi fosse un villaggio di pescatori, quando invece a Rimini ha in progetto, nel tempo, di collegare Fiera, Palacongressi, Aeroporto?
Possiamo tutti avere mille dubbi sul Trc, perché rischia di nascere già vecchio, perché è lontano dal mare (però, dov’è, serve meglio la città durante i nove mesi in cui non c’è turismo), perché non si autofinanzierà con i biglietti (come del resto ogni servizio di trasporto pubblico), ma non sarebbe più utile mettersi intorno ad un tavolo e trovare positivamente i migliori e possibili correttivi? Già, positivamente, un avverbio sconosciuto ai riminesi.
Solo quando l’acqua giunge alla gola siamo capaci di abbandonare i personalismi, il protagonismo verbale che caratterizza questo tempo targato Facebook. Se siamo costretti, allora sappiamo fare corpo. È accaduto per l’aeroporto, il Prefetto ci spinge a farlo anche su altri temi, come la crisi, il lavoro, ma facciamo fatica, perché non è proprio nelle nostre corde. Qualche tempo fa ho prospettato il rischio che con i tagli in atto Rimini, dopo aver perso Ausl, Provincia, possa perdere anche la Prefettura e la stessa Questura… Sono temi meno importanti del Trc? Certo che no, ma quanti ne parlano? Se Rimini e il suo territorio non impareranno a fare squadra, sarà la fine per tutti.
Giovanni Tonelli