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Quando la diversità diventa una risorsa

Proposte di lavoro, nuove esperienze di autonomia, laboratori d’idee, performance artistiche. Giunta alla sua XII edizione la rassegna Esportiamoci, che si è tenuta al Marinagrande di Viserba dal primo al sette settembre, si è arricchita di contenuti, proiettandosi sempre di più all’interno della società, perché le persone divengano protagoniste, ricchezza per il tessuto sociale. E allora spazio a nuove idee, a progetti volti a creare nuove professionalità e nuove esperienze sportive, culturali o artistiche.
“Solitamente si pensa che persone con disabilità mentale siano adatte solo ai lavori nelle cooperative nel settore del verde – spiegano gli organizzatori – invece si sta scoprendo che possono sorgere alternative”.
“Si sta pensando a una nuova figura di coordinatore di gruppi GAS – spiega Simone Cavazzoli della cooperativa sociale NOE – dove gli stessi utenti possono trovare un’occasione di lavoro”.
Non più soggetti relegati in casa dunque, ma persone in movimento, con difficoltà che diventano risorsa: da ogni parte d’Italia fino a Rimini allo stabilimento balneare Marinagrande, da anni sede dell’evento che ha come sottotitolo lo slogan «Un percorso per una salute non solo mentale».
Da Bologna, Imola, Pistoia ma anche da regioni più lontane, direttamente sulla spiaggia per giocare a beach volley, per costruire dialoghi, scambiare esperienze, con serate a tema. La parola d’ordine è il rispetto per l’altro, chiunque esso sia. “Una società che lascia indietro i più deboli è un’accozzaglia di gente” ha detto il presidente della Provincia, Stefano Vitali, citando don Oreste.
I dati del disagio mentale, parlano chiaro, ogni anno aumentano.
“Un incremento del 46% nell’ultimo lustro, presso il dipartimento di salute mentale di Rimini – ha spiegato la direttice, Daniela Ghigi – in maggioranza donne, ma anche molti uomini che hanno perso il lavoro”.
Tante le idee da mettere in campo in tale contesto che vede le istituzioni sempre più in difficoltà nel sostegno ai casi di bisogno. Sono emerse ipotesi di nuove figure professionali.
“Il mondo si può trasformare – ha affermato Lucilla Frattura, capocentro collaboratore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – per renderlo più adatto alle persone. Vi sono tante di queste persone deluse, arrabbiate, che però non hanno perso la passione e la voglia di farcela. L’esempio sono alcuni dei partecipanti a questo evento: quest’anno non c’erano i soldi per far venire gli educatori? Hanno preso l’auto e sono venuti da soli dalla Toscana”.
Un esempio di forza, di voglia di andare sempre avanti.
“C’è l’idea di creare una rete per far sì che la sensazione di benessere di questa settimana duri tutto l’anno. Occorre fare qualcosa insieme per creare opportunità di lavoro e occasioni di incontro. Sempre con la voglia di mettersi in gioco”. Uno degli appuntamenti di quest’anno aveva come titolo simbolico “IncontrArti”, dopo il laboratorio di idee pomeridiano, la serata è stata caratterizzata dall’espressione di diverse forme artistiche. Un telo è stato riempito di colore con pennelli che giravano di mano in mano, ognuno a lasciare la propria originale impronta.

Silvia Ambrosini