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Quale Rimini sulle nuvole?

Poche città possono vantare di vivere molte vite come Rimini, la quale sa rigenerarsi ogni anno grazie al brulicare dei vacanzieri. La sua atmosfera è stata impressa nella memoria dalle pellicole di Fellini e, più di recente, ci sta provando con il fumetto del Cartoon Club. La riviera riesce a rendere un buon servizio alla creatività degli autori, in quanto ha la capacità di sospendere le biografie di ciascuno come in un’altra dimensione, attraverso la sua anestesia ricreativa. Il “Festival internazionale del cinema d’animazione e del fumetto” come di consueto si arricchisce degli albi speciali ambientati proprio in riviera. Una tradizione che ha visto in passato aggirarsi fra le spiagge malatestiane personaggi molto diversi fra loro – Diabolik, Rat-Man, Lupo Alberto ecc -, che hanno saputo adattarsi all’habitat rivierasco senza mancare di coerenza. Rimini si è dimostrato un set prolifico per disegnatori agguerriti che hanno ripercorso ogni anfratto urbano, dal centro storico al pedalò.
>Gli albi speciali. Quest’anno è la volta di Dampyr e Martin Mystère, rispettivamente con gli episodi “Ballo di fine estate” e “La notte delle piade assassine”. Il primo vede come protagonista il vampiresco Harlan Draka, i cui scorsi episodi hanno inzuppano la riviera di tetraggine fra sirene ammazzate, luna park infernali e colonie abbandonate. Quest’anno è alle prese con un omicidio al Grand Hotel (nella copertina di Daniele Statella). La città del divertimento piomba in un’oscurità irrequieta con tinte esoteriche, dalle punte di horror. Cadaveri, donne bellissime e balli anni trenta si incrociano al bivio fra Amarcord e Twilight. La poetica felliniana pervade tutta la narrazione, coi suoi disegni meticolosi e dalle linee affilate. Il cinema ambientato a Rimini ha messo in piedi un’epica della riminesità regalata agli osservatori esterni e alla quale questi possono attingere. Per Claudio Falco, napoletano sceneggiatore dell’episodio, “Rimini è assolutamente Rimini”: la città dell’immaginario coincide con quella della realtà. “Il mio ricordo è quello della Rimini felliniana degli anni 50. Poi c’è anche la Rimini che arriva con i mezzi di comunicazione, che è spettacolare”.
L’ululato del Lupo blu. Anche Lupo Alberto è capitombolato nel 2007 fra le dune dalla A14, imbranato come sempre. I suoi colori accesi e gli scorci divertenti trasudano salsedine e goliardia dove tutto alla fine svanisce come in un sogno felliniano, con la gente appesa ad ombrelloni volanti ed un transatlantico nell’Adriatico che ricorda quel Rex della finzione. Rimini, come una Eldorado del divertimento, irretisce le menti dei suoi visitatori, strappandoli alla realtà.
Non sono mancati fumetti di ambientazione storica come Dago, dove la pietra d’Istria del Duomo, fresca di posa cinquecentesca, diventa testimone di duelli al fioretto. Il condottiero selvaggio si aggira fra le vie di un centro rivestito da una crosta mistica. Un fumetto che rispolvera il carattere antico della città riproponendone i dettagli architettonici classici.
Nel 2006, con Jonathan Steele e “Il cacciatore di spettri”, il fantasy si è impadronito di una ordinaria giornata vacanziera in cui fa irruzione lo spirito di un’inviperita Beata Chiara accecata dai corpi impudici al sole e dalla profusione di bikini. Rimini diventa una culla del peccato da epurare, dove persino il fantasma di Azzurrina fa un sua breve apparizione. Fra un calippo e due palleggi a beach-volley, anche un “bagno” può diventare un perfetto set d’incontro-scontro fra reale e ultraterreno.
Nuvole, non cartoline. Quella che abbiamo rappresentato è una letteratura che va oltre la Rimini da cartolina, per impastarsi con essa in un mix di cultura, svago ed inchiostro. Una città prolifica per artisti di ogni sorta. A diversi anni dalla scomparsa del maestro del cinema, la riviera è ancora capace di fornire spunti per gli irriducibili dell’immaginazione, musa per i ’marinai’ del fumetto che fra le sue spiaggie, grazie allo stimolo del Cartoon Club, trovano sempre un porto sicuro.

Mirco Paganelli