S.Leo, una bomboniera sulla roccia

    È quasi trascorso un anno dal passaggio definitivo dei sette Comuni dell’Alta Valmarecchia in Emilia Romagna e i sindaci locali fanno il punto su cosa è cambiato e cosa ancora manca in valle.
    Da San Leo, il giovanissimo primo cittadino Mauro Guerra,geologo, classe 1973, ha le idee chiare.
    “Il passaggio ha portato stimoli innumerevoli e sfide affascinanti, ma le cose da fare sono ancora tante”.
    L’operato della macchina amministrativa, infatti, viaggia a rilento.
    “Siamo in uno stato di inerzia, in attesa di presentare progetti e richieste in prossimità delle scadenze dei bandi nazionali e internazionali, per innumerevoli situazioni. Come ad esempio la programmazione di alcune linee di finanziamento europee: necessariamente per molti altri anni i 7 Comuni dovranno continuare la collaborazione con la Regione Marche”.
    E restano da risolvere molte emergenze. Come i dissesti idrogeologici.
    “San Leo è la principale emergenza geologica del territorio. Abbiamo un intero borgo che vive su di uno sperone di roccia. Se si verificassero grosse frane a rischio ci sarebbe un’intera economia. Senza parlare dell’emergenza viabilità. Dopo le piogge e la neve cadute in inverno, ci sono stati diversi smottamenti che hanno costretto l’Amministrazione a chiudere strade e abitazioni. Le situazioni più gravi si sono verificate in zona Celle e sul monte di Pietracuta, in direzione del cimitero”.
    Chiari i progetti futuri.
    “Tra gli obiettivi primari ci sarà lo sviluppo dell’occupazione (giovanile e non) e il cercare di incentivare la residenzialità nel centro storico. Ma non ci dimentichiamo della difesa delle nostre scuole che continuano a rischiare forti tagli a causa della nuova riforma”.
    E sì, perché la cosiddetta «riforma Gelmini» stabilisce che le scuole italiane con meno di 50 bambini, il prossimo anno scolastico, non aprano le loro porte. La situazione, per San Leo, è preoccupante. Da una parte ci sono le elementari di Pietracuta, troppo numerose: i bambini arrivano a 76 e per il prossimo anno si vorrebbero realizzare due classi prime. Dall’altra c’è invece il centro leontino che registra 30 bambini in tutto per le elementari. Proprio nel centro storico, a causa dei tagli al personale legati alla riforma, per poter mantenere le due pluriclassi, il Comune è stato costretto quest’anno a pagare personalmente un’educatrice.
    “Con i risparmi di bilancio, il Comune si è sostituito al Governo e ha assicurato per quest’anno un’educatrice per 5 ore la settimana – afferma il vice sindaco, Luigi Casali –. La scuola di montagna è fondamentale e vogliamo mantenerla anche nel nostro centro storico. Non è possibile spostare i bambini tra Pietracuta e San Leo”.
    Non ci sono risorse sufficienti per pagare i trasporti. In paese è nata anche un’associazione di genitori che opera a stretto contatto con l’Amministrazione e il personale scolastico locale. I genitori continuano ad inviare lettere a politici locali e nazionali. Alla base una solo richiesta: sospendere, in tutte le scuole pubbliche dei sette Comuni, i tagli previsti di ore o docenti fino a quando non si sarà concluso il passaggio in Emilia Romagna.
    “A rischio – conclude Casali – ci sono altre scuole della Valmarecchia. Confidiamo che nei prossimi anni, enti e privati ci aiutino e sostengano le nostre scuole”.

    Rita Celli