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QUANDO IL TARTUFO È AFFARE DI FAMIGLIA

Si fa presto a dire tartufo. Profumo inebriante, gusto deciso, capace di accompagnarsi ed esaltare alimenti e pietanze diversi, l’«oro dei boschi» va cercato e “stanato”, prima di finire sulle tavole dei buongustai. E i cercatori sono sempre restii ad uscire allo scoperto, a farsi notare alla luce del sole. La ricerca del tartufo in casa Podestà è una lunga saga familiare, con il testimone che da nonna Leda è passato sulle spalle del figlio Sauro ed è già saldamente ben stretto nelle mani della nipote Asia, 15 anni ed una capacità matura di aggirarsi con cognizione nei boschi. Vangella, stivali, tanta passione e un fido quattrozampe al seguito: questo è l’approccio dei Podestà al tartufo.

Questa famiglia prende la vita… per il naso: amante dei boschi, delle passeggiate immersi nella natura, dei cani e ovviamante del tubero, specialmente la sua versione altolocata, il tuber magnatum pico, il tartufo bianco di cui madre natura ha dotato in abbondanza il territorio santagatese. Ad iniziare la saga familiare ci ha pensato Leda, classe 1932: è stata la prima cavatrice donna nota in Italia, la prima arzdora a finire sotto i riflettori di mamma Rai per la sua ricerca – abile e fortunata – del tartufo bianco. “ Andar per boschi era una passione coltivata fin da ragazza. – racconta la nonna cavatrice – La svolta è arrivata nel 1979: mi regalarono un cane, Furia, portavo a spasso mio figlio Sauro e il quattrozampe ha iniziato a puntare ai primi tartufi neri”. Il sano divertimento in men che non si dica ha iniziato ad assumere i contorni di un’importante integrazione al reddito di babbo Victor Ugo, per tutti Ugo, il capofamiglia.

Quando la Fiera nazionale del tartufo bianco pregiato di Sant’Agata Feltria tagliava il tragurdo della terza edizione, Leda superava brillantemente l’esame per cavatore. “ Era il 1 ottobre 1983. – pesca piacevolmente nell’album dei ricordi, nonna Leda – Armati di vangella, accompagnata dal mio cane e spesso in compagnia di Sauro, ho proseguito l’attività fino ad un decennio fa”. Una cavatrice donna era davvero una rarità, “ e spesso mal sopportata dai colleghi maschi. – ammette Franco Vicini, uno degli ideatori della Fiera – soprattutto quando la signora dimostrava di avere più fiuto per le «palline» dei colleghi maschi”. Oggi l’altra metà del cielo impegnata in battute al tartufo è merce rara: c’è una signora a Scavolo, un paio a No vafeltria e due abili cavatrici a Sarsina. La primogenitura di Leda (ha appena compiuto 79 anni) però resta un punto fermo. Con una mamma dall’olfatto così sviluppato, quale passione poteva ereditare il figlio Sauro? Il tartufaio santagatese Podestà (socio del Bar del Teatro) con il cane Chicco al seguito è protagonista anche delle “battute” al tartufo con giornalisti, blogger e appassionati provenienti dall’estero, con la collaborazione di un tour operator riccionese. Israeliani, statunitensi, inglesi, australiani: arrivano da tutto il mondo per le escursioni santagatesi con Sauro. “ Sono battute da 90 minuti circa, non nascondo nulla in precedenza, quel che troviamo lo raccogliamo e cuciniamo”. Gli ospiti apprezzano e la voce si è sparsa rapidamente.

Anzi, si era sparsa, perché con la pandemia si è fermato tutto e ancora deve riprendere a pieno ritmo. “ Gli ultimi arrivati sono due gruppi di 13 canadesi ciascuno”. A condurre gli stranieri spesso c’è anche Asia. Al suo fianco Leo, un lagotto maschio di 7 anni. L’ultimo arrivato è Cookies, una cagnolina di 2 anni e mezzo. Asia adora gli animali. “ A quattro anni sono uscita per le prime escursioni e non mi sono più fermata: – racconta la ragazza – funghi ma soprattutto tartufi. Passeggiare per i boschi è una gioia”. Asia – 13 anni e mezzo, alunna in terza media – si è formata sui libri di babbo Sauro, ed è un’esperta. “ Ho studiato così tanto che a scuola mi facevo interrogare dalle amiche”. Risultato: il massimo dei voti, naturalmente. “ Il cane sente il tartufo a 1 km di distanza e 1 mt di profondità, occorre essere allenati e soprattutto in sintonia con lui”.

La dinastia Podestà è in buone mani, il tartufo bianco pregiato zona Sant’Agata Feltria pure.