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Rimini, così non va proprio bene

Doveva essere una festa di Rimini e del Rimini. Indipendentemente da quale squadra si facesse il tifo. Doveva essere la serata del «stringiamoci la mano da avversari. Senza rancori. E vinca il migliore». Doveva essere la serata spot per dimostrare che, finalmente, le famiglie potevano tornare allo stadio.
Doveva.
Perché il primo derby della storia riminese dimostra come il calcio dei veleni sia sbarcato anche nella nostra realtà che tutti pensavamo (a torto) lontana da certi episodi. Prima le offese alla dirigenza del Real, poi la rissa in campo messa in piedi da Alessandro Evangelisti e Matteo Lunati, poi le parole grosse volate in tribuna centrale che hanno costretto le forze dell’ordine ad intervenire. Insomma, una vera e propria vergogna. Soprattutto perché al «Romeo Neri», ad assistere alla gara, c’erano tanti bambini con i loro genitori. Quelle famiglie che i due presidenti, Biagio Amati e Danilo Pretelli, vorrebbero riportare in piazzale del Popolo. Se queste, però, sono le premesse è meglio starsene tutti a casa. Ma del resto quello che è accaduto domenica sera non è stato altro che il frutto della condotta di questi ultimi due mesi trascorsi tra accuse, contraccuse, minacce velate e principi del foro «convocati» di gran fretta per far giustizia. Un clima che giorno dopo giorno si è sempre più arroventato fino a domenica sera dove, fortunatamente, non è accaduto nulla di irreparabile come, invece, qualche settimana prima, con un giovane 20enne reso orbo da un occhio. La cosa che più ha colpito è che i più facinorosi avevano quasi tutti i capelli bianchi che, una volta, erano sinonimo di saggezza. Specchio dei tempi che cambiano. Adesso c’è da domandarsi cosa accadrà alla quinta giornata di campionato quando i due Rimini si ritroveranno ancora uno di fronte all’altro. Già, il campionato (meglio cambiar pagina). Le due società biancorosse sono state inserite nello stesso girone, l’F, in compagnia di squadroni come Sambenedettese, Teramo e Santegidiese. Un girone difficile anche per le lunghe trasferte (saranno quasi 10mila i chilometri che si dovranno sobbarcare giocatori e tecnici) e soprattutto per le 38 giornate. Un’infinità. E chissà che ad approfittarsi di questo clima che si è venuto a creare non sia il Santarcangelo della triade Brolli-Melini-Angelini che in silenzio ha messo in piedi un’ottima squadra fatta di individualità importanti ma anche di un gruppo che in poco tempo ha già dimostrato di essere granitico. Proprio i gialloblù, domenica sera, calcio d’inizio alle 21, saranno i prossimi avversari del Real Rimini che dopo aver fatto proprio il primo derby, cercherà il lascia passare per raggiungere il terzo turno.

Francesco Barone