Home Attualita Per non piangere due volte: anche il funerale diventa… low cost

Per non piangere due volte: anche il funerale diventa… low cost

Nella vita di sicuro ci sono solo morte e tasse, e ad un funerale concorrono di certo entrambi i fattori. Però mentre il dolore di una perdita è inevitabile, quanto può essere alleviata la pena inflitta al portafoglio per far sì che l’ultimo viaggio in terra del proprio caro sia… meno caro? A Venezia i muri sono tappezzati di manifesti con i quali si pubblicizzano funerali low cost a 1.380 euro. Un’impresa di Roma, invece, organizza funerali in tutta Italia a 1.390 euro mettendo in rete varie agenzie del territorio. Lo slogan? Sobrietà ed eccellenza (che sono due contrari). Un altro manifesto domanda “Perché piangere due volte?”, offrendo rate da 99 euro. A Rimini, invece, come stanno mutando le abitudini dei clienti del trapasso?

Cremazioni in crescita. Nel 2012 su 1711 denunce di morte nel Comune, 412 si sono tramutate in cremazioni (24%). Al 31 agosto di quest’anno, su 1190 decessi sono già 314 le cremazioni. Per quanto riguarda le tumulazioni di ceneri nei loculi del Cimitero monumentale, queste sono passate dalle 56 del 2005 alle 116 dell’anno scorso; nello stesso arco di tempo sono diminuite sepolture e tumulazioni di bare, che al 2012 ammontavano rispettivamente a 253 e 381 unità. Secondo l’assessore ai Servizi generali Irina Imola “l’aumento di cremazioni potrebbe essere un dato ascrivibile all’attuale fase economica, sintomatico dell’esigenza di economizzare anche l’evento della dipartita. Ma c’è di mezzo anche un mutamento culturale e un’attenzione per la maggiore igiene”.
Cosa ne pensano gli anziani? Il cambio di mentalità non riguarda tutti: “La cremazione riguarda i defunti più giovani, quelli fino a 50-60 anni – rivela Imola -. L’anziano la esclude a priori”. Per loro la tradizione è ancora forte e “hanno molta attenzione per la materia cimiteriale. In tanti risparmiano in vita per la propria tomba”. Una pratica in controtendenza con la crisi economica. “In più di un’occasione si è sentito dire che è costoso anche morire. Abbiamo raccolto delle lamentele circa il carico della spesa di un funerale, ma come Comune non possiamo incidere”. E prosegue: “Il nostro impegno è quello di ampliare i cimiteri e di manutenerli, dato che è un’esigenza molto sentita fra gli anziani. Forse da fuori non si percepisce, però è ben presente”.

Andare al Creatore può essere low cost? Anche le onoranze funebri sono imprese come tutte le altre: campano di utili e fanno concorrenza per conquistare fette di mercato. E pure loro, con l’incalzare della crisi, dicono di non fare più gli affari di una volta. Ciò può sembrare strano, dato che se c’è un settore che non muore mai – pardon – che non registra diminuzioni, è proprio quello dei decessi. Nella provincia di Rimini gli over 65 sono passati dal 16,5% del 2001 al 20,5% del 2011. Eppure anche gli imprenditori dell’aldilà si trovano a far fronte ad una clientela sempre più squattrinata. La parola d’ordine è “dignità e basso costo”.
Oggigiorno ogni dieci funerali, otto sono economici”, rivela Andrea Vittori, titolare dell’agenzia San Gaudenzo, che ha iniziato tre mesi fa a proporre soluzioni low cost. La più bassa prevede la sepoltura in terra con cassa in abete e qualche altro accessorio per 1.499 euro (tasse escluse). “Siamo dovuti andare incontro alle richieste della clientela. Il funerale è spesso una spesa imprevista che mette in difficoltà”. Un’inversione di rotta sentita a fine 2012. L’iniziativa ha avuto successo: “La clientela è aumentata, ma il volume di affari non molto perché i prezzi sono bassi e il margine di guadagno è bassissimo”.
Ma com’è stato possibile contenere i costi? “Siamo riusciti a farci abbassare i prezzi dai fornitori di casse, fiori, imbottiture…”. Hanno anche dato del lavoro ad un’azienda del territorio che non stava operando, ma richiedendole prezzi più abbordabili. Il vero discriminante sul prezzo finale è la bara, dai 600 euro dell’abete ai 3.000 del noce.
Molte imprese si sono riunite nel consorzio CIFAR per ottimizzare i costi dei servizi. Secondo Renzo Righetti, di OFAR, “ci sono stati altri periodi di crisi in passato. La nostra storia è lunga 60 anni, ma questo è il periodo più difficile in assoluto”. A ottobre scorso hanno registrato un tracollo improvviso. Sempre più clienti chiedono di dilazionare i pagamenti, “ed è dura perché noi anticipiamo tutte le spese”.
La soluzione più economica con bara è di 1.600/1.800 euro, però con tasse comunali e cimiteriali comprese “che ogni 6 mesi aumentano”.
Stessa musica da Humanitas: “Facciamo molta fatica ad incassare. Un tempo mettevamo scadenze per i pagamenti, ora i clienti lasciano un acconto e chiedono rate. Ci sono quelli che portano una volta al mese quello che possono, quelli che sono aiutati dai parenti”. Alcuni riducono la cerimonia all’osso, senza ricordini né fiori. I preventivi sono divenuti all’ordine del giorno. “È cambiata la cultura nell’ultimo paio d’anni: ora i figli aiutano i genitori a pagare e iniziano a pensarci quando il caro è ancora in vita”. Da non dimenticare la diminuzione del turismo: “Anche questo ha inciso”.
L’azienda Lama si occupa di lapidi e sente molto la concorrenza delle cremazioni. Per un loculo il prezzo di una lapide può variare da 600 a 1.100 euro; qualcosa in più per le lapidi in terra. Il discriminante lo fanno gli accessori, dalla scritta al portafiori, a seconda della fattura. “Come in ogni settore del commercio offriamo vari prezzi in modo tale che la gente possa scegliere”.
Infine c’è Amir, che da quando sono state dismesse le pompe funebri comunali attraverso vari passaggi societari, ne ha preso il posto. “La crisi – spiega un responsabile – costringe le famiglie a chiedere preventivi a varie aziende nel 30% dei casi, rateizzare nel 15 e non riuscire a pagare il 5% delle volte”. Con 60 funerali al mese Amir occupa “la metà del mercato del comune di Rimini”, il prezzo più basso varia in funzione del servizio, ma nel caso di servizi sociali, “di pari qualita e comunque dignitosi ma essenziali (un minimo di ricordini, manifesti e fiori), è di 1.400-1.800 euro a seconda del tipo di sepoltura”. La concorrenza più forte? “Le cremazioni, arrivate in Emilia Romagna al 32,8% dei servizi funebri nel 2012”.
Nonostante i venti di crisi il business dei funerali è un mercato che non potrà mai estinguersi. Dopotutto, prima o poi, tocca a tutti compiere l’ultimo passo.

Mirco Paganelli