Quelle trasparenze senza tempo

    A metz, nella regione delle Ardenne francesi, fu eretta, attorno al 1150 d.C., una splendida cattedrale gotica, intitolata a Santo Stefano. Le altissime navate nelle quali alloggiano le sue famose vetrate, furono appositamente concepite di grandi dimensioni per dar modo agli artisti vetrai di poter esprimere il loro talento senza restrizioni di spazio. Questa basilica, insieme a quella di Chartres, contiene infatti un vero tesoro: il complesso di vetrate artistiche più straordinario del mondo tanto da essere soprannominata la lanterna di Dio; ne sono la prova i 6.496 metri quadri di splendide emozioni cromatiche in vetro con pezzi d’eccezione come quelli creati da Marc Chagall negli anni ’60.
    Vetrate d’arte sacra: probabilmente l’esperienza più affascinante nel cammino professionale di un vetratista. È un’immersione totale in epoche lontane dove si respira una spiritualità ed un senso sacro difficilmente percepibile nella quotidianità. Il lavoro certosino di un mastro vetraio non è solo pura tecnica: è studio complesso dei significati liturgici, del simbolismo, è insieme un saggio d’arte, cultura e spiritualità. Affascinati da questa straordinaria forma d’arte, abbiamo cercato e trovato un artista, unico nel suo genere, proprio a Rimini: Riccardo Germondari.
    Da quanti anni ha intrapreso questo mestiere così particolare?
    “Sono 25 anni che svolgo quest’attività. Molti anni fa, essendo ragioniere, tenevo l’amministrazione di un’azienda; era un lavoro che non mi si confaceva, così, stanco di quel mestiere, a 30 anni, cambiai radicalmente, ma è come successe che fu straordinario. Mi trovai un bel giorno a pregare il buon Dio perchè mi facesse intraprendere la strada giusta, donandomi l’ispirazione. Dopo appena una settimana avevo già una commessa per un lavoro in un noto locale, il Pavoncino di Riccione, e, senza che nessuno mi avesse mai insegnato cosa dovevo fare, mi misi all’opera, e mi riuscì proprio bene”.
    Quindi se non ho capito male lei non ha fatto scuole o studi specifici?
    “No, sono completamente autodidatta: nessun maestro mi ha mai insegnato nulla”.
    Sembrerebbe quasi una vocazione anche perché lei, nonostante tutto, è molto conosciuto e quotato in zona: quotidianamente lavora con architetti, arredatori…
    “Effettivamente è così, ho eseguito lavori con tutti gli architetti di Rimini, e forse sono conosciuto più fuori che nella mia città. Non ho grandi ambizioni: il mio mondo lo vedo e lo percepisco da un’altra dimensione perchè ho cercato di interiorizzare e coltivare maggiormente il mio spirito. Tutto quello che ho avuto nella vita è stato veramente un grande dono e da esso ne ho tratto moltissima soddisfazione. Mentre eseguo materialmente i miei lavori, l’opera nasce, si crea sotto le mie mani. È un po’ come se riuscissi a trasferire sul vetro le mie emozioni: l’armonia che scaturisce dalla fantasia dei colori si percepisce anche nella cura dei particolari, nell’ amore per il dettaglio estetico, valorizzando un disegno”.
    Lei ha il suo laboratorio in piazza Mazzini, in pieno centro storico, ma riceve tanti ordini da fuori: come si comporta in questi casi?
    “Prima di tutto mi reco sul posto, vado a vedere l’ambiente, la luce, che è fondamentale per lo studio dei colori, poi prendo le misure ed eseguo tutto da solo, non ho dipendenti. Saltuariamente prendo qualcuno che mi aiuti a montare solo vetrate di dimensioni speciali; da questa bottega sono usciti anche pezzi da 5-6 metri per 120. Il lavoro, comunque, lo svolgo tutto all’interno del mio laboratorio”.

    La bottega artistica di Germondari non è di vaste dimensioni, ma c’è tutto. L’ingresso è un pò il suo biglietto da visita. In un album posto su un ripiano sono raccolte le foto delle realizzazioni eseguite in tanti anni di lavoro in tutto il mondo; entrando nel laboratorio si notano due grandi tavoli che servono per disegnare e lavorare il vetro nelle varie tecniche, gli scaffali alle pareti raccolgono vetri di rara bellezza mentre l’attrezzatura, il saldatore, il tagliavetro a rotella e altri oggetti utili sono a portata di mano.
    Dove acquista il vetro?
    “I migliori sono in Francia e in Germania, il vetro colorato è tutto d’importazione. Le sfumature dei colori sono moltissime e ve ne sono di varie specie”.
    Nelle splendide ville, nei lussuosi appartamenti il suo lavoro contribuisce a creare un ambiente raffinato, elegante e insolito, ma nelle chiese, perché si usa il vetro colorato?
    “Noi cattolici abbiamo bisogno di rappresentazioni, di simboli; proprio per questo motivo le vetrate sacre non distraggono coloro che sostano in preghiera in chiesa, anzi, alzando lo sguardo, i fedeli sostano in questo luogo con maggior devozione. Ognuno di noi ha un suo modo di pregare, è chiaro che in raccoglimento, con simboli sacri, ammantati di colori e luci che stimolano la nostra emozione, il pensiero non ha distrazioni, non si svia, anzi si ricopre di un velo di misticismo”.
    La scelta dei colori, può avere importanza?
    “Direi che è fondamentale! Molti ignorano le reali possibilità di creare un ambiente particolare, sfruttando l’intensità della luce. La vetrata artistica è l’unica forma d’arte che, per ottenere i suoi effetti, si affida totalmente alla luce, che ne diventa l’elemento base. Comporre una vetrata significa modularla, darle corpo, renderla viva; per poter ammirare la vetrata è necessario che la luce l’attraversi, per cui avviene che io debba conoscere il luogo dove verrà posta, per regolare l’intensità della luce dovuta al cambiamento della stessa nell’arco della giornata. Essa, anche modificandosi in intensità, riesce a creare un’atmosfera particolare, influenza la percezione dello spazio, induce a stati d’animo. Anticamente, in alcune cattedrali gotiche, la luce blu intensa veniva collocata solo in certi luoghi perché poteva evocare un sentimento di mistica riverenza, la luce gialla simboleggiava la gioia, quella verde la serenità, i toni ambra e oro si usavano per rendere più accogliente una permanenza prolungata”.
    Sempre alla ricerca di nuovi effetti, il mastro vetraio crea e rigenera ogni volta le sue esperienze.
    “Sì, il vero artista è un compositore di colori. Io so come si comporteranno i vari toni di luce passando attraverso colori differenti e come alcuni più intensi non debbano prevalere sul tema principale della composizione”.
    Come si realizza una vetrata artistica a piombo?
    “Il procedimento è piuttosto complesso: occorre fare un bozzetto in scala per vedere come si assembleranno i colori, per verificare l’effetto finale. Quindi il disegno si esegue in scala naturale e si creano delle sagome o cartoni come modello. Scelti i colori in vetro, vi si appoggia sopra il modello che deve essere perfetto al millimetro, e, seguendone il profilo con il tagliavetro, si taglia ogni singolo pezzo. Completata questa fase, quella successiva è l’assemblaggio tramite impiombatura: tutti i pezzi di vetro vengono uniti con un profilo di piombo e poi stuccati”.
    Vi sono altre tecniche per realizzare le vetrate?
    “Sì, per decorarle si può eseguire la pittura su vetro oppure la grisaglia”.
    Ossia?
    “Il disegno viene filettato (si dipingono delle linee nere che formano il contorno del soggetto) poi la pittura viene ricoperta da una polvere scura in strato leggero. La vetrata si mette contro luce e si incomincia a togliere questa polvere asportandola, così si crea il chiaroscuro, la tonalità più o meno intensa del colore, la luce, le ombre, si aggiunge cioè profondità con sfumature di luce”.
    Le sue specialità sono diverse…
    “Eseguo vetrate piombate anche in stile Tiffany, vetrate sacre dipinte a fuoco, vetrofusione e in tutti questi modi di lavorare usando lo spettro dei colori, posso progettare e realizzare soluzioni per spazi abitativi in opportunità infinite: per saloni, camere da letto, bagni, scale, muri divisori e per complementi d’arredo progetto lampade, paralumi, appliques e specchi; per me è diventato un gioco seducente, creare e vivacizzare, con sfumature d’incanto, armonie in vetro per ogni luogo del vivere quotidiano”.

    Laura Prelati