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Questa Biancaneve disorienta lo spettatore

Biancaneve? Presente. La strega cattiva? Pure e qui si chiama Ravenna. Il cacciatore, la mela, i sette nani (all’inizio qui otto), il principe? Sì, ci sono tutti e la fiaba dei fratelli Grimm in questa versione cinematografica diretta da Rupert Sanders, dopo quella divertente di Tarsem Singh con Julia Roberts, sembra rispettata. Ma poi saltano fuori troll e fate, Biancaneve si trasforma in una guerriera con scudo e spadone, c’è pure l’assedio al castello con pece bollente e catapulte infuocate e la tradizione va a farsi benedire.
Si va sul lato “dark” della fiaba, ma questa non è una novità, lo aveva già scoperto Walt Disney ai tempi del suo primo straordinario lungometraggio animato (e chi dormiva con la cattiva Grimilde e la fuga notturna nel bosco minaccioso?) e la storia si mescola con elementi fantasy. Nella prima parte ci può anche stare ma poi l’accumulo degli elementi determina punti di sfavore per questa rilettura, che cerca soprattutto di attirare in sala il pubblico delle giovanissime: nei panni dell’eroina c’è Kristen Stewart, la star di Twilight, affiancata dalla perfida Charlize Theron in veste di matrigna cattiva e dal bel Chris Hemsworth che ha lasciato il martello di Thor per il ruolo del Cacciatore, qui alleato con la bella Biancaneve. Curiosi e fin troppo bizzarri i nani, con l’utilizzo di celebri attori come Ian McShane, Bob Hoskins e Toby Jones le cui teste sono state “montate” su corpi “naneschi” creando un effetto straniante.
L’aspetto visivo non è disdicevole (non adatto però per più piccoli), ma certe idee fanno perdere alla storia quel fascino antico ed “immortale” con l’effetto di disorientare gli spettatori, già in stato confusionale con la precedente Biancaneve cinematografica che almeno aveva dichiarato da subito il suo spirito ironico e leggermente dissacrante.

Il Cinecittà di Paolo Pagliarani