Home Attualita Promosso, bocciato o accreditato?

Promosso, bocciato o accreditato?

E anche quest’anno scolastico è giunto al termine. I tabelloni sono già stati esposti e gli studenti delle scuole superiori si sono divisi ancora una volta tra promossi, rimandati e bocciati. Ma rimane in ballo la questione dei crediti formativi che incide sul risultato finale del percorso scolastico.
Ma cosa sono questi temuti e controversi crediti che dal terzo anno compaiono accanto ai voti degli studenti? Facciamo chiarezza. I crediti si dividono in scolastici e formativi. I primi sono i crediti che si ottengono attraverso la pura media scolastica del triennio. Durante la terza e la quarta classe si possono accumulare da un minimo di tre ad un massimo di otto crediti scolastici l’anno, mentre durante la quinta si può arrivare ad un massimo di nove per un totale di venticinque.
Per i “secchioni” ottenerli tutti vuol dire avviarsi di buon passo verso il risultato migliore: il cento.
Nel corso del triennio, infatti, non bisogna dimenticare che i venticinque crediti andranno a sommarsi ai punteggi delle prove di Maturità (quindici per ogni prova scritta e trenta per quella orale). I crediti formativi invece, derivano dalla partecipazione ad attività extrascolastiche svolte durante gli ultimi tre anni. Così molti studenti si affannano a combinare la preparazione di verifiche e interrogazioni con l’adesione al maggior numero di progetti possibile sperando di insabbiare una media scolastica non del tutto perfetta. Dalla musica alla recitazione, dal volontariato all’agonismo sportivo, dal First Certificate all’ECDL (titolo informatico) e chi più ne ha più ne metta. E gli ultimi giorni di scuola si trasformano in un continuo fotocopiare di attestati per certificare la partecipazione ai progetti pomeridiani.

Le attività
extrascolastiche

Solitamente le attività extrascolastiche si distinguono in: quelle organizzate dalla scuola e quelle tenute da enti esterni, in entrambi i casi l’apprendimento dei ragazzi è seguito da personale qualificato ed esperti in materia. I corsi cominciano per lo più a ottobre-novembre e possono prolungarsi anche fino al mese di maggio in base ai tempi necessari. Ma non è tutto un “accumuliamo crediti!”. Non è raro che queste esperienze nascano o si trasformino in vere e proprie passioni per i ragazzi. Alcuni le intraprendono in vista del futuro universitario, come accade per le certificazioni di lingua straniera, altri si cimentano in attività di volontariato spinti dall’esigenza di fare del bene per la comunità, altri ancora non rinunciano al sogno di diventare campioni nell’ambito dello sport.
In generale gli istituti professionali e tecnici presentano all’interno del piano di offerta formativa anche periodi di stage alternati alle tradizionali lezioni in classe. Si tratta di scuole al termine delle quali può essere considerato concluso il ciclo di studi e i ragazzi uscenti devono conoscere già il mondo del lavoro. La richiesta europea di competenze sociali però, ha fatto si che quella degli stage fosse non solo prerogativa degli istituti tecnici e professionali, ma divenisse anche una possibilità per gli studenti liceali, per questo motivo da qualche anno a questa parte è nata l’opportunità dello stage estivo, anch’esso possibile credito formativo. Le scuole superiori possiedono banche dati di aziende che mettono a disposizione posti di lavoro e, a tal proposito, abbiamo chiesto informazioni alla <+nero>professoressa Paola Pecci<+testo_band> che durante quest’anno scolastico si è occupata dell’alternanza scuola lavoro e degli stage estivi per gli studenti del Liceo Giulio Cesare M. Valgimigli di Rimini.

A contatto con
le aziende

“La scuola ha una banca dati con enti pubblici e privati che possono offrire stage in base all’indirizzo di studi che, nel nostro caso, è per lo più umanistico. Le collaborazioni sono a titolo gratuito o talvolta prevedono un rimborso spese. Sono figure professionali che vengono richieste per un periodo di cinque/sei settimane. Il compromesso domanda-offerta si raggiunge tramite il merito scolastico. Nel caso in cui sia un ragazzo ad avere contatti personali con un’azienda, perché lo stage venga riconosciuto come credito formativo, è necessaria l’approvazione da parte della scuola”. Il progetto al Liceo Giulio Cesare di Rimini ha riscontrato molto successo, tant’è che i ragazzi attualmente coinvolti nell’attività di stage estivo sono circa 60.
Allora per risolvere il mistero dei crediti formativi agli studenti, bisogna allontanarsi dall’idea che accumularli sia come partecipare ad una raccolta punti. Per lo più gli istituti usano la partecipazione dei ragazzi alle attività extrascolastiche semplicemente per arrotondare la media scolastica al raggiungimento del massimo della propria fascia.
Ed è il Piano Offerta Formativa (POF), stilato annualmente prima dell’inizio delle lezioni, a definire, a seguito delle votazioni del consiglio docenti, quanto e quali attività extrascolastiche incideranno sulla valutazione finale degli studenti. Ogni anno quindi i risultati delle votazioni possono fare in modo che le attività di cui si era tenuto conto solo dodici mesi prima, non siano più considerate fonte di crediti. Il risultato? L’affanno dei pomeriggi invernali risulta utile solo se i progetti intrapresi danno allo studente una soddisfazione personale e un’utilità che va al di là del merito scolastico. E non sono da considerarsi una boa di salvezza in caso si rischi il “naufragio” di voti.

Elena Bologna – Nicole Ranaldi