Questo treno fa solo sbuf sbuf!

    Pendenti. Rimangono in questo stato le questioni legate a viaggiatori di treno saltuari e pendolari. Faccende che si ripropongono sempre uguali e che minacce di scioperi, manifestazioni e ore ed ore di dialoghi non sono riuscite a sanare.
    A soffrire dei soliti mali è la tratta Milano-Bologna-Ancona che dal 2009 ha subito delle variazioni al “ribasso” rispetto alle fermate nelle stazioni lungo la direttrice e al “rialzo” rispetto alla variazione di tipologia dei treni, che vengono promossi dalle categorie regionali-interregionali a intercity-eurocity-eurostar. Nessun problema se questa variazione non corrispondesse a un’innalzamento dei prezzi per il viaggiatore e cosa assai più interessante ad un passaggio di competenza di gestione del “viaggio” dalla Regione allo Stato. Faccenda non da poco visto che nei contenziosi che riguardano i viaggiatori in generale, e i pendolari nel particolare, la Regione Emilia Romagna si relaziona con un’azienda, Trenitalia, che valuta i suoi piani di gestione e di distribuzione calibrandoli essenzialmente sui profitti.
    È in questo cavillo della “mancata competenza” che si è giocata e si giocherà ancora la partita legata alla soppressione della fermata di alcuni treni nella stazione di Cattolica che in quest’ultima settimana ha coinvolto il consigliere regionale del Pd Roberto Piva (che ha presentato un’interrogazione in Regione), e preoccupato le amministrazioni per il possibile isolamento della cittadina. Qui si dovrà fare i conti pure con la chiusura dei cavalcavia sulla A14 per il lavori della terza corsia autostradale (vedi box a lato).

    2009: annus horribilis
    Dallo scorso ottobre i comitati dei pendolari della Romagna sono sul piede di guerra perché alcuni dei problemi sollevati non sono ancora stati risolti. Anche Legambiente che da cinque anni redige un rapporto sullo stato di salute delle infrastrutture e dei servizi ferroviari, lo scorso dicembre segnalava «la necessità di investimenti sulle linee regionali osservando che oltre il 55% dei treni monitorati (16 su 29) sulla tratta Rimini-Bologna è risultato in stato di sovraffollamento con carrozze chiuse e bagni fuori uso».
    Il 2009 è da segnalare come annus horribilis. In principio fu la soppressione di alcuni collegamenti tra Rimini e Bologna. “È una cosa che ci crea davvero tanti disagi. Mi riferisco alla mancanza di un treno che permetta a noi pendolari su Bologna di arrivare per le nove del mattino, senza dover fare una levataccia”. A parlare è Lara Cirielli, riminese del comitato RomBo (Romagna-Bologna) e pendolare dal 2005 che tutti i giorni, per arrivare in tempo a lavoro, deve saltare su un treno che parte da Rimini alle sette del mattino. Dall’annus horribilis “non è stato introdotto alcun treno, né a lunga percorrenza, né regionale con fermate intermedie a Rimini, Cesena e Faenza che arrivi a Bologna entro le 8.45 capace di razionalizzare il flusso di utenti nella fascia oraria mattutina.
    Abbiamo delle difficoltà vere a trattare con Trenitalia
    – continua la Cirielli – mancano gli interlocutori e anche se la Regione appare sensibile ci sono competenze che loro non hanno. E, la mia impressione è, che anche loro abbiano dei problemi a parlare con Trenitalia”.

    Trenitalia vs Regione
    Che tra l’Emilia Romagna e Trenitalia non corra buon sangue non è cosa nuova. La storia recente lascia, tra le altre cose, una multa che l’azienda deve pagare alla Regione a causa di disservizi. Così come risulta difficile il contatto con Trenitalia. Anche Roberto Piva, interessato recentemente nella questione di Cattolica, ha lamentato una difficoltà che deriva principalmente dalla mancanza di un referente intermedio con il quale parlare… prima di arrivare al Minitro Matteoli.
    Ad ogni modo, ascoltati o inascoltati, i problemi per i pendolari rimangono. Sottopotenziati i treni delle fasce orarie bollenti che sono sovraffollati e poco sicuri visto che spingono i viaggiatori a sostare nei corridoi. Bagni non utilizzabili, sporcizie e porte che non si aprono. “Qualche giorno fa mi ha chiamata una ragazza del comitato – continua la Cirielli – per dirmi che ha perso la sua fermata perché non si è aperta la porta. Una cosa che capita spesso e che rallenta le operazioni di salita e discesa. Insomma, è un vero caos”.
    Altra questione è quella legata all’età dei treni. Sono vecchi ma “come dare colpa alla Regione? Hanno avuto in eredità la gestione di questi tratti e questi treni. Ma qualcuno si è mai chiesto da quanto tempo non si faceva, su di loro, manutenzione?”.

    Abbonati sì,abbonati no
    Se il viaggiatore è messo male il consumatore è messo pure peggio? Prezzi alti che dallo scorso agosto hanno visto aumentare il costo del biglietto. Attualmente un abbonamento annuale da Rimini a Bologna (su regionali e interregionali) costa circa 850 euro, sino allo scorso agosto costava 70 euro in meno. Un incremento dovuto al fatto che questa tratta è rientrata nella categoria degli over 100 km mentre per gli under 100 km gli incrementi sono stati più contenuti. Sembrano, agli occhi dei pendolari, atteggiamenti arbitrari. Così come arbitraria sembra la decisione di poter utilizzare la carta “Mi muovo tutto treno” (che permette di prendere i treni di categoria superiore se associata ad un abbonamento semplice) solo in caso di abbonamenti annuali e non mensili. Ma non tutti possono permettersi di sborsare una quota così alta e pagando mese per mese vengono a perdere il vantaggio offerto da questa carta (costo annuale passato da 110 a 140 euro negli ultimi 12 mesi, ma pur sempre vantaggiosa per il pendolare). In merito a questo, RomBo è al corrente di una trattativa tra Regione e Trenitalia per rateizzare l’abbonamento annuale ma non c’è ancora nulla di sicuro. Per ora, all’orizzonte binari dritti che corrono lenti, sempre uguali.

    Angela De Rubeis