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Rimini diventa capitale della tastiera

Sono passati molti anni dal 31 gennaio 1990, eppure il Festival Internazionale di Pianoforte è riuscito a passare indenne attraverso le sabbie mobili della vita culturale riminese, dove si sono arenate tante iniziative sorte nel corso del tempo. Il merito è di Alfredo Speranza, ideatore della manifestazione e suo direttore artistico, che l’ha difesa con forza, facendo esibire a Rimini – in virtù del suo prestigio – artisti e di grande notorietà, accanto a giovani promesse. Ormai il Festival ha abbandonato la sede originaria del Casino Civico e si è trasferito al Teatro degli Atti, mantenendo però la sua caratteristica di appuntamento gratuito.
La XXII edizione si aprirà sabato 24 con un concerto di canto e pianoforte. Protagonista il mezzosoprano Norina Angelini, un’apprezzata interprete di tango, che si esibisce spesso in Sudamerica; ad accompagnarla saranno Simonetta Pesaresi, una fra i più brillanti allievi del maestro Speranza, e Manila Santini, che a sua volta ha studiato con la Pesaresi. La prima parte del programma, pianistica, è dedicata a Liszt, con la Sonata Après une lecture de Dante e la Rapsodia n.20, oltre a un brano di Speranza – in prima esecuzione – dal titolo Poema romantico, omaggio al compositore ungherese. Poi entra in scena la voce con una selezione dei più grandi autori ispano-americani: Granados, Falla, Obradors, Turina, ancora Speranza (con un’altra prima esecuzione, Mi amiga) e naturalmente due celeberrime pagine di Piazzolla, Oblivion e La balada para un loco.
Il secondo appuntamento, il 31 marzo, è con il duo formato da Davide Cavalli e Davide Muccioli, che sono stati entrambi allievi di Speranza prima di intraprendere un’importante carriera professionale, singolarmente o in duo. Per il concerto riminese hanno scelto un programma che prevede celeberrime pagine della letteratura dedicata a due pianoforti: dal poema coreografico La valse di Ravel a quello gitano En la noche di Speranza, dalla Suite n.2 op. 17 di Rachmaninov alla Rhapsody in Blue di Gershwin. Tocca poi al giovane Aldo Ragone, nativo di Bari ma di formazione cosmopolita, specialista di Skrjabin, affrontare il 14 aprile un’ampia carrellata di autori che parte da Bach e Beethoven (entrambi nella revisione di Liszt), passa attraverso Chopin e – naturalmente – Skrjabin, per giungere a Speranza. Il compito di siglare il Festival, sabato 21, è affidato a Scipione Sangiovanni, che si cimenterà con la Sarabanda e la ciaccona< tratte dall’Almira di Händel e le famose Reminiscenze del Don Giovanni mozartiano, tutte pagine lisztiane, oltre che con la Sesta partita di Bach e una novità: Sonatina burlesca in tre tempi, scritta da Speranza nel 2009.

Giulia Vannoni