Home Vita della chiesa Un’AC di tutti, per tutti, con tutti

Un’AC di tutti, per tutti, con tutti

A braccia aperte. Dalla relazione del Presidente nazionale Giuseppe Notarstefano nel corso dell’ultima assemblea nazionale di Azione Cattolica (Roma, 25-28 aprile 2024) e la cronaca dello splendido incontro insieme a Papa Francesco in piazza San Pietro

Insieme c’è più festa Siamo lieti e riconoscenti per questo nostro esserci ritrovati, incontrati, riconosciuti, guardati negli occhi e abbracciati.”

Al termine dell’incontro

A braccia aperte con Papa Francesco nella giornata del 25 aprile e all’inizio dell’assemblea nazionale di Azione Cattolica, è questo il sentimento più comune ed evidente negli occhi di noi delegati delle Azione Cattolica provenienti da tutte le parti d’Italia.

Da questo concetto di stupore e gratitudine prende avvio la relazione finale del Presidente nazionale Giuseppe Notarstefano: “ Siamo molto grati anche perché abbiamo avuto modo di contemplare in questi anni un’associazione più estroversa, consapevole che il primato della vita non può ridursi ad un movimento centripeto che rinchiude e restringe l’orizzonte della vita associativa, ma diventa una provocazione continua ad accogliere, ad ampliare, a connettere, ad includere secondo lo stile della prossimità del Buon Samaritano, paradigma della fraternità che ci ha indicato papa Francesco”.

Si tratta di un’AC che nell’apertura e nell’accoglienza alla globalità “ sa curvarsi nella concretezza del locale […] scegliendo una forma associativa che fa della scelta democratica il fondamento e lo stile del nostro vivere associato La pratica democratica è in primo luogo vita ordinaria, orizzonte formativo, esercizio di laicità e popolarità”.

A che punto siamo del nostro attraversamento?

Con la scelta dell’immagine evangelica di Gesù sula barca mentre il mare è in tempesta, come metafora di una vita associativa che non può prescindere dalle difficoltà del tempo presente: sono difficoltà che ci obbligano a maturare fiducia e speranza “ anche se ci pare talvolta che il Signore dorma a poppa, ciò è vero perché si fida di noi”. Proseguendo nella metafora, la barca in cui siamo con Gesù è una barca in cui l’associazione non può che compiere la traversata insieme, da qui un significativo richiamo al tema dell’unitarietà che “ non dovrà risolversi nel fare tutti le stesse cose, traducendo l’essenzialità come riduzione al minimo, ma piuttosto cercare e trovare insieme una visione comune, che valorizza i talenti e riconosce di bisogni di ciascuno distribuendo le risorse associative”.

“La maturazione unitaria – continua Notarstefano – si è rafforzata attorno a 3 pilastri, Cura e Promozione, Cultura e comunicazione, Sostenibilità, punti di vista sintetici che hanno ispirato nel tempo modalità di lavoro e meccanismi operativi”.

Dentro questo tempo drammatico e magnifico Non sono mancati, all’interno della relazione, anche riferimenti all’attuale situazione mondiale, nella quale “ La pace deve ritornare ad essere un fondamentale obiettivo sociale delle democrazie contemporanee […] Si tratta di non rinunciare ad un quotidiano lavoro artigianale di pace che è intessuto di attività di Advocacy ma anche di impegno formativo e culturale volto a promuovere relazioni fraterne e solidali tra le persone e i popoli – sottolineando anche – la particolare importanza del prossimo appuntamento elettorale europeo.”

La relazione si conclude col mandato che il presidente offre all’associazione tutta, auspicando “ un’AC di tutti, per tutti, con tutti […] un’AC più umile, più piccola anche nei numeri (con qualche sorprendente novità in questi ultimi anni!), ma appassionata e aperta nel condividere e costruire percorsi di pace giustizia e bene con tutti; un’AC impegnata ad animare la tessitura di legami fraterni e comunitari; un’AC che oggi è capace di invocare, di convocare e di provocare. Un’AC come questa non è un’idea astratta o una teoria, ma è ciò che abbiamo visto girando l’Italia, è una rappresentazione ben più ampia e significativa delle tante narrazioni che noi stessi facciamo spesso circolare nei nostri incontri. […] E allora a tutti dico: coraggio, riprendiamo il largo!”.

Alberto Cavalli