Se il capriolo è… sinistro

    Diverso il discorso se li incontri sulle strade, e magari l’incontro si trasforma in uno scontro. Con il rischio di incidente, con danni alle vetture o – nel peggiore dei casi – ai conducenti stessi. Il caso del motociclista che ha perso la vita a Pietracuta sulla Ss 258 per evitare l’impatto con un capriolo, è ancora fresco nella memoria. Solo nel 2007 sono stati circa 40 i casi di animali selvatici morti sulle strade dell’alta Valmarecchia. Nella maggioranza dei casi si tratta di caprioli, ma a volte può capitare di trovarsi di fronte anche cinghiali e istrici, una “fauna selvatica che è anche causa di incidenti stradali” fa notare in una lettera lo stesso presidente della Provincia di Pesaro-Urbino, Palmiro Ucchielli.
    La questione dei caprioli (e della fauna selvatica) che provocano incidenti sulle strade dei sette comuni, è argomento scottante. Alcuni cittadini sono rimasti perplessi quando – varcata la soglia del Servizio Veterinario di Novafeltria – hanno scoperto di non poter essere “aiutati” dai veterinari nel recupero delle carcasse, e di non poter contare su nessun “autorizzato” a redigere il verbale necessario per presentare la richiesta di danni alla Regione. In teoria, infatti, è attiva una convenzione tra la Provincia di Pesaro-Urbino e la Regione Marche che “assicura” automobilisti e centauri sul risarcimento danni in seguito ad un incidente causato da caprioli (o cinghiali) in “libera uscita”. In pratica, però, la catena si interrompe perché in moltissimi non c’è chi verbalizza l’avvenuto sinistro. “L’assicurazione con la Regione è attiva – protesta energicamente Goffredo Pazzaglia del Servizio Caccia e Pesca della Provincia di Pesaro – e liquida i danni avvenuti sulle strade. Non liquida invece i sinistri avvenuti in parchi o aziende faunistiche”. E gli accertamenti? Guardie Forestali o Provinciali. Ma il Servizio veterinario non interviene da oltre un anno (in precedenza lo faceva, c’era convenzione)… “Indipendentemente dalla convenzione, il Servizio Veterinario deve intervenire. Lo fanno con cani e gatti, perché con i selvatici si comportano diversamente?”. Il motivo è semplice e sta nella legge 281/91 e nella Legge regionale n.10/97. “Accalappiamento e assistenza sanitaria di cani e gatti randagi – assicura l’assessore regionale Almerino Mezzolani – sono attribuite al Servizio Sanitario”. Nel caso di caprioli o cinghiali, invece, la norma non lo prevede (eccetto il caso in cui l’animale sia ferito) e i veterinari di Novafeltria obbediscono. Fa eccezione Fano, che dopo l’intervento però ha presentato fattura alla Provincia…
    In questo “vuoto” legislativo chi ci rimette sono gli automobilisti e i centauri. Rischiano di portare a casa solo danno (incidente) e beffa (nessun risarcimento). Regione e Provincia concordano. La questione è importante. E si dicono disposti ad un tavolo di lavoro. Prima del prossimo sinistro?

    Paolo Guiducci