Home Cultura S. Antonio, l’Ottocentenario… si espone

S. Antonio, l’Ottocentenario… si espone

Sant’Antonio di Padova, il Centenario del “santo dei miracoli” a Rimini prosegue: dopo il concerto, il Corpus Domini e la solennità liturgica, è arrivata l’esposizione del quadro raffigurante Sant’Antonio in Basilica Cattedrale, dove resterà (nella Cappella di San Giuseppe) per tutta la durata dell’Ottocentenario.

Il Centenario della presenza di sant’Antonio di Padova a Rimini è iniziato con il concerto in piazza Tre Martiri dei Swingeneris il 31 maggio ed è proseguito con la processione del Corpus Domini che ha avuto come punto terminale il Tempietto. Il 13 giugno in Cattedrale è stato vissuto un momento centrale delle celebrazioni: con il Vescovo ed alla presenza di tutte le famiglie religiose francescane ed il popolo cristiano è stata ricordata la solennità liturgica di Sant’Antonio. Era presente una reliquia del Santo proveniente per l’occasione da Padova. Nella medesima giornata dalle 8 del mattino alle 18, nella Chiesa dei Paolotti, ci sarà l’adorazione Eucaristica.
“Il Centenario è anche l’occasione di valorizzare e recuperare il patrimonio artistico che richiama il Santo, – fa notare Marco Ferrini, coordinatore del Comitato per le celebrazioni – non solo da un punto di vista storico-artistico, ma anche culturale e devozionale, come segno di una memoria ancora viva nel popolo”.

Dal Tempietto al quadro “riapparso”
Se un primo obiettivo è stato centrato con il restauro annunciato del Tempietto di Sant’Antonio il cui progetto è stato finanziato da un noto imprenditore della città, un altro evento è il trasferimento temporaneo della tela Sant’Antonio che predica ai pesci opera di Angelo Sarzetti (1656 – 1713) alla Cattedrale in occasione delle celebrazioni per l’Ottocentenario. L’opera (nella foto a lato) era attualmente collocata nella chiesa di San Nicolò ma in origine era esposta all’Oratorio di Sant’Antonio, già alla destra del porto, distrutto dai bombardamenti del 1944. L’idea dell’architetto Francesco Baldi, sostenuta dall’arch. Johnny Farabegoli dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi, si è concretizzata il 7 giugno con la collocazione nel Tempio Malatestiano: qui sarà esposta per tutto il periodo delle celebrazioni.

Sant’Antonio che predica ai pesci
“Questo dipinto (olio su tela di cm 270 x 157) si può ‘leggere’ come una scena teatrale composta da un abile pittore-regista: – lo ‘racconta’ lo storico dell’arte riminese, il prof. Piergiorgio Pasini – una scena che ha come protagonista un giovane frate che indica il Crocifisso e come comprimari, inginocchiati in primo piano ai suoi piedi, un uomo nerboruto senza camicia e una donna con un bambino seminudo. Sulla destra compaiono altri due personaggi che fanno da semplici comparse. La scenografia è semplificata: è di mare e di cielo, scuri e separati da una costa collinosa completamente buia. In alto due angeli-bambini indicano il frate e portano un mazzo di gigli, senz’altro destinati a lui.
…La disposizione degli elementi figurativi è circolare, – prosegue il prof. Pasini – ma lascia al centro uno spazio vuoto, o meglio aperto sullo sfondo con il mare scuro in cui si nota un qualche movimento di pesci in superficie, sottolineato da un bambino meravigliato. In origine, cioè prima che le vernici del dipinto annerissero, proprio questo spazio vuoto doveva essere il co-protagonista della raffigurazione, che evidentemente ci propone l’immagine di uno dei primi e più clamorosi miracoli di sant’Antonio di Padova: la predica ai pesci. La predica veramente è già avvenuta, e i pesci se ne sono andati o se ne stanno andando. È rimasta la gente che ha assistito al prodigio: gli uomini, le donne e i bambini, prima indifferenti e forse ostili, ora si affollano intorno al giovane frate, uno dei figli di quel povero san Francesco che aveva predicato anche agli uccelli”. L’operazione di riordino del quadro del Sarzetti e il trasferimento è stato reso possibile grazie al contributo della Cooperativa Lavoratori del Mare e della Confraternita di San Girolamo.

E la statua lignea?
Si sta nel contempo valutando la possibilità di restauro di una statua lignea del ‘600, sempre della chiesa di San Nicolò, che raffigura Sant’Antonio (foto a lato): “modesta, convenzionale e popolaresca ma maneggevole” la definisce Pier Giorgio Pasini, perché veniva portata in processione anche via mare.

Predicare ai pesci per parlare agli uomini: il convegno e la festa ai Cantieri Navali
Due nuovi appuntamenti con l’Ottocentenario sono in programma nel fine settimana.
Venerdì 16 giugno, in Sala Manzoni, è in programma il convegno “Predicare ai pesci per parlare agli uomini”. Alle 21 il saluto del Vescovo di Rimini mons. Nicolò Anselmi, e di fr. Roberto Brandinelli ministro della Provincia Italiana di Sant’Antonio di Padova. Intervento di fr. Alessandro Ratti, teologo e studioso antoniano, introduce don Gabriele Gozzi, Vice direttore dell’ISSR “A. Marvelli”.
Il giorno seguente, sabato 17 giugno, ai Cantieri Navali, Festa di Sant’Antonio “Sul Ponte dei Miracoli”. Alle ore 11:30 Omaggio floreale con lettura storica del luogo|Stele del miracolo dei pesci. Alle ore 18:30 S. Messa presieduta dal Vescovo di Rimini.

Antonio, uno spirito romagnolo
“Sono rimasto favorevolmente colpito dalla feconda presenza di Sant’Antonio a Rimini, così come dalle tracce non marginali di francescanesimo in Diocesi. – è il commento del Vescovo Anselmi – Tra i tanti aspetti che caratterizzano il Santo, ne metto due in rilievo.
Antonio è un grande teologo e predicatore, il cui stile francescano dell’annuncio non dovremmo affatto dimenticare né chiuderci nel nostro orticello, ma essere capaci di donare, di sentirci vicini ai poveri del mondo.
Antonio è un santo dalla grande concretezza: ha edificato e strutturato un gran numero di conventi.
Entrambi questi aspetti – la missione e la concretezza – hanno a che vedere con lo spirito romagnolo”. Facciamone tesoro.

Paolo Guiducci