Home Vita della chiesa Se il giornalismo è un atto di carità

Se il giornalismo è un atto di carità

Da anni cerca fatti di Vangelo in giro per l’Italia (ed è al lavoro sul secondo e terzo volume), tra un viaggio e l’altro al seguito del Papa. Luigi Accattoli è il decano dei vaticanisti italiani. Alla soglia delle 68 primavere si è meritato il pensionamento dopo quarant’anni spesi per e nel giornalismo, ma non ha appeso la penna al chiodo. Oggi guarda e commenta la realtà attraverso la collaborazione al Corriere della Sera e soprattutto moderando il suo trafficato blog. Ed è in questa veste che Accattoli è sbarcato a Rimini, invitato dall’Ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociali diretto da don Egidio Brigliadori per parlare intorno a “C’è più violenza nei media che nella realtà. Cosa può fare un cristiano?”. L’occasione era la festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, un momento in cui tradizionalmente gli operatori della comunicazione si ritrovano in Diocesi insieme a protagonisti della stampa italiana e al Vescovo di Rimini.
La cronaca dei fatti lo insegna ogni giorno. Il giornalismo invece che scuola di umanità spesso diventa un precipizio per l’umanità. Cosa porta in più alla democrazia o alla comprensione del caso, l’accanimento morboso e continuo su avvenimenti più o meno tragici e sui suoi protagonisti?
La violenza, poi, anche solo verbale, è presente quotidianamente nei media. “Me ne sono accorto nel blog che modero. – ha esordito Luigi Accattoli – Le persone si aggrediscono e si insultano come nella realtà non avrebbero mai fatto. L’accentuazione della violenza credo sia dovuta essenzialmente all’audience ma anche ad un perverso circuito tra la blog-sfera e i media tradizionali. Il cristiano quindi deve tenere conto che opera in una situazione così avvelenata, piena di sassi e di scogli, e deve considerare che ogni parola potrebbe essere strumentalizzata o utilizzata in maniera forzata. Per cui deve cercare di moderare gli animi e non di scatenarli.”
Un modo semplice potrebbe essere quello di invitare le persone che intervengono sul blog ad uscire dalla sfera virtuale e – quando è possibile – ad incontrarsi. Nel rapporto personale, molti angoli tendono a smussarsi.
In una realtà che spesso purtroppo supera la fantasia, cosa può fare il cristiano che opera nei mezzi di informazione? Accattoli non ha dubbi: “Conviene pagare qualche prezzo per cercare l’uomo e per fare del giornalismo un atto di carità verso l’uomo”.

Paolo Guiducci