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Rimini, Giovani e nuove forme del credere

Giovani e nuove forme del credere. Una serata da non perdere con Paola Bignardi e Erio Castellucci, a Rimini, mercoledì 5 giugno alle 20,45 in Sala Manzoni.
Siete educatori/educatrici, insegnanti, genitori… o semplicemente avete a cuore il futuro delle nuove generazioni? Siete giovani impegnati nella realtà ecclesiale, o invece distanti dalla pratica religiosa?
Ci sarà spazio per l’ascolto di tutte le voci mercoledì 5 giugno, durante l’incontro dal titolo “Cerco, dunque credo? Giovani, nuove forme del credere e Vangelo”: ore 20,45 in Sala Manzoni (via IV Novembre 37, Rimini, ingresso libero).
Saranno a Rimini Paola Bignardi, pedagogista e per tanti anni coordinatrice del Rapporto Giovani (la più approfondita ricerca italiana sulle nuove generazioni), e mons. Erio Castellucci, Arcivescovo di Modena-Carpi-Nonantola e vice-presidente della Cei (Conferenza Episcopale Italiana).

L’appuntamento è promosso dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose interdiocesano (Issr) “Alberto Marvelli” delle Diocesi di Rimini e di S. Marino – Montefeltro, in stretta collaborazione con gli Uffici pastorali delle due Diocesi, la Consulta delle Aggregazioni laicali, il Centro Culturale “Paolo VI”, l’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo e l’Associazione Amici dell’Università Cattolica (Per info: Issr “A. Marvelli” – Tel: 0541 751367, www.issrmarvelli.it).
Da tempo come Issr seguiamo con interesse e stima grandi il lavoro di ricerca svolto da Paola Bignardi, nota pedagogista e già coordinatrice dell’Osservatorio Giovani presso l’Istituto Toniolo. – spiega don Marco Casadei, direttore dell’Istituto “A. Marvelli”  Con i nostri relatori vogliamo porci davvero all’ascolto di quello che i giovani stanno dicendo, oggi, alla Chiesa. La serata nasce come tentativo di metterci a servizio del cammino sinodale, ponendo cioè pratiche concrete di esercizio della sinodalità, per viverla nei fatti. L’intendimento è quello di accendere e avviare un processo formativo e culturale sulle pratiche pastorali, non senza un’attenta riflessione rigorosa. I dati che provengono dalla ricerca e dal mondo giovanile non possono infatti non interrogare inevitabilmente la Chiesa tutta, non solo la pastorale giovanile, o quella rivolta al mondo universitario”.