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Questo restauro non è una Visione

Piuttosto rari sono, in questi anni magri, i restauri di opere d’arte. Eppure la parrocchia riminese di San Gaudenzo ha voluto restaurare un quadro dell’Ottocento, la Visione di San Gaetano, per ridonare alla comunità un’opera cara per storia e devozione, giunta a noi in condizioni precarie per l’usura del tempo e degli eventi: non dimentichiamo che nel marzo 1944 la chiesa fu bombardata e distrutta.
È un quadro di grandi dimensioni, opera del riminese Arrigo Boldrini, allievo del sacerdote e pittore don Stefano Montanari. Rappresenta San Gaetano da Thiene che, in visione, riceve fra le braccia il Bambino Gesù dalla Vergine Maria e San Giuseppe; piccoli angeli fanno corona.
Il restauro è stato affidato a Rossana Allegri, di Montefiore, con l’autorizzazione delle Belle Arti e la competente consulenza del noto storico dell’arte, il riminese Pier Giorgio Pasini. La Allegri tra l’altro ha già lavorato per la parrocchia in occasione del restauro della lunetta di San Gaudenzo davanti alla Chiesa, e successivamente per il recupero di Gesù Bambino che impara l’arte del falegname con San Giuseppe.
Il quadro, dimensioni 2,50 x 1,75 cm, che era molto annerito e qua e là anche rovinato (nella foto a sx il quadro, a dx la pulitura del tassello con Gesù Bambino), e quindi poco leggibile, dopo due mesi di lavori ora è restituito alla originaria bellezza e rit la definisce Pasini.
La presentazione al pubblico avverrà lunedi 12 ottobre alle ore 17, nella chiesa di San Gaudenzo, in piazza Mazzini, nei giorni della festa del Patrono. La presentazione storica e artistica sarà affidata allo stesso Pier Giorgio Pasini. La restauratrice Rossana Allegri illustrerà alcuni aspetti del lavoro di restauro. All’evento sarà presente anche Mario Pavirani, che ha realizzato la nuova cornice. “È un quadro di devozione – spiega il parroco don Aldo Amati, che ha voluto regalare il restauro alla comunità – ma una bella opera. E si inserisce perfettamente nella vita della parrocchia: il quadro è stato commissionato dal primo parroco, nel 1958, non appena la chiesa divenne parrocchia, ed è una delle pochissime opere e oggetti della prima chiesa ad essersi salvate” . (c.z.)